News originale

Angoscia esistenziale e individuazione

Il percorso di maturazione dell’essere umano, secondo molti studiosi, persegue delle tappe evolutive volte allo scopo finale dell’autorealizzazione. Tali momenti evolutivi, partendo dalla necessità di appagare primariamente i bisogni di matrice fisiologica, vedono il loro evolversi con la realizzazione di necessità che soddisfino il bisogno di appartenere alla società, realizzando quegli obiettivi ritenuti di valore nella propria educazione e cultura d’appartenenza, come ad esempio tradizionalmente la costruzione di un nucleo familiare e/o il raggiungimento di una posizione attraverso il lavoro e la crescita professionale. Molte richieste di psicoterapia a Torino nascono dall’insoddisfazione di vedere irrealizzate le proprie aspirazioni personali, con un senso di mancanza e vuoto che la persona vede legate al non riuscire a perseguire i propri obiettivi, vedere compiuta l’idea che ha di sé e di ciò che voleva diventare. In questi casi il lutto per la frustrazione delle proprie aspettative può essere molto doloroso, nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, e accompagnarsi a vissuti depressivi.

L’individuo nell’infanzia, si trova in un primo momento a doversi predisporre verso la soddisfazione dei bisogni naturali, fondamentali per la sua sopravvivenza per poi, in un secondo momento, andare incontro a bisogni sempre “più alti” all’interno della gerarchia, come quelli della sicurezza, dell’appartenenza ad un determinato gruppo, legata alla stima che ne può derivare, fino alla vera e propria autorealizzazione. L’ultimo punto, quello dell’autorealizzazione risulta essere la conclusione di quella che viene chiamata “Scala di Maslow” ed è percorribile soltanto unidirezionalmente, avendo il suo punto d’inizio nella soddisfazione dei bisogni primari fisiologici. La “scalata” dell’appagamento dei bisogni comincia nella prima infanzia attraverso quel movimento che viene chiamato “separazione-individuazione”; attraverso questo meccanismo, studiato da sempre in psicologia clinica, l’individuo sperimenterà già nei primi anni di vita quello che, con molta probabilità, cercherà di ottenere lungo tutto il corso della sua esistenza, arrivare a capire chi è attraverso lo strutturarsi della propria identità e svelarsi nel rapporto con la realtà attraverso il proprio vivere. Lo psicologo infantile a Torino spiega come attraverso la simbiosi materna il bambino riuscirà ad apprendere, tramite meccanismi di comunicazione non verbale, le basi per la sopravvivenza che gli consentiranno, in un periodo seguente, di potersi adattare alla madre e potersene separare da un punto di vista psicologico. Come psicologi a Torino sappiamo che questo avverrà nel migliore dei modi solo nel momento in cui la madre e il bambino riescano a cooperare insieme nell’adattamento reciproco. Tale adattamento consentirà al soggetto di sperimentare il secondo bisogno fondamentale, quello della sicurezza, consistente nel sentire la presenza di una base sicura da cui è possibile staccarsi e, successivamente, individuarsi: questa esperienza sta alla base del senso di sicurezza personale, come spesso constatiamo presso il Centro psicologia a Torino. Con il termine “individuazione” si va ad intendere il riconoscimento in modo sufficientemente sicuro di un’identità attraverso una definizione relativa a sé stessi. Nei percorsi di psicoterapia a Torino emerge come tale processo riuscirà a compiersi al meglio se la madre sarà stata capace di risultare come una buona base per il bambino, trasmettendo un senso di sicurezza, consentendogli di perfezionarsi e anche, in alcuni casi, di avere delle rotture nell’adattamento, successivamente seguite da riparazioni nella sua stessa costruzione.

Come psicoterapeuti a Torino vediamo come questa modalità di individuazione verrà sperimentata lungo l’arco della vita dal soggetto che attuerà il medesimo meccanismo anche in altre relazioni e all’interno della comunità di pari, cercando innanzitutto possibilità di sicurezza e stima per poi inevitabilmente comprendere realmente le risorse che ha a disposizione, differenziandosi e definendo maggiormente sé stesso. Così vediamo nei percorsi di psicoterapia infantile a Torino, sia con bambini e ancor di più con adolescenti, come acquisisca importanza appartenere al gruppo di pari, sentirsi accettato e benvoluto (proprio come con i genitori che rappresentano le prime relazioni fondanti dell’identità), per poi trovare la propria strada, autonomia e indipendenza per poter realizzare chi si è davvero. Presso il Centro psicologia Torino vediamo come tale separazione verrà sperimentata nei più grandi e piccoli ambiti di vita del soggetto, partendo da quelli infantili, scolastici e accademici, fino ad arrivare a quelli professionali e familiari.

Accade però ad alcuni individui che, arrivati ad una età avanzata di maturazione psichica e fisica, vengano meno gli appigli di senso che fino a quel momento avevano mosso il desiderio del soggetto, andando incontro ad un senso di ansia esistenziale che nel gergo comune può essere definita “crisi di mezza età” ma che nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino non è sempre legata all’età anagrafica.

L’etimologia del termine “desiderio” viene dal latino ed è composta da due parti in cui la prima, quella costituita dal “de” invoca ad una mancanza, mentre la seconda, costituita dal “sidus” fa riferimento alla traduzione in “stella”. Desiderare vuol dire, in senso del tutto letterale, far fronte alla mancanza di stelle, interpretato come la mancanza di qualcosa di buon auspicio, di buon presagio, che oggi viene comunemente adottato per stabilire la tendenza alla soddisfazione dei propri desideri psicologici che molte persone sentono legati al perseguimento dei propri obiettivi di vita. Cosa accade quando queste “stelle” si esauriscono e mancano alla vita del soggetto? Il desiderio si spegne, non trova nuova brace per cui ardere, emerge invece un senso di angoscia esistenziale. La persona può sentirsi totalmente svuotata di senso, conseguenza del fatto di aver perso la motivazione a raggiungere nuove mete e desideri che, nell’arco della vita, erano stati da sempre presenti durante la sua crescita, come emerge in alcuni percorsi di psicoterapia a Torino. Tale situazione, se perdurante nel tempo potrebbe portare ad una vera e propria sensazione di perdere ogni base che, fino a quel momento di vita, ha acceso il desiderio, ogni bisogno e ogni volontà, una vera e propria crisi esistenziale connotata da vissuti depressivi.

Tale descrizione può andare a convergere in una definizione comune utilizzata in linguaggio filosofico e psicologico, quello dell’ “angoscia esistenziale”. Il termine angoscia deriva da “angere” che viene tradotto letteralmente con soffocare o stringere. Tra i filosofi che si sono occupati dell’argomento troviamo Kierkegaard che descrive tale l’angoscia come il sentimento del possibile e che tale sentimento venga sperimentato come tra la più pesante tra le categorie, in quanto prospetta l’impossibilità, nonché la sensazione d’impotenza dell’uomo nel realizzare la pienezza della sua vita.

Lo psicologo infantile spiega come sentimenti di questo tipo possono essere esperiti anche durante l’adolescenza, fase evolutiva in cui si sta strutturando l’identità, e assumere la forma di blocchi nel procedere della propria vita, come ad esempio la fatica di scegliere quali studi perseguire e quali scelte personali prendere, come se non ci si sentisse rappresentati da nessuna prospettiva che vada a definire la propria personalità attraverso l’acquisizione di un ruolo, la sensazione percepita è quella di un senso pervasivo di ansia esistenziale.

Ma molto spesso vediamo come psicologi a Torino che tali sentimenti possono insorgere in persone più mature che apparentemente si sono realizzate, hanno un buon lavoro, una famiglia, sono cioè riuscite a perseguire quegli obiettivi socialmente riconosciuti. Nei percorsi di psicoterapia a Torino vediamo che tale angoscia esistenziale nasce dalla percezione di vuoto rispetto alla propria vita, sensazione che viene ad arrivare nel momento in cui l’uomo si rende conto di vivere una libertà che non è mai stata del tutto tale e che, la maggior parte di quello che viene sperimentato e adempiuto nell’arco della vita è stato fatto in funzione di altri e non per un vero e reale desiderio. Il desiderio viene riconosciuto da Kierkegaard come inscritto alla “buona civilizzazione” dell’umanità e viene totalmente disconosciuto come proprio e personale.

Anche Heidegger come filosofo si dedicò all’argomento, parlando dell’angoscia esistenziale come Essere per la morte, in cui l’uomo si trova dinanzi ai limiti della propria esistenza.

Spostandosi dal campo filosofico, all’interno di quello psicoanalitico, tra i maggiori esponenti che si dedicarono a tale tematica ci fu Carl Gustav Jung. Come psicoterapeuti psicologi a Torino vediamo come tale autore all’interno dei suoi studi univa alle matrici psico-fisiologiche ereditate dallo stretto contatto con Freud, anche matrici di natura filosofica ed esistenzialista. Questa sua natura interdisciplinare lo portò ad interessarsi anche a tematiche legate alla soddisfazione esistenziale dell’individuo e all’ansia esistenziale.

Jung postulava l’esistenza di una spinta nell’essere umano a quella che chiamò “individuazione”, che si presenta con più forza e determinazione in molti individui nella seconda metà della loro vita, come possiamo constatare nel lavoro di psicologia clinica presso il Centro psicoterapia Torino. Con tale termine Jung andava a spiegare la possibilità da parte della persona di unificazione con sé stessi e, nel contempo, con l’umanità di cui lo stesso soggetto fa parte. Tale movimento prende luogo e tempi diversi in base alla persona e, nella maggior parte dei casi, avviene nel momento in cui il soggetto ha raggiunto un’adeguata maturazione psichica e individuale, a partire da una spinta emotiva legata all’angoscia esistenziale.

Osserviamo presso il Centro psicologia Torino come tale movimento prende luogo e tempi diversi in base alla persona e, nella maggiorparte dei casi, avviene nel momento in cui il soggetto ha raggiunto un’adeguata maturazione psichica e individuale. Jung si lega molto alla filosofia di Nietzsche con il famosissimo motto del “Diventa quello che sei”. L’individuazione rappresenta una fondamentale tappa maturativa nel percorso di sviluppo personale, una tappa tanto importante quanto complicata da raggiungere che può essere fonte di angoscia esistenziale.

Una prima distinzione riteniamo come psicoterapeuti psicologi a Torino che debba essere fatta tra due termini che, anche se simili, racchiudono in sé un significato completamente diverso, quello di individuazione e individualismo. Con il termine “Individualismo” andiamo ad intendere in psicologia clinica un processo maggiormente legato all’ Io, fondamentale ma che niente ha a che vedere con la comunità el’umanità. Con il termine “Individuazione”, invece, si va a prefigurare un concetto maggiormente focalizzato sul Sé, in una distinzione tra sé stessi e le proprie passioni che porta all’individuazione stessa.

L’individuazione non fa altro che strappare la personalità dalla sua inerzia, dalla sua staticità fino a stimolarne l’evoluzione. In questo caso la nevrosi, come vediamo nei percorsi di psicoterapia a Torino, può rappresentare un tentativo di ricerca dentro di sè di una via di crescita, del cambiamento e dello sviluppo. Lo stato attuale non basta più e tale situazione viene segnalata dal vissuto di angoscia esistenziale e dai sintomi di natura nevrotica che ne stimolano il cambiamento e la crescita.

Come scritto precedentemente l’individuazione non chiama tutti i soggetti, tant’è che molti studiosi vedono l’ansia esistenziale caratteristica solo di quegli individui in cui vi è una potenzialità interiore molto sviluppata. Tale potenzialità, nel caso non venisse accettata, potrebbe portare ad individuazioni di tipo negativo, negato e non sviluppato. Strizzando gli occhi alla fisica e al suo principio basilare del “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, potremmo affermare come psicoterapeuti a Torino che, nella fattispecie di una potenzialità non bene accolta dal soggetto o da uno sviluppo castrato nella sua fase di insorgenza, tutta l’energia che non viene utilizzata per lo sviluppo stesso non cessa di esistere, bensì si trasforma nella già citata potenzialità negativa, dando vita ad altre sintomatologie di natura sofferente.

Presso il Centro psicologia Torino vediamo che l’obiettivo ultimo del processo di individuazione sta nel liberare il sé dai falsi involucri della “persona” che non è altro che la maschera che ha rappresentato per molto tempo la vita dell’individuo circoscritto in una rete sociale e morale, per riportarlo sempre più vicino all’unione con le immagini dell’inconscio, tale trasformazione può alleviare il senso di angoscia esistenziale.

​Per il compiersi di ciò, Jung legava strettamente l’individuazione con le relazioni di vita del soggetto. Come psicologi a Torino studiando questo autore vediamo come seppur l’individuazione ha come scopo il differenziarsi dagli altri, l’opposizione alle norme collettive è soltanto di natura apparente, poiché il punto di vista individuale non dovrà essere orientato in senso opposto alle norme collettive, bensì solo in un senso diverso. La via individuale potrebbe benissimo essere per alcuni uguale a quella della norma comune e non esserne mai in contrasto. Secondo Yung l’individuazione, deviando dalla via consueta, non deve mai sganciarsi dalla norma, poiché essa rappresenta la bussola fondamentale per l’orientamento di fronte alla società e fondamentale per la coesione tra gli individui. Il soggetto sarà capace di differenziarsi nel momento in cui riuscirà a farsi uno tra tanti, senza eliminare i tanti e, di conseguenza, le norme che fino a quel momento hanno contribuito allo sviluppo della società.

Rappresentando un processo di elevazione spirituale, l’individuazione che porta a superare l’ansia esistenziale sarà effettiva quando il soggetto riuscirà ad integrarsi e differenziarsi non solo con le immagini del proprio inconscio, bensì anche con quelle che venivano definite da Jung come “Inconscio collettivo”, cioè il contenitore psichico universale, quella parte dell’inconscio umano che risulta essere comune a tutti gli altri esseri umani.

La psicoterapia a Torino è uno dei modi per arrivare all’individuazione perchè aiuta l’individuo a capire chi egli è veramente.

Jung distingue due tipi di psicoterapia. Una prima tipologia che ha lo scopo di aiutare il paziente a comprendere e gestire le sue pulsioni, la libido e l’aggressività e fronteggiare le prime difese dell’io. Tale psicoterapia sarà fondamentale per congiungere il paziente con quella che risulta essere la norma collettiva. Una seconda tipologia di psicoterapia tesa a superare l’angoscia esistenziale per gli adulti che sono riusciti a elaborare sufficientemente le loro tematiche pulsionali e che affrontano tematiche trascendentali e universali, che interessano tutto il genere umano. Quello che avviene all’interno del setting analitico è un incontro tra due menti diverse che si nutrono a vicenda delle immagini inconsce dell’altro per raggiungere l’individuazione e differenziarsi dall’altro, ma mai escludendolo.

Riprendendo queste suggestioni che Yung ci ha tramandato, presso il Centro psicologia Torino offriamo percorsi di psicoterapia tesi al perseguimento dell’individuazione del soggetto con l’obiettivo di curare quegli stati di malessere legati all’angoscia esistenziale che attanaglia la vita di alcune persone.

Potrebbe interessarti anche: I giovani e la paura del futuro

 

 

I commenti sono chiusi.