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Genitori di un figlio omosessuale

La scoperta di essere genitori di un figlio gay o di una figlia lesbica  può essere un’esperienza altamente emotiva e complessa. Anche se i tempi stanno cambiando e l’accettazione della comunità LGBT sta aumentando, molti genitori possono ancora sentirsi in colpa, confusi e preoccupati quando scoprono che il proprio figlio/a ha un orientamento sessuale diverso da quello etero o che la sua identità sessuale non corrisponde a quella biologica (cisgender). In questo articolo, sulla base della nostra esperienza come psicologi psicoterapeuti a Torino, esploreremo i vissuti dei genitori di fronte al coming aut del figlio e le sfide emotive che si trovano a dover affrontare. È importante sottolineare che le reazioni emotive dei genitori dipendono da molti fattori della loro vita, tra cui la cultura, la religione, le esperienze personali e le aspettative sul futuro. Un figlio rappresenta una parte di sè e per molte persone è difficile accettare che possa avere un sentire e dei desideri così “diversi” da quelli del genitore. Tuttavia, anche se inizialmente il genitore può provare un grosso shoc è importante che, superata la prima reazione a caldo, cerchi di informarsi sulle tematiche legate alla sessualità e all’identità di genere per comprendere e supportare il proprio figlio. Un sostegno incondizionato e l’accettazione dell’identità sessuale del figlio/a sono fondamentali per la sua salute mentale e il benessere psicologico.

Iniziamo col dire che l’orientamento sessuale è una parte fondamentale dell’identità di una persona, ed è spesso determinato da fattori biologici, psicologici e ambientali. L’omosessualità è un aspetto complesso e multifattoriale dell’identità sessuale umana e la sua origine non è stata ancora completamente compresa dalla comunità scientifica. Come vediamo presso il Centro psicoterapia a Torino molti genitori possono sentirsi in colpa quando scoprono che il loro figlio è gay, chiedendosi se ciò sia stato causato dal loro comportamento o dalle loro azioni. Tuttavia, è importante capire che l’orientamento sessuale non è una scelta, e che i genitori non possono influenzarlo o cambiarlo attraverso interventi educativi che mirano a correggere un errore. Non esiste un singolo fattore che spieghi l’omosessualità ed è inutile l’ossessiva ricerca della causa, perchè è sbagliato il proposito di voler cambiare un aspetto così delicato e profondo della personalità del proprio figlio. La direzione verso cui è importante tendere è l’accettazione di questa sfera della personalità, una parte naturale e permanente dell’identità, processo non sempre facile da raggiungere per un genitore perchè nella nostra società sono ancora presenti pregiudizi e stigmatizzazione che hanno radici profonde di natura omofobica e che condizionano i sentimenti e i valori personali.

Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino ci sono diverse reazioni emotive a cui vanno incontro la maggior parte dei genitori di fronte al coming out del figlio:

  1. Accettazione e supporto: alcuni genitori accettano immediatamente e senza giudizio l’orientamento sessuale del figlio e lo supportano nella sua identità in modo incondizionato. Questi genitori possono sentirsi orgogliosi del coraggio del figlio di rivelare la sua sessualità e possono essere motivati a sostenere le sue scelte e le sue relazioni future. Ma una reazione positiva non è sempre naturale nella nostra esperienza di psicologi a Torino, può trattarsi di una posizione assunta in modo razionale dal genitore che vuole far sentire il figlio accettato ma interiormente vive conflitti emotivi e dubbi che richiedono tempo per essere risolti. In alcuni casi l’accettazione subentra quando il genitore aveva già capito prima del coming out che l’orientamento sessuale del proprio figlio non era eterosessuale o la sua identità non in corrispondenza ai suoi attributi sessuali e nel tempo era riuscito ad accettarlo.
  2. Negazione: alcuni genitori possono rifiutarsi di accettare l’orientamento sessuale del figlio e negare la sua identità. Potrebbero anche sperare che “cambi” la sua sessualità o che stia solo attraversando una fase temporanea. Attraverso la negazione questi genitori minimizzano l’importanza del coming out del figlio. La negazione della sua identità sessuale può trasformarsi in comportamenti di pressione nei suoi confronti affinchè decida di cambiare idea o in atteggiamenti di disapprovazione delle sue scelte di vita. Questo modo di fare si riscontra spesso durante gli anni dell’adolescenza del figlio, dove il genitore si appiglia alla speranza che “la scelta” del suo orientamento e dell’identità sia legata alle mode, condizionata dai coetanei o dalle informazioni trovate sul web, infatti identificare un colpevole esterno spesso è di suppoto per difendersi da un’idea che non si è pronti ad accettare. A questo proposito è importante dire che l’adolescenza è certamente una fase di cambiamento e di ricerca di sé ed è normale attraversare un momento di confusione rispetto alla sfera della sessualità, per queste ragioni può essere ancora difficile per un ragazzo/a definirsi in modo chiaro. Ci sono casi in cui il ragazzo/a si domanda cosa prova nei confronti di un coetaneo dello stesso sesso e non è sicuro della risposta, può confondere un profondo sentimento di affetto e stima con l’amore. Ma in molti casi se l’adolescente “si fa influenzare” o è molto attratto da certe tematiche, significa che sente dentro di sé degli impulsi e delle emozioni che cerca di capire e non riesce ad identificare nella sfera dell’eterosessualità, la sua ricerca è necessaria proprio per trovare la sua vera natura senza misconoscere i segnali che arrivano dal profondo. Non è rara in questi casi la richiesta da parte dell’adolescente di un supporto psicologico per analizzare e arrivare a trovare la propria identità, attraverso un percorso di psicoterapia a Torino, che offre uno spazio neutrale e non giudicante in cui la persona può arrivare a comprendere gli aspetti più profondi di sè. Non dimentichiamo che per il ragazzo/a stesso può essere difficile identificare e accettare chi è veramente.
  3. Disgusto: alcuni genitori, potrebbero provare una forte avversione o disgusto per l’omosessualità o altre identità sessuali diverse da quella eterosessuale e potrebbero esprimere la loro rabbia nei confronti del figlio. Purtroppo la società ha spesso stigmatizzato l’omosessualità e altre identità LGBTQ, a lungo considerate come “devianti” o “anormali” e questi pregiudizi e stereotipi possono portare i genitori ad un rifiuto profondo di questo aspetto essenziale della personalità del figlio. Presso il Centro psicologia a Torino spesso ci vengono raccontate storie di vita da cui trapela una grande sofferenza, alcune persone gay o lesbiche hanno visto reazioni di violenta disapprovazione di fronte al loro coming out in famiglia, hanno sentito di ricevere odio anzichè amore anche da parte delle persone più vicine. Dietro queste reazioni genitoriali è presente un vissuto di omofobia radicato a livello profondo. Proprio il timore di incontrare tali esperienze porta alcune persone a nascondere la propria identità e il proprio orientamento per tutta la vita, condannandole a fingere e a nascondersi per paura di ricevere disprezzo e abbandono, spesso a vivere un’esistenza parallela a quella mostrata in famiglia, senza sentirsi mai in pace con la propria identità che viene lacerata da scissioni interne. L’omofobia dei genitori può avere effetti molto negativi sul figlio, nella nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino. Sentirsi respinto e non accettato dalla propria famiglia, può portare a sentimenti di solitudine e di isolamento. L’omofobia dei genitori può causare stress e ansia nel figlio, alla cui base è presente la paura di essere giudicato e di perdere l’amore dei propri cari. L’omofobia interiorizzata ha effetti profondi sulla salute mentale di una persona, come vediamo nei percorsi di psicoterapia a Torino. Infatti, diversi studi hanno dimostrato che i giovani omosessuali che hanno genitori omofobi sono più a rischio di sviluppare problemi psicologici come depressione, ansia e ideazione suicidaria. È importante sottolineare che l’omofobia dei genitori non è inevitabile e le persone possono cambiare il loro atteggiamento nei confronti dell’omosessualità e delle identità sessuali diverse, attraverso l’informazione e l’elaborazione dei vissuti più profondi, attraverso un lavoro psicologico che si ponga tale obiettivo.
  4. Tristezza: alcuni genitori potrebbero sentirsi tristi e delusi perché hanno immaginato un futuro diverso per il figlio e possono vivere come un tradimento il fatto che il loro figlio non corrisponda alle aspettative e alle speranze che avevano per lui. Questa reazione emerge spessissimo nei percorsi di sostegno alla genitorialità a Torino proprio perchè è comune che gli adulti abbiano maturato aspettative inconsapevoli o stereotipate sulle relazioni e la sessualità fin dalla gravidanza del loro bambino, e possono non aver mai considerato l’idea che potesse essere gay. La scoperta improvvisa dell’orientamento sessuale del figlio o del suo rifiuto dell’identità sessuale corrispondente a quella della nascita possono quindi essere uno shock e un cambiamento significativo nei loro piani e aspettative. La delusione può manifestarsi in diversi modi, come sentimenti di tristezza, dispiacere, frustrazione, rabbia o confusione. Nella nostra esperienza di psicologi psicoterapeuti a Torino queste emozioni  portano spesso a tensioni e conflitti nella relazione genitore-figlio, che possono essere difficili da superare e richiedere il supporto di una terapia familiare.
  5. Vergogna: spesso è presente la preoccupazione per la reazione degli altri membri della famiglia, degli amici e della società in generale. Capiamo dentro alla stanza di psicoterapia a Torino che vergogna è presente nei genitori di un figlio gay, talvolta in un modo invasivo e invalidante. Questo può essere dovuto alla pressione sociale che porta a conformarsi alle norme eterosessuali, alla paura del giudizio degli altri o alla difficoltà nel parlare apertamente della sessualità con i propri amici e familiari. Questa vergogna può generare un senso di isolamento e solitudine per i genitori, che si sentono incapaci di condividere la loro esperienza con gli altri. Oltre che al timore di ciò che possono pensare le altre persone, la difficoltà a condividere può generarsi dal sentire amplificata la propria sofferenza attraverso le idee e le preoccupazioni dei conoscenti e della famiglia allargata, perchè purtroppo in molte perone non è presente la cautela di trattare certi temi delicati con tatto e con rispetto per i sentimenti che possono suscitare.
  6. Paura: la delusione può essere alimentata dalla paura per il futuro del proprio figlio. Tutti i genitori temono che la diversa identità sessuale possa portare a problemi o discriminazioni nella società. Può essere presente una forte apprensione all’idea che il proprio figlio affronti discriminazione, ostracismo sociale o difficoltà nell’avere una vita felice e soddisfacente. Possono anche sorgere preoccupazioni relative alla possibilità o meno del figlio di avere una famiglia e dei figli, poiché i diritti delle persone LGBT in questo ambito sono ancora oggetto di discussione e dibattito in molti paesi. Il genitore può vivere come un lutto l’idea di non poter avere un nipote che porti avanti l’eredità affettiva di famiglia, le tradizioni e ciò che è stato costruito negli anni. Un altro vissuto comune tra i genitori di un figlio gay è la paura per la sicurezza e il benessere del proprio figlio. La discriminazione e l’intolleranza nei confronti delle persone LGBT sono ancora presenti in molti contesti, e i genitori possono temere che il loro figlio possa essere vittima di bullismo, violenza o discriminazione sul posto di lavoro. Questi timori possono generare un senso di protezione e preoccupazione costante, che può essere estremamente stressante per i genitori e riversarsi nella relazione con il figlio, il rapporto può diventare soffocante e causare stress e insicurezze profonde.
  7. Confusione: alcuni genitori potrebbero sentirsi confusi e non sapere come comportarsi o come affrontare la situazione. Nel lavoro di sostegno alla genitorialità a Torino, vediamo come la confusione può portare ad una forma di sostegno ambivalente dove da un lato i genitori possono sentire il desiderio di sostenere il figlio, ma allo stesso tempo avere difficoltà ad accettare la sua sessualità, essere arrabbiati, e quindi assumere posizioni poco chiare e talvolta contraddittorie. Questi genitori possono rimanere in silenzio e allontanarsi emotivamente proprio perché non sanno come reagire al coming out del figlio e possono decidere di non parlare dell’argomento o di mantenere una certa distanza emotiva da lui/lei per paura di poterlo ferire. Possono altresì sentirsi sopraffatti dalle emozioni e dalle reazioni del figlio e hanno bisogno di tempo per elaborare le loro sensazioni e pensieri.

In sintesi, la delusione per il fatto che il proprio figlio sia gay può essere un’esperienza difficile per i genitori. Tuttavia, nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, con il supporto adeguato e l’apertura a capire in modo più profondo, i genitori possono superare questa delusione e accettare il loro figlio per quello che è, sostenendolo nel suo percorso di vita.

È importante che i genitori mantengano una comunicazione aperta e onesta con il loro figlio gay. Questo significa ascoltare attentamente le sue esperienze e sentimenti, rispettare la sua scelta sessuale, che è un aspetto intrinseco della sua identità, e sostenere la sua felicità e il suo benessere. Possono anche chiedere al proprio figlio di aiutarli a comprendere meglio le questioni legate all’orientamento sessuale e di fornire informazioni sulla propria esperienza e sulla comunità LGBT in generale, facendogli capire che cercano di mantenere un atteggiamento di apertura anche quando non è ancora presente in loro una piena accettazione della situazione.

Per superare i sentimenti conflittuali che provano di fronte al coming out del figlio i genitori possono lavorare per aumentare le loro conoscenze riguardo alla tematica dell’orientamento sessuale e delle questioni LGBT. Possono cercare informazioni e risorse da fonti affidabili, come organizzazioni per i diritti delle persone LGBT, libri e articoli scientifici. Quando i vissuti sono faticosi da affrontare è possibile beneficiare di supporto rivolgendosi ad un ambiente accogliente e comprensivo come il Centro di psicoterapia a Torino. A fianco ad un percorso di sostegno psicologico può essere utile parlare con altri genitori nella stessa situazione o cercare supporto da gruppi di sostegno locali o online.

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