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Omogenitorialità: l’identità familiare nei figli

Presso il Centro di psicoterapia Torino riceviamo richieste di counseling da parte di coppie di genitori omosessuali che desiderano confrontarsi su temi delicati che possono incidere sul benessere psicologico dei figli. Il timore principale è legato al come possano vivere, nel confronto con i coetanei, la loro condizione di bambino/a che ha due mamme o due papà ed è quindi “diverso” dagli altri.

La psicologia sociale ci insegna come nella società ciò che riguarda la maggioranza delle persone costituisca un pensiero di normalità che non considera la minoranza se non nelle situazioni in cui questa si renda visibile. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino comunemente le persone eterosessuali non ha in mente l’omogenitorialità come reale opzione ma bensì come un concetto più astratto, eccezionale. Considerare l’omogenitorialità come un caso specifico che non viene preso normalmente in considerazione è una forma di eterosessismo, anche se non significa che siano presenti pregiudizi sull’omosessualità o una visione negativa come accade invece nell’omofobia. L’eterosessismo fa vivere in chi lo subisce un senso di disconferma, come se non esistesse, mentre quando si è vittime di omofobia il rischio è di interiorizzare critiche che squalificano la persona e la fanno sentire sbagliata. Talvolta la persona omosessuale preferisce sentirsi trasparente agli occhi degli altri, anche se il mancato riconoscimento è svalutante, ma la paura di ricevere ostilità dall’esterno rende preferibile la poca visibilità. Alcuni genitori omosessuali si domandano se non sia meglio nascondersi o quantomeno non rendersi troppo visibili al contesto di vita del bambino, per proteggerlo dai troppi sguardi indiscreti. Ma per un bambino può essere rischioso vivere nell’ombra, come se la propria tipologia di famiglia non esistesse nella mente degli altri. Nel lavoro di supporto psicologico all’omogenitorialità è importante analizzare i timori dei genitori, anche per capire se non siano presenti angosce legate all’omofobia interiorizzata che, se non adeguatamente trattate, rischiano di essere trasmesse al bambino, anche in assenza di un contesto esterno stigmatizzante.

Come spiega lo psicologo infantile a Torino l’identità di un bambino si costruisce nell’interdipendenza dal contesto in cui cresce, per questa ragione può essere negativo per un bambino avere poche possibilità di confronto con gli altri: si crea una situazione di fragilità identitaria quando il minore non si senta considerato e non abbia la possibilità di rispecchiarsi con i coetanei. Questo accade nei casi in cui il bambino non possa “mostrarsi” serenamente nel proprio contesto sociale, quando l’omogenitorialità non venga presa in considerazione e riconosciuta. Naturalmente, spiega lo psicologo infantile a Torino, anche sentirsi considerati in forma negativa crea dei danni a livello di identità e autostima, nei casi in cui sia presente la squalifica da parte del proprio contesto sociale e il bambino non abbia la possibilità di fare altre esperienze in cui interiorizzare un’immagine positiva della propria famiglia. Siamo di fronte al rischio di omofobia interiorizzata se la squalifica da parte degli altri si ripete nel tempo e il bambino si sente stigmatizzato perché i suoi genitori sono omosessuali.

Un primo passo per permettere al proprio bambino di crescere serenamente nella propria famiglia omogenitoriale è domandarsi se come persona, prima ancora che come genitore, si sia riusciti a superare i pregiudizi sociali sull’omosessualità e si abbia un buon rapporto con il proprio orientamento sessuale. Trasmettere serenamente fin dai primi anni di vita del bambino, accettazione e orgoglio verso sé stessi e verso l’altro genitore, aiuta a costruire basi solide nella struttura di personalità del figlio, questo vale sia nelle famiglie tradizionali con genitori eterosessuali che nelle famiglie omogenitoriali. Anche il contesto della famiglia allargata è importante e, per quanto possibile, riuscire a creare un buon rapporto con le famiglie d’origine, permette al bambino fin da piccolo di sentirsi adeguato e accettato all’interno di una rete sociale che trasmette sicurezza e amore.

Come psicoterapeuti psicologi a Torino consigliamo ai genitori omosessuali di aiutare il proprio bambino ad inserirsi serenamente nel contesto sociale esterno alla famiglia “preparando il terreno” affinchè si senta bene accolto ed accettato. Con l’inserimento a scuola è importante contrastare la disconferma eterosessista attraverso la visibilità nei contesti. Lo psicologo infantile a Torino consiglia ai genitori di creare fin da subito un buon rapporto con gli insegnanti e prepararli, affinchè non facciano sentire il bambino “diverso”, aiutarli a riflettere su come trasmettere alla classe il valore intrinseco a tutte le famiglie, comprese quelle diverse a quella tradizionale, in modo che tengano presenti le normali differenze che esistono nella nostra società (famiglie tradizionali, separate, ricomposte, con un solo genitore, omogenitoriali, adottive, ecc). Sarà importante anche creare buoni legami con gli altri genitori per aiutare il bambino ad aprirsi e a socializzare con i coetanei sia a scuola che nell’ambiente extrascolastico. L’apertura al contesto è una buona prassi per qualunque tipo di famiglia perché sostiene i bambini nell’inserimento tra pari.

Come contrastare la squalifica che può arrivare al bambino che subisce attacchi omofobici? Il rischio che il bambino prima o poi subisca l’impatto dei pregiudizi sociali ancora presenti nella nostra società nei confronti dell’omosessualità in generale e dell’omogenitorialità in particolare è certamente reale e i genitori devono riuscire a gestire le emozioni che suscita in loro questa eventualità. Come genitori si vorrebbe sempre proteggere il proprio bambino e non è facile immaginare che possa subire degli attacchi dall’esterno. Lo psicologo infantile a Torino spiega come si possa combattere l’impatto psicologico delle critiche attraverso la trasparenza “orgogliosa” della propria storia. E’ importante che il bambino conosca la propria origine: raccontare e valorizzare agli occhi del bambino le scelte che sono state fatte dai suoi genitori nella costruzione della propria famiglia omogenitoriale. Che la propria origine arrivi dalla PMA, da una adozione o da una famiglia ricomposta, conta molto come sono vissuti e trasmessi al bambino, da parte dei genitori, gli eventi che costituiscono le radici della sua identità. Affinchè il bambino impari a rifiutare gli attacchi esterni e diventi un adulto capace di farsi scivolare le critiche che riceve, affinchè sia capace di essere indipendente da ciò che pensano gli altri, è necessario che consolidi una buona autostima. Lo psicologo infantile a Torino spiega come i bambini che vengono bullizzati sono spesso i più fragili e vanno sostenuti nella costruzione di solide basi interne di sicurezza, in questo modo saranno certamente meno presi di mira.

Come psicoterapeuti psicologi a Torino consigliamo anche ai genitori di frequentare altre famiglie omogenitoriali per facilitare nel bambino il rispecchiamento identitario. Sentire di non essere il solo/a ad avere due mamme o due papà permette al bambino/a di normalizzare la propria condizione e attutisce l’impatto della diversità. Questo problema vale sempre per le minoranze, infatti in passato i figli di genitori eterosessuali separati si sentivano incompresi dai coetanei con cui sentivano di non poter condividere la propria condizione. Oggigiorno i figli di separati sono tanti, si confrontano tra di loro, chiedono consigli agli amici su come affrontare specifici problemi comuni, non si sentono più soli o stigmatizzati.

Per una coppia omogenitoriale la frequentazione di altre famiglie omogenitoriali può essere davvero utile perché permette il confronto e il sostegno reciproco. Come psicologi a Torino pensiamo che sia importante poter condividere esperienze comuni quotidiane e in tal senso la comunità omogenitoriale  diventa una risorsa di conoscenze e competenze apprese nel tempo che permette di prevedere, identificare ed affrontare i problemi che possono presentarsi nella gestione dei figli in relazione al contesto sociale. Reti formali (associative) o informali (il passaparola) aiutano i neogenitori a direzionarsi su strade già percorse da coppie che hanno più esperienza. Come vediamo nei percorsi di psicoterapia a Torino, i genitori omosessuali che non sono soli ma hanno una rete di riferimento riescono a sentirsi più sicuri.

La tutela della famiglia da parte della nostra società si appoggia ad istituti giuridici (per esempio matrimonio, adozione) e a rappresentazioni istituzionali (programmi scolastici, ecc) che sono ancora quasi esclusivamente eterogenitoriali. La coppia omogenitoriale deve dunque costruire delle tutele là dove mancano, attraverso il confronto per prevenire e gestire, ma in alcuni casi anche per minimizzare, i possibili fattori di rischio a cui vanno incontro i propri figli nell’inserimento sociale.

Cerchiamo dunque di riassumere (come afferma Federico Ferrari in “La famiglia inattesa. I genitori omosessuali e i loro figli”) quali sono i comportamenti che possono aiutare una coppia di genitori omosessuali a sostenere al meglio il figlio per contrastare atteggiamenti di disconferma e squalifica che possono arrivare dall’esterno:

  • Anticipazione degli eventi
  • Preparare risposte adeguate
  • Andare a parlare con la scuola
  • Visibilità all’esterno del nucleo
  • Coming out con la famiglia allargata e sistema di riferimento
  • Trasparenza interna al nucleo familiare
  • Coming out con i figli
  • Crescere i figli nella verità delle loro origini
  • Rinegoziare gli accordi di cogenitorialità
  • Informazioni corrette sull’omogenitorialità

Ogni famiglia è diversa dalle altre ed è in grado di trovare le proprie soluzioni e come psicoterapeuti a Torino pensiamo che il confronto con la comunità omogenitoriale offra riflessioni che possano aiutare la coppia omosessuale nella propria ricerca creativa e unica di educare i propri figli. Presso il Centro di psicoterapia a Torino è possibile trovare ascolto ai dubbi e alle paure dei genitori e intraprendere un percorso di sostegno all’omogenitorialità nei casi in cui si senta il bisogno di ricevere supporto.

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