Gioco e socialità
Già nell’antica Grecia si conosceva l’importanza della socialità per uno sviluppo armonioso della personalità: da celebri letture vediamo come Aristotele definisse l’uomo un “animale sociale”, mentre nell’Odissea Polifemo veniva considerato un mostro anche a seguito della vita che conduceva in isolamento e lo portava all’esclusione rispetto al resto della comunità. Psicologi a Torino confermano che il bisogno di relazione è una caratteristica umana che pone le sue radici fin dai primi momenti dell’esistenza, infatti già alla nascita il bambino cerca il rapporto con la madre e molto precocemente impara ad imitare i gesti delle altre persone, manifestando così una base biologica dell’uomo alla socialità. Verso i due anni, spiega lo psicologo infantile, i bambini riescono a immedesimarsi con le emozioni delle persone intorno a loro, dimostrando di provare empatia. Lo studio della psicologia clinica ha rilevato che per lo sviluppo sociale del bambino è di vitale importanza il rapporto che si viene a creare con i genitori, esso infatti rappresenta la prima e essenziale tappa di conoscenza dell’Altro-da-Sé. Psicoterapeuti a Torino sostengono in maniera unanime che se tale legame di attaccamento evolve in maniera funzionale, allora il bambino avrà la possibilità di aprirsi alla scoperta del mondo e, lentamente, potrà sperimentare la propria autonomia nel regolare gli stati affettivi interni, fino ad arrivare a non avere più bisogno di una figura di riferimento per vivere in maniera funzionale le proprie emozioni. Di conseguenza questi processi evolutivi permetteranno lo strutturarsi in crescendo delle capacità relazionali. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino il bambino apprende, attraverso la relazione con i genitori, come gestire le proprie emozioni, si tratta di un processo di imitazione inconsapevole, proprio come avviene per le altre acquisizioni che riguardano il comportamento.
Nella società odierna viene attribuita particolare importanza alla capacità di socializzare, per essere in grado di adattarsi a qualsiasi contesto, ma il Centro di psicologia Torino ritiene altrettanto rilevante la capacità di stare da soli con sé stessi; l’esperienza della solitudine offre la possibilità al bambino di sviluppare qualità più introspettive e riflessive, anch’esse importanti per il benessere psicologico dell’adulto. Il dialogo interno a sé, la capacità di ascoltarsi, sono qualità che spesso nei percorsi di counseling psicologico ci viene richiesto di poter sviluppare attraverso una psicoterapia a Torino. La richiesta nasce dall’esigenza di poter star bene anche quando si è da soli con sé stessi. Molte persone infatti non riescono a stare da sole e vivono con paura l’assenza dell’altro con il rischio di essere dipendenti dal punto di vista affettivo.
Il gioco nell’infanzia assume un ruolo determinante nello sviluppo psico-emotivo e contribuisce in maniera rilevante all’acquisizione di capacità relazionali adeguate, secondo la nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, in quanto è il modo in cui i bambini esplorano e vengono a conoscenza del mondo intorno a loro. Durante la crescita, cambiano le competenze relazionali e anche il modo di giocare si trasforma. Vari autori che scrivonodi psicologia clinica hanno costruito le proprie teorie sulla mente a partire dallo studio delle diverse modalità di gioco del bambino e il loro evolversi nel tempo. Quando ci viene richiesto nel counseling psicologico con i genitori una valutazione del bambino in età prescolare, la nostra osservazione viene fatta attraverso sedute gioco, oltre che per mezzo di test psicologici adatti all’infanzia. Lo psicologo infantile ha la possibilità di riconoscere in questi incontri le diverse modalità di gioco teorizzate dalla letteratura in psicologia clinica.
Verso i 14 mesi, come spiega lo psicologo infantile, compare un particolare tipo di gioco caratterizzato dal “far finta di”, nel quale il bambino attiva la funziona simbolica che permette di fingere che alcuni oggetti acquisiscano le funzioni di altri, un esempio può essere il bambino che gioca a telefonare usando una banana oppure giocare con un peluche o una bambola attribuendo loro la funzione di “altro” con cui ci si relaziona. Nella fase del “gioco parallelo”, continua lo psicologo infantile, i bambini usano lo stesso spazio o gli stessi giochi ma non collaborano tra loro, capacità che riescono ad acquisire solo successivamente passando ai giochi di tipo “associativo” in cui sono in grado di stare realmente insieme ma non sono presenti delle regole condivise e uno scopo comune. Infine, intorno ai 3 anni, comincia ad emergere un gioco realmente cooperativo, come confermato nella psicologia clinica. Da questo momento in poi si cominciano ad incrementare le capacità di stare in relazione in gruppo, l’empatia e la comprensione delle regole comunemente usate. Dai 3 ai 6 anni tutte queste competenze avanzano in maniera considerevole, spiega lo psicologo infantile, e di conseguenza aumentano le relazioni sociali, i conflitti, e così la possibilità di imparare a superare varie difficoltà relazionali.
In tutto questo processo, nella nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino, risulta di primaria importanza sia l’ambiente familiare che il contesto educativo con cui il piccolo viene a contatto. Presso il Centro psicologia Torino viene constatato come il ruolo dei genitori negli ultimi decenni abbia avuto profondi mutamenti, il primo dei quali riguarda il coinvolgimento ormai quasi paritario delle figure di attaccamento nei confronti dei figli. Dal punto di vista comunicativo c’è stato un miglioramento, è presente negli adulti una maggior sensibilità alla sfera emotiva dei figli, infatti è presente più dialogo tra le parti della famiglia. Il rischio è quello tuttavia di trasformare il rapporto genitori-figlio in una relazione con caratteristiche di tipo amicale, e presso il Centro di psicoterapia Torino riteniamo a tal proposito che le regole e i ruoli siano fondamentali per la crescita sana dei figli. Limiti chiari e stabili infatti, nella nostra esperienza come psicologi a Torino, permettono al bambino di prevedere il futuro, sentendosi così padrone della propria realtà e consentendo di acquisire maggiore sicurezza.
Anche il contesto educativo della scuola assume un ruolo importante nello sviluppo psico-sociale dei giovani alunni: il fatto di stare a contatto con i coetanei durante il periodo di crescita fornisce la possibilità di fare esperienze, e quindi conoscenze nuove. Secondo l’esperienza dello psicologo infantile, attraverso il gruppo di pari, il bambino può conoscere sempre di più sé stesso scoprendo le proprie potenzialità e i propri limiti. Psicologi a Torino sostengono che la relazione con i coetanei favorisca anche l’autonomia, elemento importante nella crescita personale, che i genitori dovrebbero incoraggiare, nel rispetto delle esigenze dei singoli, assecondando l’indole di ciascuno. Queste competenze risultano essere secondo psicoterapeuti a Torino un fattore di protezione nei riguardi della dipendenza da internet e tablet in quanto consentono di migliorare le abilità sociali, che sono una risorsa nella prevenzione dalla depressione e ansia a Torino.
Nell’analisi della psicologia del profondo, Winnicott ha esplorato ampiamente il processo creativo e quanto questo sia fondamentale per lo sviluppo, a partire dall’infanzia, dell’individuo. Un autore Winnicott che il Centro psicologia Torino prende come riferimento nel lavoro di psicoterapia con i bambini. In particolare, egli sostiene che la principale attività creativa alla base del benessere psicologico sia il giocare, evolutivamente la prima nello sviluppo umano, in quanto rappresenta la modalità che i bambini hanno per sperimentare la realtà in forma soggettiva. Nella psicoterapia infantile emerge ciò che ci ha insegnato Winnicott, il gioco è quell’area intermedia dell’esperienza che si situa a cavallo tra la realtà percepita e quella oggettiva. L’attività del giocare ha un ruolo nella ricerca del Sé, portando ad una crescita mentale sana che potrà trasformarsi, negli anni, nell’interesse culturale e artistico. Attraverso il contatto sensoriale il bambino entra in relazione con diversi materiali con cui gioca o crea opere artistiche, percepisce sensazioni, sia con una materia morbida, dura, ruvida, liscia, eccetera. I materiali plasmati nel gioco e nell’arte veicolano i significati dell’opera e il lavoro artistico permette di proiettare e di riconoscere parti di sé attraverso la realizzazione dell’opera. Nel costruire qualcosa di esterno ci si riappropria di aspetti di sè: è proprio attraverso l’esperienza sensoriale della creazione artistica che ogni soggetto può risintonizzarsi con propri vissuti ed elaborarli. Per questo il giocare in senso ampio può essere utile a vari livelli sia nei bambini che negli adulti.
E’ possibile nelle sedute di psicoterapia con i bambini modellare e giocare con vari materiali e questo permette al bambino di sperimentare il proprio effetto sull’ambiente esterno assumendo consapevolezza sul proprio potere, così come di avvicinarsi ai propri limiti, attraverso i rimandi che riceve dallo psicologo infantile. Giocare con elementi primari naturali rappresenta l’incontro con il vero Sé, con cui, quando è presente una sofferenza, è difficile venire a contatto: i traumi bloccano il processo evolutivo, con la conseguente formazione di un falso Sé, come osserviamo nei percorsi di psicoterapia a Torino. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino il gioco consente di rielaborare a livello immaginativo sensazioni corporee e permette l’espressione, tramite i materiali, di vissuti e relazioni interne: consente una trasformazione. Come psicologi a Torino osserviamo che gli stili di attaccamento relazionale traumatizzanti, quindi un ambiente familiare sfavorevole, bloccano la capacità di giocare.
In sintesi è per i motivi sopra spiegati che psicologi a Torino e il Centro di psicologia Torino pongono una certa attenzione all’inserimento del gioco in diversi contesti che siano familiari o educativi in generale: il gioco ha un ruolo basilare nello sviluppo naturale di un senso di benessere personale e nel potenziamento delle capacità relazionali che stimolano la socialità in senso ampio.
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