Con nuove dipendenze si identificano tutte quelle forme di dipendenza comportamentale in cui non è implicato l’intervento di alcuna sostanza chimica. Le nuove dipendenze, definite anche “new addictions” sono legate a oggetti o attività che vengono accettate nella nostra società, ma che possono diventare, al pari delle droghe, una necessità a cui la persona non può più sottrarsi. In questi casi viene progressivamente persa la capacità di controllo sulle proprie emozioni e sui propri comportamenti. Come psicoterapeuti psicologi a Torino osserviamo come l’oggetto o il comportamento che crea dipendenza, smette di svolgere un ruolo sociale per diventare fonte di sofferenza, in una ricerca ossessiva di cui la persona non può fare a meno, fino a distruggere progressivamente la propria vita e quella delle persone che sono accanto. La dipendenza porta alla ricerca di un oggetto o di un comportamento senza il quale l’esistenza diventa priva di significato. La “nuova droga” diviene l’interesse principale e crea schiavitù, senza di essa emerge un intenso malessere nel soggetto, irritabilità, ansia, depressione, ma spesso anche sintomi fisici quali vertigini, nausea, dolori alla testa, ecc.
Qui di seguito tratteremo alcune delle forme più diffuse delle nuove dipendenze, rispetto alle quali è possibile richiedere presso il Centro di psicoterapia e psicologia clinica Torino una consulenza psicologica (counseling psicologico):
- Ciberdipendenze – dipendenza da internet
- Shopping compulsivo
- Dipendenza affettiva
- Dipendenza sessuale
- Dipendenza da gioco d’azzardo
- Dipendenza dal lavoro
- Dipendenza dall’attività fisica, sport
La dipendenza patologica, il passaggio dall’uso all’abuso, nasce quando questi tipi di esperienza diventano necessari per evitare sentimenti spiacevoli quali ansia, depressione, un senso di malessere psicologico generalizzato, una noia che assume la forma di un vuoto affettivo, ecc. La dipendenza allora può essere considerata, nella nostra esperienza di psicoterapeuti Torino, come un tentativo di provare emozioni intense, di ricreare uno stato di benessere, magari nel desiderio di ritrovare un equilibrio interiore e allontanare la sofferenza. Uno dei problemi alla base delle new addictions sembra essere quello di riempire l’esistenza. Nella nostra società sono avvenuti grandi cambiamenti nello stile di vita delle persone: da un lato il benessere ha permesso di superare i problemi che dovevano affrontare le generazioni precedenti alla nostra, dall’altro ha creato e spesso crea nel quotidiano, falsi bisogni che devono essere appagati e aspettative che non possono essere realizzate. Adulti e giovani adolescenti vivono sempre di più lo stress di giornate troppo piene, non riuscendo a sottrarsi a richieste sociali che vedono nell’immagine esteriore la realizzazione del successo, creando l’ambizione di dover apparire sempre all’altezza in tutte le situazioni, sia nella sfera personale che lavorativa, anche quando dentro ci si sente fragili e insicuri. Talvolta ci si può sentire oppressi dalle richieste esterne e sale forte il desiderio di ricevere subito risposta ai propri bisogni, ottenere gratificazioni immediate per eliminare lo stress e il senso di malessere interiore. Le nuove dipendenze vanno illusoriamente a colmare questi bisogni psicologici, ma si tratta di un falso conforto. Presso il centro psicologia Torino vediamo persone che ricorrono all’abuso di un determinato comportamento, il quale inizialmente pare essere un mezzo per provare piacere e trovare sollievo, e si ritrovano dipendenti dalla loro “droga” perdendo il controllo su se stessi e sulla possibilità di scegliere, di dire “no” a quella determinata situazione. Le dipendenze possono avere come oggetto una sostanza (intendendo non solo la droga ma anche ad esempio il cibo di cui si occupa lo psicologo disturbi alimentari) e di questo parleremo in un’altra sezione, oppure una situazione o un bene di consumo, o ancora una specifica relazione affettiva (genitori, persone di riferimento nella vita privata o nell’ambiente professionale, partner amorosi o sessuali). Come psicoterapeuti psicologi a Torino vogliamo specificare che si tratta di nuove dipendenze quando la persona non riesce più a resistere all’impulso di realizzare un certo comportamento, sente crescere dentro di sé la tensione prima di attuarlo e durante l’esperienza perde il controllo; nonostante il proposito di ridurre o smettere quel dato comportamento che la persona si rende conto essere diventato dannoso, si trova a ripeterlo nel tempo come prima o più di prima.
CIBERDIPENDENZE – DIPENDENZA DA INTERNET
All’interno dell’insieme delle ciberdipendenze, di particolare rilievo per la sua ampia diffusione negli ultimi anni troviamo la dipendenza da internet, ma parliamo anche di altri tipi di dipendenze da oggetti tecnologici come quella televisiva, dal computer in svariate forme (chat, giochi interattivi, ecc), dalla play station, dal cellulare, ecc. L’uso dei mezzi di comunicazione di massa occupa oggigiorno uno spazio centrale nella vita delle persone e soprattutto nei più giovani la tecnologia riempie quasi interamente il tempo libero, con il rischio di un impoverimento delle esperienze dirette con la realtà e del contatto relazionale con le altre persone: spesso sono gli strumenti tecnologici a fornire una “compagnia virtuale” che sostituisce quella reale.
Internet è un mezzo che per molti aspetti consente un miglioramento nella vita, milioni di persone a casa, presso la loro sede lavorativa, a scuola, lo usano come strumento per ricercare informazioni utili, spedire e-mail, aggiornarsi, ma questa risorsa può diventare un pericolo per chi non riesce a farne un uso adeguato. Oggi infatti è stato riconosciuto il disturbo di Dipendenza da Internet come una vera e propria dipendenza patologica. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino sempre più persone giungono alla consultazione psicologica (counseling psicologico) portando esperienze angoscianti legate a questo strumento tecnologico e alla perdita di controllo del suo uso. Gli internet dipendenti arrivano a trascorrere anche oltre le 6 ore al giorno connessi alla rete, controllando ripetutamente le e-mail, frequentando chat gruppi di discussione o comunità virtuali, ricercando informazioni in quantità eccessiva, perdendosi per ore in giochi interattivi. Le persone, come riferito nel counseling psicologico, arrivano a trascurare la famiglia, gli affetti, il lavoro, non prestano più attenzione alle relazioni sociali e perfino ai loro fabbisogni essenziali per la salute, quali mangiare, dormire ecc.. Spesso succede, come ci viene riferito da pazienti del Centro psicologia Torino, che dopo la sospensione o la riduzione dell’uso delle rete i soggetti dipendenti manifestino una agitazione psicomotoria, ansia depressione o pensieri ossessivi.
I più giovani spesso arrivano al Centro di psicoterapia e psicologia clinica Torino dopo aver abbandonato la scuola, vivendo un forte isolamento e ritiro sociale ricercando il contatto con gli altri ma solo “virtualmente”. La Rete può essere molto allettante soprattutto per le persone più fragili: permette di annullare le distanze, potersi lasciar andare emotivamente sentendosi “protetti”, inventarsi una differente identità seppur si tratta di finzione, sentire di far parte di più gruppi. Spesso il comportamento dipendente nasce dalla ricerca di un mondo virtuale dove poter trovare soddisfazione ai bisogni non realizzati o ritenuti irrealizzabili nel mondo reale che può essere caratterizzato da vissuti d’ansia di depressione, solitudine insicurezza difficoltà relazionali, stress dovuto al lavoro problemi finanziari o di coppia. La Rete rischia di attrarre verso scenari a rischio chi sta attraversando un momento di fragilità emotiva oppure chi è impreparato (come i bambini e gli adolescenti), con il pericolo di diventare vittime di violenza, pornografia, sessualità vissuta in maniera distorta, come talvolta rileviamo nella nostra esperienza di psicoterapeuti Torino.
Nella dipendenza da internet il virtuale acquista un’importanza sempre maggiore rispetto al reale dal quale la persona tende ad estraniarsi sempre più. La dipendenza da Internet, di cui ci occupiamo presso il Centro psicoterapia Torino, comprende: La dipendenza cyber-sessuale (o sesso virtuale), in cui soggetti sono dediti allo scambio continuo e alla visione di materiale pornografico, e spesso, sono frequentatori di chat per soli adulti; La dipendenza cyber-relazionale (o delle relazioni virtuali), in cui il soggetto si costruisce una rete di relazioni virtuali che vanno a sostituire totalmente i rapporti della vita reale, causando problemi nell’ambito familiare e relazionale; Net Gaming, ovvero la dipendenza dai giochi di rete che comprende anche il gioco d’azzardo, l’acquisto compulsivo su aste online, l’utilizzo di casinò ondine, che portano alla perdita di ingenti quantità di denaro e di gran parte delle ore del giorno; Sovraccarico cognitivo che implica l’utilizzo smodato di database virtuali, per la raccolta di dati e informazioni, che va ad influire negativamente sul rendimento lavorativo e l’aspetto relazionale; Giochi al computer, ovvero la dipendenza dai giochi non rintracciabili su internet, ma accessibili perché parte dei sistemi operativi maggiormente usati.
Tra gli strumenti tecnologici presenti nelle ciberdipendenze troviamo anche la televisione. Il teleabuso può assumere la forma di un uso eccessivo della televisione e/o di un’ assoluto assorbimento del telespettatore nello schermo per un tempo prolungato. Le consegueze si possono identificare con una sorta di intossicazione televisiva che, soprattutto nel caso dei bambini può essere pericolosa: si verificano una specie di trance estetica, uno stato di inerzia che causa impoverimento nell’utilizzo delle funzioni cerebrali, inducendo un certo grado di passività e apatia (perdita di iniziativa, riduzione della capacità di riflettere, mancanza di motivazione). Per questi motivi è importante che i bambini non abusino della televisione o che possano essere affiancati da un adulto che, con i suoi commenti, riporti ogni tanto il minore ad una relazione reale. I bambini iniziano a fare i capricci per guardare la Tv già da molto piccoli, perché fornisce una grande attrattiva, ma anche molti adolescenti o adulti possono arrivare a trascorrere una quantità di tempo eccessiva di fronte allo schermo televisivo e questo comportamento se protratto nel tempo trasformandosi in uno stile di vita può causare non pochi problemi. Quando si sviluppa una dipendenza dalla Tv, progressivamente, si trascurano le proprie attività, lo studio, il lavoro, altre attività ricreative, le relazioni familiari, e tutto appare al teledipendente un ostacolo che può distoglierlo dalla sua passione principale senza la quale può scoppiare in crisi rabbiose. Come conseguenza, nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, la sfera cognitiva e affettiva della persona si impoverisce lasciando lo spazio ad un atteggiamento passivo caratterizzato da apatia e riduzione del senso critico.
Anche l’uso del cellulare, che fa parte degli strumenti di uso comune della vita delle persone, può creare una forma di dipendenza soprattutto in età giovanile. L’abuso del telefonino può accompagnarsi ad altre forme di ciberdipendenza e sostenere la difficoltà del soggetto ad instaurare sani rapporti e la tendenza ad isolarsi dal contesto relazionale. Il cellulare può diventare una “parte di sé” senza il quale si vive un grosso disagio e senso di vuoto, che nei ragazzi dipendenti può esprimersi con tic, atteggiamenti ansiosi e nervosismo.
La nostra esperienza clinica di psicologi a Torino, evidenzia come le persone che soffrono di dipendenza dai mezzi tecnologici arrivino a chiedere un aiuto psicologico spesso solo su insistenza dei familiari o amici, in quanto, il forte senso di piacere non consente loro di riconoscere di avere un problema e quindi di richiedere aiuto. Il Centro psicoterapia Torino offre, dopo un percorso di valutazione, sia interventi di psicoterapia individuali che di gruppo, quest’ultimo particolarmente indicato come intervento terapeutico sulle dipendenze. Il gruppo infatti è uno spazio in cui i partecipanti accomunati da uno stesso problema, possono imparare a controllare i comportamenti disfunzionali, scoprendone il significato anche attraverso il confronto e la condivisione con altri di emozioni sentimenti e storie di vita.
SHOPPING COMPULSIVO
Lo shopping dovrebbe essere un momento distensivo di piacere personale, un modo per coccolarsi e alleviare tensioni senza assumere un carattere di dipendenza trasformandosi in una droga con conseguenze spiacevoli a danno della sfera psicologica relazionale e lavorativa. Da recenti sondaggi, quasi tutti i soggetti che soffrono di questo disturbo è rappresentato da donne che appartengono ad una fascia sociale media, con un’età media di 40 anni. Già dall’adolescenza si possono individuare i primi segnali e i primi sintomi della dipendenza da shopping, una dipendenza che spesso viene incoraggiata dai mass media con continue campagne pubblicitarie su ogni genere di prodotto e alimentata con tecniche psicologiche di persuasione all’acquisto sempre più raffinate, da parte delle aziende produttrici. Con l’aumento dei mezzi tecnologici negli ultimi anni si è modificato anche il canale attraverso cui effettuare acquisti e sempre più spesso si assiste, accanto a quella tradizionale, ad una nuova forma di dipendenza dagli acquisti: lo shopping compulsivo on line. Il disturbo colpisce più frequentemente le donne perché maggiormente sensibili al culto dell’immagine e all’influenza della moda, traducendosi nella ricerca dell’abbigliamento, scarpe, cosmetici e gioielli, ma anche molti uomini possono soffrire di shopping compulsivo orientandosi di più verso l’acquisto di mezzi tecnologici e accessori per l’automobile. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, dietro al consumismo portato a livelli estremi si trova sempre un grande senso di solitudine e un basso livello di stima verso sé stessi, ma poiché questo disturbo rientra nelle dipendenze da comportamento, difficilmente la persona che ne soffre riceve comprensione da chi la circonda, attirandosi spesso critiche che aumentano il senso di colpa, vergogna e delusione verso sé stessi. La compulsione all’acquisto è sottesa da un desiderio irrefrenabile di entrare in possesso di oggetti che spesso non sono necessari, possono non andare incontro ai gusti del compratore e non riflettere le possibilità economiche dello stesso, con il rischio di causare nel tempo problemi finanziari anche di grossa portata.
Quattro sono gli elementi chiave per una lettura psicologica dello shopping compulsivo: innanzitutto la compulsività degli acquisti, il cui obiettivo è il contenimento dell’ansia. Chi è affetto da dipendenza da shopping afferma di sentirsi assalito dal bisogno urgente di comprare, come in preda ad un’ossessione che lo costringe a mettere in atto il comportamento, quasi costretto da un impulso irrefrenabile e intrusivo, mentre quando non viene effettuato l’acquisto la persona vive sentimenti di ansia e irritabilità. Bisogna considerare lo shopping compulsivo come un tentativo messo in atto per alleviare uno stato depressivo sottostante di cui il soggetto non sempre è consapevole. La felicità, il senso di potere e di sollievo che lo shopper sente dopo gli acquisti va a colmare un vuoto relazionale e affettivo che il soggetto sta vivendo in quel particolare periodo della propria vita o da anni, ma il senso di sollievo che segue l’acquisto è quasi sempre accompagnato da vissuti di colpa e fallimento. Presso il centro psicoterapia Torino alcune persone che hanno sofferto di questo disturbo riferiscono che dietro a tale dipendenza è presente la ricerca di un senso di libertà e di espressione di sé stessi, ma al contrario lo shopping compulsivo li ha portati ad essere individui dipendenti dal mondo esterno, dipendenti dal consumismo e dal bisogno di apparenza, sempre più soli a livello relazionale e con la sola compagnia “delle cose”. Un terzo elemento di questa patologia è la somiglianza con la dipendenza da sostanze: in entrambi i disturbi assistiamo a fenomeni di craving, tolleranza e astinenza, senza la valvola di sfogo dell’acquistare continuamente, la persona sente aumentare l’ansia, la tensione e un profondo senso di apatia esistenziale. È presente quindi come quarto elemento un deficit nel controllare i propri impulsi all’acquisto, dove l’impulso a comprare viene vissuto in modo irresistibile.
Il Centro psicoterapia si avvale di psicologi a Torino e di psicoterapeuti a Torino che, dopo un percorso di valutazione, aiutano i soggetti affetti da shopping compulsivo a liberarsi da questa dipendenza e migliorare la sfera relazionale. Lo strumento utilizzato è la psicoterapia attraverso la quale comprendere i significati soggettivi e molteplici del sintomo, che è il tentativo disfunzionale di dar voce ad un profondo malessere, al timore di essere poco desiderabile e incapace di creare relazioni affettive appaganti e stabili. Il lavoro terapeutico aiuta la persona a liberarsi dal timore dell’opinione altrui e a sentirsi gradualmente apprezzabile per ciò che è e non per ciò che possiede.
DIPENDENZA AFFETTIVA
Come psicoterapeuti a Torino ci occupiamo di curare la dipendenza affettiva che può instaurarsi sia verso propri familiari che nei confronti di altre figure di riferimento nella vita della persona, in particolare il proprio partner. Come psicologi a Torino veniamo spesso contattati per questo tipo di problematica da soggetti indipendenti da un punto di vista materiale, lavorativo, capaci di muoversi in maniera competente nella gestione degli aspetti pratici della vita, ma che non si sentono davvero autonomi interiormente. La persona di cui non si può fare a meno quando si parla di dipendenza affettiva diventa un riferimento costante che condiziona profondamente, con il suo giudizio o con i comportamenti e la cui presenza è ritenuta indispensabile nella propria vita.
Nella nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino spesso la dipendenza affettiva si connota da mancanza di reciprocità nella vita affettiva, l’individuo che ne soffre vede nel legame con un’altra persona, il più delle volte sfuggente, l’unico scopo della propria esistenza e il riempimento dei propri vuoti affettivi. Talvolta, in questo tipo di unione viene a crearsi uno squilibrio tra il dare e il ricevere, tra i propri confini e lo spazio condiviso; l’amore invece che un’occasione di crescita diventa una gabbia senza possibilità di fuga, con pareti fatte di dolore. Questo è quello che succede quando si scivola nella dipendenza affettiva. Non sempre la differenza tra amore e dipendenza affettiva è così netta. Può addirittura accadere che i due fenomeni si confondano. La chiave di distinzione sta nel grado di autonomia dell’individuo e nella sua capacità di trovare un senso in se stesso. Diversamente da quanto comunemente si crede, l’amore nasce dall’incontro di due unità, non di due metà. Solo se ci si percepisce nella propria completezza è possibile donarsi senza annullarsi, senza perdersi nell’altro. Chi è affetto da dipendenza affettiva, non essendo autonomo, non riesce a vivere l’amore nella sua profondità e intimità. La paura dell’abbandono, della separazione, della solitudine generano un costante stato di tensione. La presenza dell’altro non è più una libera scelta ma è vissuta come una questione di vita o di morte: senza l’altro non si ha la percezione di esistere. I propri bisogni e desideri individuali vengono negati e annullati in una relazione simbiotica. La dipendenza affettiva, diversamente da quanto a volte si manifesta all’evidenza, non è un fenomeno che riguarda una sola persona, ma è una dinamica a due. Nella nostra esperienza di psicologi a Torino abbiamo potuto osservare che talvolta il partner del “dipendente affettivo” è un soggetto problematico, che maschera la propria dipendenza affettiva con una dipendenza da droga, alcol o gioco d’azzardo. In questo caso i problemi del compagno diventano la giustificazione per dedicarsi interamente all’altro bisognoso, non prendendosi il rischio di condurre un’esistenza per sé. Altre volte la persona amata è rifiutante, sfuggente o irraggiungibile, per esempio sposata o non interessata alla relazione. In entrambi i casi quello che seduce è la lotta: la dipendenza si alimenta del desiderio di essere amati proprio da chi non ci ricambia in modo soddisfacente, e cresce in proporzione al rifiuto, anzi se non ci fosse quest’ultimo, il presunto amore non durerebbe. La persona che ha una dipendenza affettiva di solito soffoca ogni desiderio e interesse individuale per occuparsi dell’altro ma inevitabilmente viene delusa e il suo amore prende la forma del risentimento. Allo stesso tempo non riesce ad interrompere la relazione, in virtù di ciò che definisce “amare troppo”, non rendendosi conto che questo comportamento distrugge l’amore che richiede invece autonomia e reciprocità. La dedizione ad amare può spingersi fino a situazioni estreme: si sopportano maltrattamenti psicologici, talvolta anche fisici, porta a continui sacrifici, si può arrivare ad annullare sé stessi per il partner. La finalità dell’amore non è più la crescita dell’io o della relazione ma l’autodistruzione nell’incapacità di mettere limiti alla sofferenza che viene inflitta e subita.
La dipendenza affettiva nasconde spesso da una bassa autostima, un’insufficiente senso del valore personale, che possono avere avuto origine da esperienze infantili dolorose e/o da uno sguardo rigido verso sé stessi con tratti di natura depressiva. Come psicoterapeuti psicologi a Torino vediamo che in questi casi può essere difficicile per la persona aspettarsi da una storia d’amore un reciproco riconoscimento dei bisogni, in un modo disinteressato che non cerca di manipolare l’altro per i propri fini, un rapporto fondato sulla scelta reciproca di donarsi. Questo tipo di intimità è possibile se si è raggiunta l’autonomia personale, la capacità di mostrarsi per come si è autenticamente, lasciando emergere anche le debolezze e senza il bisogno di controllare l’altro. Comprendersi , all’interno di una relazione d’amore, significa saper regolare vicinanza e distanza, saper rispettare i confini dell’altro.
Il Centro psicoterapia Torino si occupa di prendere in carico il paziente affetto da tale problematica partendo da una valutazione approfondita del funzionamento intrapsichico della persona e del suo contesto relazionale; questo primo intervento di psicologia clinica, con i professionisti psicologi a Torino del Centro psicoterapia, accompagnerà la persona in una migliore comprensione dell’origine della propria sofferenza suggerendo anche il tipo d’intervento utile per la risoluzione delle sue problematiche. Il counseling psic ha come finalità, in queste situazioni, la comprensione che l’amore dovrebbe essere generoso, ma anche egoistico in un senso sano del termine, poiché può diventare nocivo far dipendere il proprio benessere e la propria stabilità affettiva da un’altra persona.
DIPENDENZA SESSUALE
Vivere una sessualità intensa, intesa come spazio relazionale in cui scambiarsi piacere e come momento di intimità profonda con il partner è certamente un’esperienza positiva per la persona, anche quando la frequenza dei rapporti è elevata. Gli eccessi sessuali diventano un problema solo quando si va incontro ad una perdita del controllo con la conseguente impossibilità di dire di no: la sessualità perde, in questi casi, una connotazione piacevole e giocosa, non è più un mezzo di comunicazione relazionale ma si trasforma in un’ossessione, un mezzo per combattere lo stress e prendersi cura di sé. Per dipendenza sessuale s’intende una relazione patologica con il sesso che diventa il principale modo per fuggire da sentimenti negativi o dolorosi, nonché dalle relazioni intime vissute come difficili da gestire in quanto attivano sentimenti che spaventano. Nella ricerca ossessiva del sesso la persona può arrivare a mettere in secondo piano gli altri aspetti importanti della propria vita, la sfera relazionale dei propri affetti, la salute, la professione. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino il sesso consente alla persona che soffre di dipendenza di sperimentare una pseudo sicurezza, l’illusione di un sentimento di connessione interpersonale, il controllo dei propri comportamenti e l’idea di una vita piena di significato. La relazione patologica con l’attività sessuale fornisce, oltre alla sensazione di piacere, l’illusione di avere il controllo sul proprio disagio relazionale e diviene il bisogno assoluto, rispetto al quale tutto il resto viene sacrificato, incluse le persone. Il comportamento sessuale fa parte di un insieme di pensieri, vissuti e comportamenti che il soggetto sofferente non riesce più a controllare. Tutta questa sfera viene spesso tenuta segreta all’esterno, perché accompagnata da sentimenti di vergogna, di colpa: dopo l’orgasmo queste persone stanno molto male, soffrono della loro situazione e provano una grande rabbia verso loro stesse. Si instaura così un circolo vizioso poiché la pressione esercitata dai pensieri negativi e dalla disperazione vissuta in solitudine, portano a cercare sollievo nel sesso. Come per le tossicodipendenze, l’euforia che deriva dal comportamento sessuale dura tanto quanto il rituale sessuale. Presso il centro di psicoterapia Torino si può trovare un valido aiuto, attraverso il counseling psicologico, per elaborare sentimenti negativi di autosvalutazione, di vergogna, un sistema di convinzioni disfunzionali su se stessi e sui propri bisogni relazionali. Un percorso di psicoterapia a Torino può essere di grande sollievo per queste persone, permette loro di uscire dalla solitudine che sperimentano e condividere aspetti di sé fino a quel momento tenuti segreti, primo passo questo per poter uscire dalla dipendenza per trovare modalità più funzionali per affrontare il disagio psicologico. La dipendenza sessuale va distinta dalla porno dipendenza che negli ultimi anni ha trovato nel mezzo di internet un facile canale di accesso tramite gli innumerevoli siti pornografici disponibili in rete. Questo disturbo infatti lo abbiamo inserito all’interno delle dipendenze da internet.
DIPENDENZA DAL LAVORO
Il famoso proverbio “il lavoro nobilita l’uomo” non potrebbe essere più vero nella misura in cui la sfera professionale, oltre che a garantire la fonte di reddito, rappresenta in molti casi un’area di espressione di sé, garantisce un ruolo nella società, può costituire un aspetto fondante dell’identità di un individuo. Ma anche il lavorare può assumere una forma di dipendenza patologica, già osservata da una cinquantina di anni, anche se un tempo ne erano colpiti quasi esclusivamente gli uomini mentre recentemente, con il cambiamento culturale, è aumentata la frequenza di questo disturbo anche tra le dipendenze femminili. Quando si parla di dipendenza dal lavoro, si intende la situazione in cui quest’ultimo perde nella vita della persona la sua funzione di approvvigionamento delle risorse economiche necessarie alla sopravvivenza, ma si trasforma in una droga che serve a compensare la sofferenza interiore e i problemi familiari, una via di fuga dal sentimento di vuoto interiore. Non c’è nulla di male se una persona decide in un momento di “crisi” di buttarsi nel lavoro per non pensare, ma nella dipendenza questo comportamento assume una forma assoluta e rigida di cui il soggetto non può fare a meno, subendone gravi ripercussioni anziché riceverne una funzione di sostegno. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino la dipendenza da lavoro sottende una ricerca sfrenata di successo e potere, che una volta raggiunti gratificano la persona e le fanno sperimentare intenso piacere, ma quando cala l’ebrezza emotiva non può più essere tollerata la mancanza di tali forti sensazioni e la persona si sente “crollare”.
Un elemento da considerare è che nella cultura occidentale di cui facciamo parte, il lavoro è alla base dell’integrazione sociale, senza di esso si viene discriminati come soggetti non aventi pieni diritti, e l’indipendenza economica diviene necessaria per sostenere la l’autonomia individuale. Per queste ragioni avere un lavoro è di per sé una forma di valore personale, contribuisce a innalzare l’immagine che la persona ha di sé e come si vive di fronte al mondo, anche quando la professione svolta risulta poco piacevole. Nella nostra cultura può quindi risultare difficile agli occhi dell’opinione pubblica riconoscere “la patologia” che può nascondersi dietro alla dipendenza da lavoro. La persona dipendente ha bisogno di passare la maggior parte della propria esistenza dedicandosi al lavoro, come emerge dal counselling psicologico, sacrifica completamente o quasi la propria vita privata e familiare: le relazioni familiari sono le prime a soffrire in questi casi, muore l’intimità con i propri cari, sostituita dalla rabbia del dipendente e da un atteggiamento di marcata superiorità. Questo disturbo, come emerge nei casi da noi trattati in psicoterapia a Torino, porta la persona che ne soffre ad essere ossessionata dal lavoro, tutti i suoi pensieri sono rivolti alla risoluzione di situazioni che riguardano la sfera professionale, i sentimenti, le azioni e le energie sono assorbite da problemi reali o presunti che riguardano il lavoro, il rapporto con i colleghi desta preoccupazioni e spesso anche di notte la persona è tormentata da incubi riguardanti aspetti della vita lavorativa o soffre di insonnia perchè continua a rimuginare sugli stessi temi. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, la quantità di lavoro che queste persone svolgono è sorprendente e la loro necessità è di accumulare sempre più mansioni al fine di non sentire “il vuoto”, preferiscono essere costantemente sotto pressione per sovrastare un vissuto sottostante di inutilità esistenziale; riescono a rafforzare la propria autostima grazie ai complimenti e all’ammirazione che meritano per la forza inesauribile con cui svolgono le loro attività lavorative, i rimandi degli altri possono assumere la forma dell’ammirazione e della commiserazione per i troppi impegni che queste persone appaiono tenute a svolgere. Il prestigio è la linfa vitale di chi soffre di questo disturbo, non può farne a meno perché sente che il proprio valore personale dipende dal rendimento, con una conseguente ansia costante da prestazione: non avere successo equivale in questa logica al non essere meritevole di affetto e considerazione, se non si ottengono buoni risultati non si vale nulla come persone. Attraverso il counselling psicologico e la psicoterapia queste persone riconoscono l’enorme fatica che comporta il loro stile di vita, lo stress da lavoro può raggiungere soglie intollerabili e portare a esaurimento, forme depressive, timori irrazionali, disturbi nella concentrazione. Tutto l’organismo ne risente e possono insorgere disturbi fisici e psicosomatici come cefalea, ulcera, problemi cardiaci o circolatori. Nonostante il quadro preoccupante la persona che soffre di dipendenza dal lavoro non riesce a fermarsi, mal sopporta il tempo libero e il riposo, non riesce a rilassarsi in vacanza e trascura la vita familiare. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino questi individui arrivano ad assumere comportamenti aggressivi e intolleranti verso i colleghi, sono impossessati da una smania di soddisfazione professionale che si alimenta di continua competizione con gli altri.
Non è facile per chi soffre di dipendenza da lavoro rivolgersi ad un professionista in cerca di aiuto, alcune persone hanno richiesto una consulenza al Centro psicologia Torino quando si sono accorte che anche il rendimento lavorativo aveva subito un grosso calo a causa della stanchezza, anche in seguito all’insonnia o alla volontaria diminuzione delle ore di sonno per non “sprecare” tempo utile alla professione. Può accadere che se non si intervenga in questi casi con una psicoterapia a Torino, il passo successivo sia la ricerca da parte della persona di sostanze psicoattive che possano migliorare lo stato di attenzione e vigilanza (si inizia con nicotina e caffeina fino alla ricerca di sostanze stupefacenti). Molto spesso sono i familiari a richiedere un intervento psicologico per migliorare i rapporti con la persona dipendente che sentono sempre più distante. Presso il Centro psicoterapia Torino è possibile richiedere un appuntamento con uno psicoterapeuta in grado di leggere la sofferenza che affligge queste persone e offrire la possibilità di un lavoro psicologi accedere ad un cambiamento.
DIPENDENZA DALLO SPORT (OVERTRAINING)
L’attività fisica è uno degli ingredienti di un corretto stile di vita, preposto al mantenimento del benessere e dell’equilibrio psicofisico, ma lo sport deve essere praticato nell’accettazione e nel rispetto dei propri limiti e calibrato sulla base delle caratteristiche individuali. Nella vita sportiva di ognuno è possibile incontrare episodi in cui l’allenamento abbia comportato un sovraccarico per l’organismo, dove i propri limiti siano stati oltrepassati e risulti necessario un periodo di riposo, per permettere al fisico di recuperare e superare così il senso di affaticamento accumulato. Ma quando “l’eccesso di training” diventa cronico e la persona non è più in contatto con i segnali di stanchezza che l’organismo invia, oppure li ignora e continua a sottoporsi costantemente ad una attività fisica esagerata si parla di dipendenza da sport o sindrome da overtraining (OT). Come psicoterapeuti psicologi a Torino ci è capitato di trattare persone che, non accettando i naturali cambiamenti del proprio fisico dovuti al passare del tempo, si sottoponevano ad un allenamento sportivo eccessivo per sfuggire all’invecchiamento, anche a rischio di danneggiare l’organismo. Attraverso il counselling psicologico ascoltiamo i racconti di pazienti ossessionati dalla cura del corpo, che si impongono sforzi esagerati, senza aver valutato con il personale competente un programma di esercizi adatto alle loro esigenze. Sembra in questi casi che l’obiettivo di raggiungere una forma fisica perfetta diventi la cosa più importante, anche quando la persona accusa malessere, l’organismo è costretto a sostenere livelli impensabili di prestazione fisica, in maniera indiscriminata e senza potersi concedere tempi sufficienti di recupero tra un allenamento e quello successivo. Questo comportamento oltre che denotare malessere sul piano psicologico rischia di danneggiare l’organismo anche in maniera grave, non sono isolati i casi di ictus o infarto, e comunque in queste situazioni il fisico “si esaurisce” perché non ha sufficienti tempi di recupero. Le conseguenze su un piano fisico della dipendenza dallo sport sono: una stanchezza cronica che comporta un affaticamento esagerato di fronte ad ogni minimo sforzo, un abbassamento di tutte le prestazioni fisiche, disturbi nel sonno, problemi a livello gastrointestinale e intolleranze alimentari. Durante il counseling psicologico le persone che soffrono di dipendenza dallo sport riferiscono di sentirsi cambiati anche su un versante emotivo, si accorgono di una perdita di attenzione e concentrazione, non sentono più il desiderio di allenarsi anche se non possono farne a meno, sono molto irritabili e arrabbiati con sé stessi.
Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino la dipendenza dallo sport spesso si accompagna ad una cattiva alimentazione, talvolta associata all’uso di sostanze mediche che non sono state prescritte per una necessità fisica e vengono assunte senza un’adeguata valutazione medica, al solo scopo di migliorare la prestazione sportiva o per modellare il corpo a proprio piacimento, ad esempio per favorire l’aumento della muscolatura. Lo psicologo disturbi alimentari rileva come spesso le patologie legate al rapporto con il cibo possano associarsi ad un disturbo di overtraining, come nel comportamento di molte ragazze anoressiche, che per dimagrire sempre di più, si sottopongono ad un esercizio fisico continuo ed esagerato e un regime di vita non conforme alle norme sportive. Come osserviamo presso il Centro psicologia clinica Torino talvolta la dipendenza dallo sport può associarsi alla dipendenza da sostanze, poiché in molti casi chi ha questo disturbo ricorre all’uso di doping o a sostanze farmacologiche che modificano l’apparato ematologico, endocrinonologico, senza che siano state prescritte indicazioni terapeutiche in tal senso; tali sostanze nel tempo possono causare anche gravi problemi di salute, oltre che modificare la percezione che la persona ha di sé e la propria immagine corporea.
Gli studi scientifici hanno ormai dimostrato che lo sport praticato in giuste dosi può aiutare le persone a sentirsi meglio anche su un versante psicologico e per questa ragione l’attività fisica contribuisce a sanare stati transitori ansioso- depressivi. Ma per la persona che soffre di dipendenza dallo sport l’attività fisica diviene una droga, che produce piacere e senza la quale si va incontro a veri e propri sintomi di astinenza. Per queste ragioni l’attività sportiva rischia di dominare in maniera progressiva l’intera vita. Presso il Centro psicoterapia Torino è possibile richiedere un colloquio di valutazione quando si ha la sensazione che l’attività fisica rappresenti per sé stessi l’unico mezzo per regolare i propri sbalzi di umore e senza la quale si percepisce il rischio di un equilibrio ad alta instabilità.
DIPENDENZA DA GIOCO D’AZZARDO
Sotto il termine gioco d’azzardo vengono compresi tutti quei giochi di scommessa di denaro sul risultato di un evento futuro: ci sono i giochi di società, come nel caso della roulette, le carte, i dadi, oppure i giochi in cui si cerca di indovinare l’esito di una gara, un evento sportivo come il calcio, la vittoria di un cavallo da corsa, oppure tutti quei giochi in cui si cerca di indovinare l’estrazione di numeri; queste tra le più comuni tipologie di scommesse ma ne esistono molte altre. Nella nostra società è facile accedere al gioco d’azzardo, sia recandosi in una delle tante agenzie di scommesse presenti in tutto il territorio nazionale (sale bingo, casinò, semplici ricevitorie per i giochi più comuni quali il totocalcio, superenalotto o slotmachine presenti in molti bar), sia collegandosi attraverso internet ad uno dei tanti siti presenti, dove per scommettere è sufficiente possedere una carta di credito. Il gioco d’azzardo on-line, nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, risulta essere ancora più pericoloso per coloro che hanno una personalità incline alla dipendenza. Nella solitudine della propria stanza il giocatore può infatti abbandonare completamente i freni inibitori e superare facilmente gli eventuali problemi pratici, accedendo al gioco in qualunque momento della giornata e in maniera continuativa nel tempo, senza il timore di esser visto e giudicato da altre persone. In questa situazione si perde completamente la funzione socializzante del gioco, che ancora più facilmente può trasformarsi in compulsione di un rituale solitario.
Non tutte le persone che giocano d’azzardo soffrono di una dipendenza patologica, molti giocatori sono in grado di fermarsi al momento opportuno, per loro il gioco è un momento di relax con l’obiettivo di un guadagno facile e un frangente eccitante di rischio. Chi soffre di dipendenza dal gioco d’azzardo non è in grado di abbandonare il gioco e continua a puntare ingenti somme di denaro anche in seguito a numerose sconfitte. Il gioco d’azzardo diventa una vera e propria droga e la dipendenza porta il giocatore ad aumentare la frequenza delle giocate, a passare sempre più tempo in questa attività, il denaro speso alla ricerca apparente di compensare le perdite è sempre maggiore e l’investimento economico è superiore alle proprie possibilità. Come emerge nei colloqui di counselling psicologico chi soffre di dipendenza da gioco d’azzardo si ritrova pieno di debiti e impotente di fronte alla compulsione del gioco che lo porta a disinvestire dai propri affetti e a trascurare i propri doveri e gli impegni quotidiani. Come raccontano queste persone durante i colloqui di psicoterapia a Torino, per loro il gioco non è solo un passatempo e un frangente divertente, la vittoria assume un valore assoluto, un modo per affermare le proprie capacità e il proprio valore personale. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino queste persone sono ossessionate dall’idea del gioco: ripensano continuamente alle esperienze di gioco passato, programmano la prossima occasione di scommessa, escogitano modi per procurarsi il denaro.
Ma cosa c’è dietro la dipendenza patologica? Presso il Centro psicologia Torino abbiamo evidenza di come il gioco d’azzardo sia un modo, spesso inconsapevole, di confermare il senso della propria esistenza, il tentativo di trovare valore personale, come se vincere le scommesse significasse dimostrare a sé stessi di essere capaci di risolvere un problema complesso come la predizione di un evento aleatorio. Chi soffre di questo disturbo si illude di poter sviluppare una forma di controllo sull’evento che è oggetto della scommessa e sopravvaluta la propria probabilità di successo a seguito di giocate sfortunate, diminuendo sempre di più la paura di fronte al rischio. Per questi soggetti la scommessa vinta è una conferma di competenze possedute (ad esempio nella conoscenza approfondita del mondo delle corse dei cavalli, oppure nella capacità di prevedere l’esito delle partite di calcio) o una conferma della capacità di piegare la fortuna ai propri scopi (ad esempio con l’uso della superstizione, dei sogni o delle proprie sensazioni). Come nel caso di altre forme di dipendenza, dietro al gioco d’azzardo patologico è presente il tentativo disperato di gestire l’oscillazione violenta del tono dell’umore, sentimenti di vuoto e noia, depressione e bassa autostima, illusoriamente compensate dal pieno coinvolgimento emotivo nel gioco. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino, il giocatore ricerca e desidera riprovare le sensazioni date dal momento di attesa dell’esito della scommessa. In questi istanti vive l’ansia del risultato e la tensione sperimentata è una forma di appagamento; in fin dei conti chi soffre di dipendenza dal gioco si autoinfligge una sofferenza, l’eccitazione dell’attesa provoca una scarica di adrenalina che fa sentire la persona “viva”, proprio come se godesse degli effetti di una droga: questo piacevole supplizio che nella persona dipendente aiuta a compensare sentimenti di depressione e noia, diminuisce quando aumenta la familiarità con il gioco e quindi viene ricercato con maggior frequenza e la “scommessa” deve essere più alta e rischiosa per esordire lo stesso effetto. Per queste ragioni chi soffre di dipendenza da gioco d’azzardo deve puntare somme di denaro sempre più alte per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato, anche se la giustificazione che si dà è legata al tentativo di recuperare le perdite.
Quando queste persone giungono al Centro psicoterapia Torino si sentono distrutte e i loro tentativi di ridurre, sospendere il gioco d’azzardo sono stati vani. Attraverso il counseling psicologico emerge come essi giochino d’azzardo per evadere da situazioni difficili che non sanno gestire e per contrastare vissuti di impotenza, ansia, depressione. Talvolta sono i familiari di chi soffre di dipendenza da gioco d’azzardo a rivolgersi al Centro di psicologia Torino per chiedere un counseling psicologico sulla situazione della persona dipendente, la quale non sempre è consapevole di esserlo e di aver bisogno di aiuto psicologico. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino il trattamento di cura deve essere sorretto dalla motivazione al cambiamento da parte del paziente, che deve essere aiutato a riconoscere la propria sofferenza. Solitamente queste persone sono motivate ad intraprendere un percorso dal desiderio di risolvere i problemi che il gioco d’azzardo a causato nelle loro relazioni affettive, sociali e lavorative. La psicoterapia a Torino effettuata presso il nostro Centro si propone l’obiettivo di sospendere il comportamento dipendente del paziente attraverso l’analisi delle dinamiche intrapsichiche, lavorando anche su tutte le aree di vita del soggetto che siano state danneggiate a causa della dipendenza da gioco d’azzardo. Presso il Centro psicologia clinica Torino il trattamento terapeutico sarà adattato in base alle esigenze specifiche della persona, analizzate in modo approfondito nei primi colloqui di valutazione. Presso il Centro psicoterapia Torino l’intervento psicologico può riguardare la persona dipendente da gioco d’azzardo attraverso un lavoro che analizzi le dinamiche intrapsichiche del mondo interno della persona, che sono alla base dell’espressione del sintomo e quindi dei comportamenti disfunzionali. Quando è utile l’intervento psicologico può coinvolgere i familiari del soggetto: attraverso una terapia di coppia o una terapia familiare si agisce sugli equilibri delle dinamiche relazionali. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino spesso i familiari della persona che soffre di dipendenza da gioco d’azzardo hanno bisogno di essere aiutati nella comprensione della malattia del loro congiunto e nel rapporto con lui. Le dinamiche instaurate negli anni all’interno della famiglia o della coppia rischiano di sostenere il sintomo e non facilitare il cambiamento. Può rendersi necessario in questi casi un intervento di cura sul piano delle relazioni, spesso molto sofferenti.