Mese: Giugno 2023

I giovani e la paura del futuro

Comunemente verrebbe da pensare che la gioventù sia un momento di grande spensieratezza, ma nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino sono molte le preoccupazioni che affliggono gli adolescenti e i giovani adulti, che rendono incerta e grigia l’immagine del futuro, alcune fisiologiche dell’età, altre dovute a difficoltà contestuali all’epoca che stiamo vivendo.

Presso il Centro psicologia a Torino vediamo che le paure rispetto al futuro che emergono più frequentemente riguardano il timore di non trovare lavoro, di non riuscire a raggiungere una propria indipendenza economica e quindi iniziare una vita autonoma rispetto alla famiglia d’origine, il dubbio di aver intrapreso un percorso di studi sbagliato e più in generale di non riuscire a fare le scelte giuste rispetto al futuro.  Il periodo in cui aumentano le incertezze è proprio quello tra la tarda adolescenza e la vita adulta (tra i 18 e i 30 anni), epoca in cui non ci si sente più ragazzini ma ancora molto spaventati del doversi assumere le responsabilità, reali o presunte, dei “grandi”.

La richiesta di psicoterapia a Torino presso il nostro centro da parte di questa utenza riguarda spesso ragazzi fuori sede, che sono venuti a studiare all’Università o a fare le prime esperienze lavorative nella nostra città, trasferendosi da altre regioni d’Italia, si sono quindi ritrovati improvvisamente in un contesto sociale nuovo e sconosciuto, in una fase di cambiamento di vita, lontano dai genitori e dagli amici d’infanzia, ma ancora dipendenti economicamente. Si tratta di una fase di transizione e di maturazione anche sotto un profilo emotivo perché spesso non si è ancora raggiunta l’autonomia psicologica e si è alle prese con la separazione affettiva dai propri adulti di riferimento, a cui si sovrappone una separazione reale dovuta al cambio di residenza. Questi giovani adulti riportano nei percorsi di psicoterapia a Torino di fare molta fatica a organizzarsi da soli nel quotidiano, banalmente ad occuparsi di tutti i compiti che richiede la gestione di una casa e la cura di sé, l’organizzazione rispetto agli studi, la gestione del senso di solitudine e spaesamento dei primi tempi. Mentre negli anni delle superiori, la scuola è molto più strutturata e i compiti da svolgere decisi e assegnati dagli insegnanti, l’Università lascia libero lo studente di gestirsi da solo, ma non sempre risulta facile decidere quali corsi seguire, l’ordine delle cose da fare, orientarsi nelle scelte e organizzare il tempo. La libertà tanto desiderata lontano dalla famiglia e dalle solite rutine, può risultare difficile da gestire e molti ragazzi hanno la sensazione di perdersi, si sentono inadeguati e insicuri senza dei binari da seguire. Come psicologi a Torino vediamo che alcuni di questi giovani non riescono a tollerare i fallimenti che incontrano negli esami o gli ostacoli sul lavoro perchè mettono in discussione l’immagine di sé come studente, che si sono costruiti grazie agli ottimi risultati che erano abituati a raggiungere alle superiori. Sono costretti a scontrarsi con esperienze che feriscono la loro autostima e generano dubbi rispetto alle aspettative promettenti della famiglia sul loro futuro professionale. In questi casi può vacillare la fiducia nel domani, emerge la paura di non essere all’altezza delle richieste sociali e la prospettiva di non riuscire a raggiungere traguardi stabili nella propria vita. A volte questi momenti portano a bloccarsi e la crisi da passeggera può diventare permanente senza un aiuto professionale, soprattutto nel caso emerga una sintomatologia ansioso depressiva o attacchi di panico legati alla paura di affrontare delle prove di valutazione, come gli esami all’Università. Alcune volte l’ansia assume la forma di pensieri ipocondriaci, con la paura di ammalarsi o l’ipervigilanza sulle sensazioni fisiche, il proprio corpo è percepito come fragile.

La paura del futuro non riguarda solo i giovani che seguono un percorso di studi ma più in generale come psicoterapeuti psicologi a Torino trattiamo situazioni di ragazzi che attraversano quella che è stata definita la “quarter life crisis”, la crisi dei 25 anni, una fase specifica che alimenta ansia e incertezza, causando stress dovuto all’aspettativa di doversi emancipare e alla sensazione di non farcela. Le paure si incentrano sull’aspetto finanziario e le difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro, ma possono riguardare anche la sfera privata, nel timore di non trovare un partner e non riuscire a costruirsi una famiglia: la giovane età adulta è un periodo che può essere costellato da insoddisfazione e impossibilità di fare progetti a lungo termine. Nei percorsi di psicoterapia a Torino vediamo come si tratti di una crisi legata al cambiamento e alla paura di non riuscire a realizzare sé stessi, non trovare un proprio posto nella società e concretizzare i sogni dell’infanzia e le aspettative familiari. In alcuni casi questo momento di passaggio può assumere toni traumatici per cui si finisce di dubitare di tutto, anche di sé stessi, emergono vissuti di confusione e depressione, legati al sentirsi falliti nel confronto con gli altri, che può diventare continuo e ossessivo. Le altre persone appaiono agli occhi del soggetto come sempre più capaci e promettenti, sia nel loro riuscire a raggiungere mete concrete che nelle loro qualità personali, suscitando invidia e impotenza. Un percorso di psicoterapia a Torino può dare grande conforto a questi giovani, permette loro di ritrovare la giusta prospettiva da cui ripartire, dopo essersi occupati della cura del malessere emotivo che occupa molto tempo e spazio nella mente della persona.

Presso il Centro di psicologia a Torino vediamo che la sfiducia cresce tra i giovani adulti, che si presentano sempre più demoralizzati e privi di energie. Gli adolescenti hanno paura di crescere, appaiono più fragili che in passato, forse perché l’educazione che ricevono li porta a sentirsi per lungo periodo iperprotetti, in una cultura come la nostra dove l’educazione non spinge verso l’autonomia dei ragazzi. La condizione di incertezza in cui sprofondano questi giovani è anche legata al contesto sociale attuale, che non offre certezze, in cui le fondamentali tappe che portano a diventare adulti (indipendenza economica, autonomia, possibilità di progettare) si sono spostate in avanti. L’ansia dei giovani adulti appare amplificata dalle notizie trasmesse dai media, che mettono sempre in risalto i problemi, cercano di scioccare con messaggi sensazionali, con post pubblicati costantemente sulle bacheche riguardo alla crisi economica e del mondo del lavoro. Nei social network e sulle chat di messaggistica istantanea, dove i giovani passano molto tempo, viene nutrita la paura del futuro sia da un punto di vista socioeconomico che ambientale. Spesso vengono svalutate le possibilità di impiego nel nostro Paese, come se l’unica prospettiva di carriera fosse legata al trasferimento all’estero, e nello stesso tempo, la politica internazionale non appare rassicurante, soprattutto negli ultimi anni con la guerra alle porte di casa, vicinissima all’Europa. Gli adolescenti crescono in un contesto che appare ai loro occhi come eccessivamente instabile, questa è una delle ragioni per cui la confusione e l’indecisione normali nella fase evolutiva che stanno attraversando vengono amplificate. Grande insicurezza è stata portata anche dalla pandemia e dal bombardamento mediatico sulle conseguenze disastrose al covid, in ogni settore, che hanno rafforzato il senso di precarietà dell’essere umano e provocato sfiducia, come emerge nei percorsi di psicoterapia a Torino. Mentre nel confronto con i coetanei che si innesca sui social nascono paure e vergogna delle proprie fragilità,  nell’idea che tutti siano più felici, perché spesso gli adolescenti iperconnessi sono preoccupati di dare di sé un’immagine sempre migliore per ottenere approvazione e ammirazione, proclamando i propri successi e nascondendo i fallimenti.

Presso il Centro di psicoterapia a Torino trattiamo alcuni adolescenti che hanno sviluppato grande paura di affrontare il quotidiano e le sfide del futuro. In questi casi anche gli impegni quotidiani appaiono insostenibili, tutto viene vissuto in maniera troppo pesante, hanno paura della scuola, dei compagni, della vita, di diventare grandi. Si ritrovano soli, con molte conoscenze online e poche amicizie reali, non fanno esperienze sentimentali, non si mettono in gioco nei rapporti perché hanno paura delle emozioni e pur di non soffrire si ritirano dal mondo. In alcuni casi viene invertito il ritmo sonno-veglia, passano la notte sui social, a controllare i like alle proprie pagine, a controllare ossessivamente ciò che viene postato dagli altri. Questi ragazzi sono molto spesso depressi e scambiano la felicità con i beni materiali, per colmare i vuoti che hanno dentro e che non sanno come affrontare. Al mondo appaiono come ragazzi normali, che vanno bene a scuola, solo un po’ insicuri, ma in realtà covano un grande malessere silente. Come psicoterapeuti psicologi a Torino sappiamo che la depressione e le problematiche legate all’umore in adolescenza, all’apatia, cioè la non voglia di fare le cose, vengono denunciati dall’Organizzazione mondiale della sanità come uno dei malesseri più diffusi del nostro tempo.

I giovani di oggi appaiono più fragili e meno capaci che in passato di tollerare la frustrazione rispetto alle generazioni precedenti e in alcuni casi questi tratti possono prendere il sopravvento ed è importante che gli adulti di riferimento non sottovalutino i segnali di malessere. Se un ragazzo sembra avere poche risorse interne per affrontare con tenacia e positività la vita, se appare sempre stanco, senza voglia di fare nulla se non di passare ore e ore online, è bene cercare di capire se nasconda una sofferenza che richiede un supporto professionale o se sta passando solo un momento di crisi passeggera. Quando si tratta di giovani adulti è bene che si fermino a riflettere da quanto tempo non sono più sereni, in modo da assumersi la responsabilità del proprio malessere e decidere se affrontare un percorso psicologico. Mentre nel caso di ragazzi più giovani è importante che i genitori riescano a “vedere” al di là dell’apparente maschera di sicurezza se si nascondono dei campanelli d’allarme di cui è bene parlare con il proprio figlio prima di chiedere una consulenza psicologica e un eventuale supporto alla genitorialità, quando la relazione con l’adolescente è difficile. Con il supporto di una psicoterapia a Torino tali giovani possono rafforzarsi, imparare a gestire l’affettività e riscoprire il piacere delle esperienze reali della vita alla loro età, farsi un bagaglio di competenze relazionali che li aiuti nel futuro ad affrontare eventuali ostacoli con fiducia e coraggio nelle proprie capacità.

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Soffrire di invidia

L’invidia è un sentimento che qualunque essere umano sperimenta e da cui possono scaturire diverse reazioni e comportamenti, non sempre negativi. Quando si pensa all’invidia la si associa alla cattiveria, ma è anche possibile contenere e trasformare questo sentimento a favore di scelte costruttive per la propria vita. Come psicoterapeuti psicologi a Torino sappiamo che dietro all’invidia è presente un vissuto di fragilità, non sempre riconosciuto che, quando non viene adeguatamente elaborato, porta la persona a vivere rabbia e disprezzo. Può essere causa di atteggiamenti tesi a ferire le altre persone, ma chi soffre di più è proprio chi vive e alimenta l’invidia, diventando una persona sempre più frustrata.

Non è sbagliato essere invidiosi, perché le emozioni sono naturali e in questo articolo vogliamo aiutare chi prova invidia a riconoscersi e cercare di avviare un processo di comprensione e cambiamento positivo verso il benessere personale e relazionale. Infatti si parla spesso di come difendersi dell’invidia degli altri, ma viene poco affrontato il problema di come affrontare i propri sentimenti invidiosi.

L’invidia nasce dal desiderio di possedere qualcosa che manca, non solo materiale, molto spesso riguarda la sfera dei sentimenti: si vuole essere felici, sentirsi benvoluti, essere persone migliori e apprezzate. Infatti come emerge nei percorsi di psicoterapia a Torino anche quando si desidera un oggetto concreto, si tratta della rappresentazione di altro, come ad esempio una bella automobile può essere simbolo di potenza, del raggiungimento di uno status sociale che suscita ammirazione.  La persona invidiosa riconosce che gli altri hanno qualcosa che vuole ma non riesce a raggiungere, si sente impotente e soffre. La costante insoddisfazione genera rabbia, in molti casi emerge un senso di ingiustizia profondo e, nell’impossibilità di realizzare le proprie aspirazioni, può sorgere il desiderio di togliere la felicità all’altro, portargli via ciò che ha, perché si è convinti di essere in diritto di possedere ciò che non è proprio. La frustrazione si amplifica sempre di più nel sentirsi impossibilitati a superare i propri limiti (reali o presunti), le proprie ambizioni non riescono ad essere realizzate e nel confronto con gli altri ci si sente costantemente perdenti.

Presso il Centro di psicologia a Torino abbiamo identificato le situazioni più comuni in cui la persona può sentirsi invidiosa, così come emerge nei percorsi di psicoterapia di chi soffre di invidia:

  1. Guardare agli altri: nel confronto sociale può nascere l’invidia se viene percepita una differenza tra la propria vita e quella delle altre persone, accorgersi di non essere riusciti a raggiungere certi obiettivi, sentirsi da meno nel non aver realizzato le proprie ambizioni può generare grande insoddisfazione e rimpianto.
  2. Desiderio di possesso: l’invidia può insorgere nella percezione di una disparità tra ciò che si ha e ciò che appartiene ad altre persone, sia da un punto di vista materiale che non, come la ricchezza, il potere, la fama, il successo, la bellezza, ecc. L’invidia viene amplificata dal senso di ingiustizia che nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino è spesso presente in queste situazioni.
  3. Senso di inferiorità: l’invidia è collegata ad una bassa autostima e ad un senso di inadeguatezza. Sentirsi insicuri nel confronto con l’altro, non all’altezza della situazione, è spesso motivo di invidia verso chi appare superiore a sé sia come capacità che come qualità personali.
  4. Rivalità: mettersi in competizione con le altre persone può generare invidia per i traguardi altrui e la paura di rimanere indietro; avere la sensazione di perdere costantemente nel confronto con l’altro fa arrabbiare e alimenta il risentimento invidioso e il desiderio di rivalsa.
  5. Mancanza di gratitudine: dare per scontato ciò che si ha e guardare solo a ciò che manca è un atteggiamento foriero di invidia, perché non si apprezza ciò che si possiede, né si prova gioia per i traguardi positivi raggiunti nella vita, per le relazioni affettive, per le proprie doti. L’attenzione è sempre concentrata nel voler avere di più, mai contenti del proprio presente. E’ costante un senso di insoddisfazione profonda.

Chiunque può riconoscere degli episodi della propria esistenza in cui si è ritrovato in una delle situazioni appena descritte, ma quando l’invidia non è contenuta e occasionale e occupa molto spazio nel mondo interno della persona, è necessario chiedere un aiuto professionale per gestirla e ritrovare una condizione di benessere. Nei percorsi di psicoterapia a Torino emerge come le persone che soffrono di invidia patologica stanno molto male perché rifiutano questa emozione, si vergognano nell’ammettere a sé stessi e agli altri di provarla. Si sentono preda di un impulso velenoso dell’anima, ingestibile, che inquina la loro vita e spinge a ferire le persone vicine, rovinando molto spesso le relazioni, suscitando negli altri risentimento e dolore. E non possono condividere i sentimenti generati dall’invidia, come la rabbia distruttiva, che allontana gli altri e non viene accettata.

Quando finalmente è possibile aprirsi con il proprio psicoterapeuta a Torino, senza sentirsi giudicati,  emerge che dietro all’invidia è presente uno sguardo ostile verso l’altro, carico di risentimento e di fastidio per i suoi successi e la sua felicità. Chi soffre di invidia può arrivare a provare piacere quando vede star male gli altri, quasi come se traesse sollievo dalle disgrazie altrui, perché attenuano il suo senso di inferiorità e ripagano delle presunte ingiustizie che spesso logorano le sue giornate. Come vediamo presso il Centro di psicologia a Torino, il sentimento di gioia maligna provata dalla persona invidiosa è il contrario dell’empatia, che porta a gioire per il benessere dell’altro e a immedesimarsi con lui quando soffre. Si prova gioia maligna nei confronti di chi di solito viene percepito come superiore, come se per una sorta di pena del contrappasso potesse finalmente provare ciò che sente la persona invidiosa e ripagarla del senso di umiliazione che le viene inflitto costantemente dal confronto. Se il rivale brillante, l’amica più bella, il compagno più capace vacillano nei propri successi, la persona invidiosa prova soddisfazione, perché non si sente la sola a fallire. La persona invidiosa desidera suscitare invidia, tende a non ammettere le proprie fragilità e ad atteggiarsi come superiore, per non dare soddisfazione agli altri, che immagina possano godere dei suoi errori proprio allo stesso modo di come capita a lei. La persona invidiosa prova solitudine, come emerge nei percorsi di psicoterapia a Torino, perchè la diffidenza è molto forte in questi casi ed è difficile aprirsi anche con i propri cari, immaginati come ostili. A volte la rabbia è così forte che prevale il desiderio di schiacciare gli altri, di vincere su di loro, preda di un senso di sfida che condiziona tutti gli ambiti della vita, anche i rapporti privati, la relazione con il proprio partner, con i figli, con i genitori, con il rischio di rovinare i legami più importanti della persona.

Questi sentimenti sono difficili da confessare ma è il primo passo per avviare un cambiamento nel proprio sentire. Quando chi soffre di invidia riesce ad affidarsi al terapeuta prova sollievo nel poter sfogare la propria frustrazione. Il lavoro di psicoterapia a Torino fa emergere il senso di impotenza di queste persone, quasi sempre inconscio, collegato al viversi inadeguati e inferiori agli altri. Si tratta di emozioni irrazionali che possono non avere correlazione con la vita reale, che non sempre è costellata da insuccessi, anzi il soggetto a volte appare al mondo come una persona brillante. Ma l’immagine che hanno di sé questi individui è distorta, pensano di non potercela fare, per questa ragione non vogliono che gli altri abbiano successo nella vita e desiderano sottrarre a loro la felicità. Ma i propri limiti, vissuti come così gravosi, sono solo la proiezione della loro bassa autostima.

Come psicoterapeuti psicologi a Torino sappiamo che la persona invidiosa non è riuscita ad elaborare nell’infanzia vissuti dolorosi, come ad esempio il senso di colpa, che, quando integrato con le altre emozioni, è un vissuto sano che permette di accedere alla riparazione dei propri errori. Spiega lo psicologo infantile a Torino come, durante l’età evolutiva il bambino ha bisogno della relazione con i genitori per contenere e armonizzare le proprie pulsioni con le richieste dell’ambiente circostante, la funzione affettiva dell’adulto è importante per lo sviluppo di un sano equilibrio narcisistico nel bambino. Lo sguardo che i genitori hanno verso il bambino e le sue relazioni nel mondo sono importanti per la lettura che lui imparerà a fare di sé stesso e degli altri e sono all’origine dell’atteggiamento che maturerà verso le proprie capacità e i propri insuccessi. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino la persona che soffre di invidia patologica si porta dentro delle ferite psicologiche che hanno contribuito a generare una bassa autostima, un senso di inadeguatezza e frustrazione.

Un percorso di psicoterapia a Torino può aiutare chi soffre di invidia a ritrovare il senso del proprio valore personale, a riconoscere le proprie capacità per realizzare i propri desideri. Infatti chi possiede una buona autostima sente come meno pervasiva l’invidia, che diventa un sentimento più contenuto e armonizzato con il resto della personalità, perché il soggetto non si sente “da meno” rispetto alle altre persone ed è soddisfatto di sé. Quando le ferite psicologiche vengono curate, diminuisce anche la rabbia e l’invidia può essere elaborata, in modo che non sia più un ostacolo al proprio benessere. In questi casi è possibile trarre energia dall’invidia che si trasforma in ammirazione verso chi sembra avere ciò che la persona sente mancante, è possibile apprezzare l’altro anziché denigrarlo. Il percorso di psicoterapia a Torino aiuta a guardare alle persone che “hanno di più” come ad un modello da seguire e non più come ad una minaccia, qualcuno di ostile che li mette in ombra. L’ammirazione alimenta il desiderio a migliorarsi e la motivazione  sostiene le proprie forze, che vengono canalizzate nel costruire, anziché nutrire un’ambizione cieca che vuole distruggere chi ha successo. Focalizzarsi su sé stessi e capire quali sono i propri obiettivi aiuta la persona a spendere le energie nella giusta direzione, con una rinnovata soddisfazione nella propria vita e nei traguardi che può raggiungere.