Vademecum DSA
Come Centro di psicoterapia e psicologia clinica a Torino abbiamo pensato di pubblicare questo vademecum allo scopo di chiarire meglio come vengono inquadrati i disturbi dell’apprendimento all’interno della più vasta categoria dei bisogni educativi speciali, così da differenziare e meglio spiegare la categoria dei DSA.
Sommario
Disturbi specifici con capacità cognitive adeguate.
DSA: norme e leggi di riferimento.
BES Special Educational Need
I Bisogni Educativi Speciali (BES) sono quelle particolari esigenze educative che possono manifestare gli alunni, anche solo per determinati periodi, «per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta» (Direttiva Ministeriale del 27.12.2012)
In particolare, presentano Bisogni Educativi Speciali (BES) :
- alunni con disabilità certificata in base alla L. 104
- alunni che presentano Disturbi Specifici dell’Apprendimento, DSA (disturbi nelle abilità di scrittura, di lettura e del calcolo) in base alla 170/2010.
- Alunni con esigenze educative speciali (EES): disturbi della condotta e Disturbo oppositivo provocatorio DOP, dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD), disturbi dell’eloquio e del linguaggio, disturbo non verbale, disturbo della funzione motoria, Funzionamento Intellettivo Limite (FIL) in base alla L.170/2010
- allieve/i in situazioni di svantaggio: culturale, linguistico; socio–economico, altre difficoltà come traumi, malattie, dipendenze ecc.)
«Gli insegnanti non devono variare tante didattiche quanti sono gli allievi con BES, ma devono sperimentare un nuovo modello didattico inclusivo, adeguato alla complessità della classe che contempli differenti modalità e strumenti per tutti.» BES 27 dicembre 2012.
Il termine BES non indica un’etichetta diagnostica, di conseguenza non esiste la diagnosi di BES.
La diagnosi è invece un processo di tipo clinico che dà esito a un codice nosografico tra quelli contenuti nei manuali diagnostici di riferimento (ICD e DSM-5) a seguito di un percorso psicodiagnostico effettuato attraverso i colloqui psicologici e la somministrazione di test psicologici che indagano una specifica area intellettiva e/o emotiva.
Sappiamo come psicoterapeuti psicologi a Torino che per alcuni studenti affrontare il percorso di apprendimento scolastico può risultare più complesso e più difficoltoso rispetto ai compagni. In casi come questi i bisogni educativi (sviluppo delle competenze, appartenenza sociale, autostima, autonomia) diventano bisogni educativi “speciali”, più complessi.
Disturbi specifici con capacità cognitive adeguate: DSA
Nella letteratura scientifica di lingua inglese i DSA sono definiti «Learning Disabilities» o «Specific Learning Disorders», cioè disabilità dell’apprendimento che incidono pesantemente sulla vita e sulla carriera scolastica.
Spiega lo psicologo infantile come i DSA non siano conseguenze di mancanza di opportunità di apprendimento, disturbi dello sviluppo intellettivo, traumi o malattie cerebrali acquisite ma riguardano, in presenza di adeguata scolarità, la mancata automatizzazione di processi sottesi alla lettura, alla scrittura o al calcolo. Il disturbo specifico dell’apprendimento«Si manifesta in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali» (L.170/2010, art. 1, comma 1).
I DSA sono considerati disturbi di natura persistente, poiché di origine neurobiologica, spiega lo psicologo infantile a Torino. Pertanto possono manifestarsi in modo diverso e con diverse intensità e conseguenze adattive a seconda dell’età, ma permangono per tutta la vita. Con l’acronimo DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) si intende una categoria diagnostica, relativa ai Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento che appartengono ai disturbi del neurosviluppo (DSM 5, 2014), che riguarda i disturbi delle abilità scolastiche, ossia Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia (CC-2007).
La Consensus Conference dell’Istituto Superiore di Sanità (CC-ISS, 2011) definisce i DSA “disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.” Essi infatti interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici.
Come psicoterapeuti a Torino riteniamo importante porre attenzione che: nel 2021/22 è stato pubblicato un documento di revisione Linee Guida per la gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento che ha lo scopo di aggiornare le raccomandazioni cliniche utili a migliorare ed uniformare i protocolli diagnostici e riabilitativi.
Presso il Centro di psicoterapia a Torino ci occupiamo della diagnosi dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), che costituiscono una costellazione di condizioni cliniche (in particolare: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia), che spesso tendono ad associarsi tra loro (ma che possono occorrere anche isolatamente), in relazione a probabili comuni basi genetiche e ad anomalie parzialmente condivise dei circuiti neurofunzionali che impegnano le abilità di lettura, scrittura e calcolo.
I DSA sono, per definizione, disturbi circoscritti a domini cognitivi specifici, che non interessano il funzionamento cognitivo più generale, ma le loro conseguenze possono comunque essere pervasive, e interessare molti ambiti del funzionamento cognitivo, come anche dell’adattamento personale e sociale. Lo psicologo infantile a Torino spiega come la loro espressività sia molto eterogenea e possa interessare vari ambiti del sistema cognitivo- linguistico (ad esempio, l’attenzione, le funzioni esecutive, la memoria, l’accesso lessicale, ecc.), a volte co-occorrendo con altri disturbi del neurosviluppo sottesi da queste funzioni, quali il disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività (a cui spesso ci si riferisce con la sigla inglese di ADHD), il disturbo primario del linguaggio (DPL), o il disturbo di coordinazione motoria (DCM). I modelli teorici più recenti concordano sulla natura multifattoriale e multidimensionale dei DSA.
Pur esistendo un generale accordo sull’ origine neurobiologica dei DSA, i neuropsichiatri e i neuropsicologi ci insegnano come non abbiamo ad oggi marker biologici affidabili per la loro identificazione e conseguentemente per la diagnosi, che di fatto continua a basarsi prevalentemente sulla osservazione comportamentale e sulla misurazione testistica delle abilità di lettura, scrittura e calcolo, diagnosi che è possibile effettuare presso il nostro Centro di psicologia a Torino. Questa modalità di accertamento diagnostico solleva alcuni problemi concettuali, dal momento che è stato osservato come l’identificazione di una soglia critica di prestazione deficitaria (ad es. –2 deviazioni standard o 5° percentile) sia, comunque, in qualche misura, una scelta convenzionale, anche se di frequente uso in ambito clinico-sanitario.
I disturbi dell’apprendimento non sono qualcosa di statico e fisso ma, piuttosto, una difficoltà che si modifica nel corso del neurosviluppo per effetto di interazioni tra i diversi processi cognitivi e linguistici con l’esercizio negli apprendimenti strumentali.
È importante secondo la nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino sottolineare come i DSA abbiano effetti persistenti e spesso invalidanti per la vita del ragazzo (ad esempio, prematuro abbandono scolastico, difficoltà lavorative, ecc.). Inoltre, soprattutto se non riconosciuti in modo tempestivo, possono portare a una cascata di problemi secondari nella sfera psicopatologica (da una bassa autostima, a un senso di impotenza appresa, fino a forme più franche di ansia/depressione), o a problemi della sfera comportamentale (soprattutto quando il disturbo di apprendimento è associato ad ADHD), capaci di interferire anche in modo significativo con l’adattamento personale e sociale delle persone affette, soprattutto nel caso delle forme di disturbo più severe. Presso il nostro centro è possibile trovare aiuto attraverso un percorso di psicoterapia a Torino nei casi in cui siano presenti disturbi emotivi correlati al disturbo dell’apprendimento.
Per quanto riguarda la diagnosi vengono utilizzati due manuali: l’ICD-10 e il DSM 5.
Sulla base del deficit funzionale vengono comunemente distinte le seguenti condizioni cliniche:
ICD.10 F.81.0 (Dislessia) Disturbo specifico della lettura o dislessia che contempla compromissioni nell’accuratezza (errori) e può comportare anche difficoltà di comprensione. Include infatti «ritardo specifico della lettura, dislessia evolutiva, difficoltà della compitazione associata con un disturbo di lettura
ICD-10 F.81.1 (Disortografia) Disturbo specifico della compitazione o disortografia intesa come abilità di codifica fonografica e competenza ortografica e include il ritardo specifico della compitazione (senza disturbo di lettura)
ICD-10 F.81.8 (Disgrafia) disturbo nella grafia (intesa come abilità grafo-motoria) inserita in: Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche
ICD-10 F.81.2 (Discalculia) Disturbo specifico delle abilità aritmetiche
ICD-10 F.81.3 Disturbo misto delle abilità scolastiche
Nel DSM 5 vengono specificati i criteri diagnostici, tra cui le difficoltà del ragazzo:
- Lettura delle parole imprecisa o lenta e faticosa (ad es. legge singole parole ad alta voce in modo errato o lentamente e con esitazione, spesso tira ad indovinare le parole, pronuncia con difficoltà le parole);
- Difficoltà nella comprensione del significato di ciò che viene letto (ad es. può leggere i testi in maniera adeguata ma non comprende le sequenze, le relazioni, le interferenze o i significato più profondi)
- Difficoltà nello spelling (ed es. aggiungere o omettere o sostituire vocali o consonanti)
- Difficoltà nell’espressione scritta (ad es. fa molteplici errori grammaticali o di punteggiatura all’interno delle frasi, usa una scarsa organizzazione dei paragrafi, l’espressione scritta delle idee non è chiara)
- Difficoltà nel padroneggiare il concetto di numero, i dati numerici o il calcolo (ad es. ha una scarsa comprensione dei numeri, della loro dimensione e delle relazioni, conta sulle dita per aggiungere i numeri a una singola cifra, piuttosto che ricordare i fatti matematici come fanno i coetanei, si perde all’interno dei calcoli aritmetici e può cambiare procedure)
- Difficoltà nel ragionamento matematico (Ad. es. ha gravi difficoltà ad applicare concetti matematici, dati o procedure per risolvere problemi quantitativi)
Il manuale riporta le seguenti diciture, con QI nella norma:
DSM.5 315.00 (F.81.0) DSA con compromissione della lettura che include, l’accuratezza nella lettura delle parole, la velocità o fluenza della lettura e la comprensione del testo (ex. DTC).
DSM-5 315.2 (F.81.1) DSA con compromissione dell’espressione scritta che include l’accuratezza nello spelling, l’accuratezza nella grammatica e nella punteggiatura, la chiarezza/organizzazione dell’espressione scritta
DSM-5 31.5.01 (F81.2) DSA con compromissione del calcolo che include, il concetto di numero, la memorizzazione di fatti aritmetici, il calcolo accurato o fluente, il ragionamento matematico corretto.
Non è presente nei manuali diagnostici, ma molto discusso negli articoli scientifici, il Disturbo di apprendimento non verbale DaNV che coinvolge la memoria di lavoro, la comprensione del testo ed il linguaggio, ma anche nell’area matematica, geometrica, del disegno, fino a problemi nell’area prassica, sociale ed emotiva.
Come psicoterapeuti psicologi a Torino vogliamo ricordare che ricordare che la lettura è intesa sia come abilità tecnica di decodifica di parole scritte che come attività finalizzata alla comprensione del testo. La scrittura va considerata a tre livelli: come gesto grafico-motorio finalizzato alla produzione di lettere, come abilità nel trasformare suoni in lettere, cioè come competenza ortografica, come abilità di produzione creativa finalizzata alla produzione di testi. Il calcolo va considerato nei suoi aspetti basali, cioè come cognizione numerica o intelligenza numerica, nei suoi aspetti procedurali e strategici, finalizzato all’esecuzione di operazioni aritmetiche, come aspetto strumentale finalizzato alla risoluzione di problemi aritmetici (dove entrano in gioco una pluralità di abilità).
Come Centro di psicoterapia a Torino riteniamo un’altra questione rilevante, quella relativa alla valutazione e alla diagnosi di DSA negli studenti “stranieri” (e/o bilingui), considerato che secondo i dati del MIUR essi rappresentano una fetta rilevante dell’attuale popolazione scolastica (circa il 10%), dove è evidente una maggiore complessità di fattori da tenere in considerazione durante la fase esplorativa di valutazione.
Lo psicologo infantile a Torino vuole sottolineare un aspetto importante relativo alla cura di questi disturbi, infatti per quanto riguarda la questione del/i trattamento/i dei DSA, esiste una pluralità di proposte che non hanno ancora dimostrato la loro efficacia. Alcune di queste rivendicano effetti anche miracolosi a fronte di evidenze scarse o inesistenti che danno spazio ad ingiustificate speculazioni. Per queste ragioni è importante che i genitori si rivolgano a professionisti specificati nel campo per ricevere suggerimenti e indicazioni tese ad aiutare i loro figli. Non è possibile “guarire” da un DSA ma è possibile fare attività di potenziamento. Con il termine potenziamento si intende una relazione educativa e didattica individualizzata e personalizzata che permetta di migliorare le competenze di apprendimento dell’alunno/a per agevolare il pieno evolvere di tutte le sue potenzialità.
POTENZIAMENTO: prima della stesura della diagnosi e appena dopo, sono previste attività di potenziamento ma solo in tempi limitati, il documento PARCC ne stabilisce i criteri.
Spiega lo psicologo infantile a Torino come il potenziamento debba essere sempre adattato ai punti deboli e alle capacità dello studente e perchè ciò avvenga bisogna tenere presenti due aspetti organici. Il primo, il fenomeno della modificabilità cognitiva, prevede la possibilità di cambiare le conoscenze cognitive acquisite a qualsiasi età attraverso l’esperienza e dunque un training specifico può avviare tale processo. Il secondo principio è invece quello della plasticità neuronale, infatti numerose ricerche in questo campo hanno dimostrato la capacità del cervello di adattarsi alle mutevoli funzioni ambientali, le esperienze permettono ai neuroni di creare connessioni tra loro, mentre in passato si pensava che le cellule neuronali non potessero riprodursi e modificarsi.
Per la buona riuscita del potenziamento, è fondamentale l’analisi attiva di chi ne è sottoposto, al fine di apprendere e riorganizzare gli stimoli.
DSM-5 prevede che vengano specificati «tutti gli ambiti scolastici e le capacità che sono compromessi. Quando è compromesso più di un ambito, ciascuno di essi deve essere codificato singolarmente.
Nei disturbi dell’apprendimento sono compromesse anche funzioni come la memoria di lavoro e la velocità di processamento di nuove informazioni; il tutto diventa motivo di disagio dell’alunno, attenzione e fatica dell’insegnante, preoccupazione per i genitori, come vediamo nei pazienti seguiti presso il Centro di psicologia clinica a Torino. Diverse le evoluzioni: lieve gravità, precocità della diagnosi, trattamenti tempestivi e attivazione di strategie di studio personalizzate permettono di ridurne l’impatto e migliorarne la gestione, seppur sempre in presenza di disturbi persistenti (Stella, Grandi, 2011).
La diagnosi deve avvenire nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) o da parte di “specialisti o strutture accreditate. Tuttavia, la presenza di disparità a livello di normative regionali ha creato negli anni alcune criticità: alcune Regioni hanno recepito in tempi rapidi l’accordo tra Governo, Regioni e Province autonome, mentre altre hanno avuto necessità di tempistiche più lunghe. Inoltre, emergono differenze apprezzabili tra le varie Normative Regionali che possono avere ripercussioni soprattutto a carico degli utenti (le famiglie con un bambinocon diagnosi di DSA) e generare confusioni e ritardi dovuti alla burocrazia. Infine, nella nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino, le certificazioni hanno procedure molto disomogenee e diversificate tra regione e regione, creando di fatto tempi di attesa diversi e valutazioni diagnostiche non sempre in linea con quanto stabilito dalle normative a livello nazionale o regionale.
La scuola può considerare valida ed ufficiale solo la Certificazione di diagnosi redatta dall’ASL, in Piemonte.
Per “certificazione” si intende un documento, con valore legale, spiega lo psicologo infantile a Torino, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle misure previste da precise disposizioni di legge, nei casi che qui interessano: dalla Legge 104/92 o dalla Legge 170/2010, le cui procedure di rilascio ed i conseguenti diritti che ne derivano sono disciplinati dalle suddette leggi e dalla normativa di riferimento. Per “diagnosi” si intende invece una valutazione clinica, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto iscritto negli albi delle professioni sanitarie.
Secondo il DSM 5 non è necessario ripetere la valutazione, se non in casi particolari: «Dal momento in cui il disturbo specifico dell’apprendimento persiste tipicamente in età adulta, di rado si rende necessaria una rivalutazione, a meno che non sia indicata a causa di marcati cambiamenti nelle difficoltà di apprendimento (miglioramento o peggioramento) e di richieste per scopi specifici». Anche l’Accordo Stato-Regioni del 25.07.2012 (art.3) non indica una data di scadenza della diagnosi, ma sottolinea la necessità che venga aggiornato il profilo di funzionamento (vedi modello di certificazione allegato all’Accordo Stato-Regioni), «al passaggio da un ciclo scolastico all’altro e comunque, di norma, non prima di tre anni dal precedente» e «ogni qualvolta sia necessario modificare l’applicazione degli strumenti didattici e valutativi necessari, su segnalazione della scuola alla famiglia o su iniziativa della famiglia». Infatti, nella nostra esperienza di psicologi a Torino, alunni con DSA diagnosticati alla scuola primaria, in virtù della diversa espressività del disturbo durante la crescita, degli effetti di interventi di trattamento, dell’acquisizione di strategie compensatorie o strumenti, possono necessitare di misure di aiuto diverse nell’arco del percorso scolastico; in tal caso la rivalutazione del profilo funzionale permette di scegliere gli interventi più adatti.
La relazione diagnostica deve contenere le informazioni necessarie per stilare una programmazione educativa e didattica che tenga conto delle difficoltà del soggetto e preveda l’applicazione mirata delle misure previste dalla legge, come effettuiamo presso il Centro di psicoterapia a Torino.
Presso il Centro di psicoterapia a Torino riteniamo che la formazione degli insegnanti rappresenti un elemento fondamentale per la corretta applicazione della Legge 170/2010 e per il raggiungimento delle sue finalità. Un principio generale è che la competenza sui DSA deve riguardare l’intero corpo docente di ogni classe, in modo che la gestione e la programmazione educativo-didattica non sia delegata solo a uno dei docenti, ma sia determinata da una partecipazione completa del consiglio di classe. Nel lavoro di sostegno alla genitorialità purtroppo emergono difficoltà da parte di diversi genitori nella relazione con la scuola, la lamentela più comune è che alcuni insegnanti non colgano le difficoltà del figlio e che spesso non ci sia un lavoro corale del corpo docenti che permetta allo studente di ricevere le stesse misure e richieste da parte di tutti.
Nell’articolo 5 della Legge 170/2010 viene definito il diritto degli studenti con diagnosi di DSA a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi di flessibilità didattica, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari.
Il fatto che gli strumenti compensativi siano menzionati in una norma che tutela il diritto allo studio degli studenti con DSA, ha portato alcuni docenti a ritenerli come soluzione indicata solo ed esclusivamente per coloro che presentano questa caratteristica, determinando, talvolta, un senso di esclusione dal contesto classe di molti studenti con DSA, che preferiscono non utilizzarli per evitare di provare imbarazzo ed essere considerati diversi.
Riteniamo come psicoterapeuti che lavorano in questo settore a Torino, che nell’indicazione dell’uso degli strumenti dispensativi e compensativi, sia necessario tener conto delle implicazioni emotive che questi possono attivare nel vissuto emotivo della persona con DSA. Alcuni studi di psicologia clinica dimostrano che gli alunni con DSA presentano, generalmente, livelli di autostima scolastica più bassi e livelli di ansia generalizzata e sociale più alti rispetto ai soggetti senza diagnosi. L’uso di strumenti compensativi e dispensativi, quindi, deve tenere conto di questi aspetti.
Spiega lo psicologo infantile a Torino come non sia sufficiente, quindi, predisporre e garantire gli strumenti compensativi o le misure dispensative con l’obiettivo di tutelare solo gli studenti con DSA, ma è necessario, in modo particolare, garantire loro una didattica compensativa, cioè un approccio che vada ben oltre il singolo studente con DSA e che superi il semplice impiego personale di strumenti e strategie per coinvolgere globalmente tutta l’attività di insegnamento/apprendimento in un’ottica inclusiva, come specificato dalla normativa ministeriale prodotta dopo il varo della Legge 170/2010.
Presso il Centro di psicologia a Torino da anni pensiamo che sia necessario costruire nuovi ambienti di apprendimento, in cui si promuova l’innovazione didattica, metodologica e organizzativa, in modo da apportare degli effetti positivi a tutti gli studenti e quindi anche agli alunni con DSA in linea con la normativa ministeriale prodotta dal 2010 ad oggi, che ritiene tali strumenti mezzi efficaci da inserire nella didattica per tutti gli alunni e gli studenti.
Come psicoterapeuti a Torino riteniamo che allargare la progettazione e l’uso degli strumenti al contesto classe significa riconsiderare gli strumenti compensativi, ed in particolare quelli tecnologici, non solo rispetto alle opportunità che offrono in relazione ai singoli apprendimenti, ma anche rispetto alla riformulazione di ambienti che valorizzano le differenze ed evitano il senso di esclusione dal contesto classe provato da molti studenti con DSA per il fatto di essere gli unici ad usare tali strumenti.
La Legge 170 estende il diritto ad usufruire di strumenti compensativi e di misure dispensative anche nel corso degli studi universitari, che sono preparatori per l’inserimento nella vita professionale e lavorativa. Le Università sono tenute ad attrezzarsi per ricevere in modo adeguato studenti con DSA e favorire lo svolgersi del loro percorso di studio.
La redazione del PDP
Dopo la registrazione agli atti della Certificazione della diagnosi la scuola attiva il PDP (piano didattico personalizzato). La redazione del PDP è di competenza della scuola, ossia dei docenti del team di classe (nel caso di scuola primaria) e dei docenti del consiglio di classe (nel caso di scuola secondaria).
È prevista la collaborazione della famiglia, come indicato nelle “Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento” allegate al Decreto 5669/2011: «Nella predisposizione della documentazione in questione è fondamentale il raccordo con la famiglia, che può comunicare alla scuola eventuali osservazioni». Le famiglie che stanno svolgendo un lavoro psicologico presso il Centro di psicoterapia a Torino possono confrontarsi con lo psicoterapeuta per capire le necessità del figlio al fine di collaborare con le insegnanti ad una più completa attivazione delle risorse utili al suo supporto. Il Piano Didattico Personalizzato (PDP) va redatto entro il primo trimestre dell’anno scolastico di riferimento. Nel caso in cui la diagnosi venga presentata in corso d’anno il PDP deve essere redatto in tempo utile per le valutazioni in itinere e finali. Si rammenta che negli anni terminali di ciascun ciclo scolastico la diagnosi deve pervenire entro il 31 marzo.
DSA: norme e leggi di riferimento
Con la legge 170/2010 viene sancito il dovere di favorire il successo scolastico degli allievi, ridurre i disagi relazionali ed emozionali, «assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale» (Art. 1, comma 1).
Le successive Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento del 12 luglio 2011 danno attuazione ai principi sanciti dalla legge 170/2010. Definiscono, tra l’altro, la predisposizione, entro il primo trimestre dell’anno scolastico, di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che specifichi misure compensative, dispensative, attenzioni nei processi di insegnamento/apprendimento e modalità di verifica, il tutto condiviso con alunni e famiglie. Come psicoterapeuti a Torino precisiamo inoltre, che secondo le linee guida, la didattica deve essere individualizzata, intesa come attività per il recupero e il potenziamento con obiettivi comuni alla classe, e personalizzata, attenta alle peculiarità e unicità di ciascuno come gli stili di apprendimento con obiettivi diversi per ogni alunno.
Per quanto riguarda la vita professionale delle persone con DSA, nell’articolo 2 della Legge 170 viene specificata la finalità di “assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale”, tuttavia, spiega lo psicologo infantile a Torino, sono poche le normative Regionali che hanno posto la loro attenzione alla realizzazione in chiave operativa della predetta finalità.
Le successive Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento del 12 luglio 2011 danno attuazione ai principi sanciti dalla legge 170/2010. Definiscono, tra l’altro, la predisposizione, entro il primo trimestre dell’anno scolastico, di un Piano Didattico Personalizzato (PDP) che specifichi misure compensative, dispensative, attenzioni nei processi di insegnamento/apprendimento e modalità di verifica, il tutto condiviso con alunni e famiglie. Dalle informazioni che abbiamo come Centro di psicoterapia a Torino le linee guida precisano, inoltre, che la didattica debba essere individualizzata, intesa come attività per il recupero e il potenziamento con obiettivi comuni alla classe, e personalizzata, attenta alle peculiarità e unicità di ciascuno come gli stili di apprendimento con obiettivi diversi per ogni alunno.
Per quanto riguarda la vita professionale delle persone con DSA, nell’articolo 2 della Legge 170 viene specificata la finalità di “assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale”, tuttavia, sono poche le normative Regionali che hanno posto la loro attenzione alla realizzazione in chiave operativa della predetta finalità.
PDP
«Un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare – secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata – le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti. Vogliamo precisare come psicologi a Torino che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità e di DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione». Quindi l’obbligo vale solo in caso di BES in cui rientrano nei DSA (L.170/2010) o nelle disabilità (L.104/92),
Sottolinea lo psicologo infantile che Il PDP è obbligatorio in presenza di Certificazione DSA. Aggiornamenti PDP L’art.5 “Misure educative e didattiche di supporto” comma 3 della L.170/2010 chiarisce che tutti gli interventi didattici individualizzati e personalizzati devono essere non solo documentati, ma anche sottoposti periodicamente a monitoraggio per valutarne l’efficacia e verificare il raggiungimento degli obiettivi. È consigliabile, pertanto, secondo la nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino, che il PDP venga verificato dal team dei docenti o dal consiglio di classe due o più volte l’anno (per esempio, in sede di scrutini) e modificato ogni qualvolta sia segnalato un cambiamento nei bisogni e/o nelle difficoltà dell’alunno.
Come spieghiamo nel lavoro di sostegno alla genitorialità a Torino, secondo la L.241/90, cioè la legge sulla trasparenza, la famiglia può richiedere copia e/o visione di tutti gli atti amministrativi scolastici. In questo modo è possibile visionare verifiche e compiti in classe: è sufficiente che la famiglia inoltri una motivata richiesta scritta e la scuola è obbligata a far vedere e/o a far avere le copie dei documenti richiesti, compresi i verbali di classe e interclasse, nelle parti in cui riguardano il figlio.
Come Centro di psicoterapia a Torino vediamo come le Linee guida per i DSA (allegate al D.M. 5669 del 12 luglio 2011) prevedono, inoltre, che la scuola curi di «predisporre incontri con le famiglie coinvolte a cadenza mensile o bimestrale, a seconda delle opportunità e delle singole situazioni in esame, affinché l’operato dei docenti risulti conosciuto, condiviso e, ove necessario, coordinato con l’azione educativa della famiglia stessa»
PATTO CON LA FAMIGLIA. Se la famiglia rifiuta di firmare il PDP del figlio la scuola può decidere di non adottare le misure dispensative e gli strumenti compensativi previsti dalla legge. L’eventuale non condivisione da parte dei genitori della stesura del PDP, spiega lo psicologo infantile a Torino, non esime i docenti dal farsi carico delle difficoltà dell’alunno e dall’attivare un percorso personalizzato non formalizzato, che rientra in una normale azione didattica e non richiede l’acquisizione di un’autorizzazione ufficiale da parte della famiglia.
BIBLIOGRAFIA
www.giovannimercogliano.wordpress.com
hdl.handle.net
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