Mese: Settembre 2018

Gioco e socialità

Già nell’antica Grecia si conosceva l’importanza della socialità per uno sviluppo armonioso della personalità: da celebri letture vediamo come Aristotele definisse l’uomo un “animale sociale”, mentre nell’Odissea Polifemo veniva considerato un mostro anche a seguito della vita che conduceva in isolamento e lo portava all’esclusione rispetto al resto della comunità. Psicologi a Torino confermano che il bisogno di relazione è una caratteristica umana che pone le sue radici fin dai primi momenti dell’esistenza, infatti già alla nascita il bambino cerca il rapporto con la madre e molto precocemente  impara ad imitare i gesti delle altre persone, manifestando così una base biologica dell’uomo alla socialità. Verso i due anni, spiega lo psicologo infantile, i bambini riescono a immedesimarsi con le emozioni delle persone intorno a loro, dimostrando di provare empatia. Lo studio della psicologia clinica ha rilevato che per lo sviluppo sociale del bambino è di vitale importanza il rapporto che si viene a creare con i genitori, esso infatti rappresenta la prima e essenziale tappa di conoscenza dell’Altro-da-Sé. Psicoterapeuti a Torino sostengono in maniera unanime che se tale legame di attaccamento evolve in maniera funzionale, allora il bambino avrà la possibilità di aprirsi alla scoperta del mondo e, lentamente, potrà sperimentare la propria autonomia nel regolare gli stati affettivi interni, fino ad arrivare a non avere più bisogno di una figura di riferimento per vivere in maniera funzionale le proprie emozioni. Di conseguenza questi processi evolutivi permetteranno lo strutturarsi in crescendo delle capacità relazionali. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino il bambino apprende, attraverso la relazione con i genitori, come gestire le proprie emozioni, si tratta di un processo di imitazione inconsapevole, proprio come avviene per le altre acquisizioni che riguardano il comportamento.

Nella società odierna viene attribuita particolare importanza alla capacità di socializzare, per essere in grado di adattarsi a qualsiasi contesto, ma il Centro di psicologia Torino ritiene altrettanto rilevante la capacità di stare da soli  con sé stessi;  l’esperienza della solitudine offre la possibilità al bambino di sviluppare qualità più introspettive e riflessive, anch’esse importanti per il benessere psicologico dell’adulto. Il dialogo interno a sé, la capacità di ascoltarsi, sono qualità che spesso nei percorsi di counseling psicologico ci viene richiesto di poter sviluppare attraverso una psicoterapia a Torino. La richiesta nasce dall’esigenza di poter star bene anche quando si è da soli con sé stessi. Molte persone infatti non riescono a stare da sole e vivono con paura l’assenza dell’altro con il rischio di essere dipendenti dal punto di vista affettivo.

Il gioco nell’infanzia assume un ruolo determinante nello sviluppo psico-emotivo e contribuisce in maniera rilevante all’acquisizione di capacità relazionali adeguate, secondo la nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, in quanto è il modo in cui i bambini esplorano e vengono a conoscenza del mondo intorno a loro. Durante la crescita, cambiano le competenze relazionali e anche il modo di giocare si trasforma. Vari autori che scrivonodi psicologia clinica hanno costruito le proprie teorie sulla mente a partire dallo studio delle diverse modalità di gioco del bambino e il loro evolversi nel tempo. Quando ci viene richiesto nel counseling psicologico con i genitori una valutazione del bambino in età prescolare, la nostra osservazione viene fatta attraverso sedute gioco, oltre che per mezzo di test psicologici adatti all’infanzia. Lo psicologo infantile ha la possibilità di riconoscere in questi incontri le diverse modalità di gioco teorizzate dalla letteratura in psicologia clinica.

Verso i 14 mesi, come spiega lo psicologo infantile, compare un particolare tipo di gioco caratterizzato dal “far finta di”, nel quale il bambino attiva la funziona simbolica che permette di fingere che alcuni oggetti acquisiscano le funzioni di altri, un esempio può essere il bambino che gioca a telefonare usando una banana oppure giocare con un peluche o una bambola attribuendo loro la funzione di “altro” con cui ci si relaziona. Nella fase del “gioco parallelo”, continua lo psicologo infantile, i bambini usano lo stesso spazio o gli stessi giochi ma non collaborano tra loro, capacità che riescono ad acquisire solo successivamente passando ai giochi di tipo “associativo” in cui sono in grado di stare realmente insieme ma non sono presenti delle regole condivise e uno scopo comune. Infine, intorno ai 3 anni, comincia ad emergere un gioco realmente cooperativo, come confermato nella psicologia clinica. Da questo momento in poi si cominciano ad incrementare le capacità di stare in relazione in gruppo, l’empatia e la comprensione delle regole comunemente usate. Dai 3 ai 6 anni tutte queste competenze avanzano in maniera considerevole, spiega lo psicologo infantile, e di conseguenza aumentano le relazioni sociali, i conflitti, e così la possibilità di imparare a superare varie difficoltà relazionali.

In tutto questo processo, nella nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino, risulta di primaria importanza sia l’ambiente familiare che il contesto educativo con cui il piccolo viene a contatto. Presso il Centro psicologia Torino viene constatato come il ruolo dei genitori negli ultimi decenni abbia avuto profondi mutamenti, il primo dei quali riguarda il coinvolgimento ormai quasi paritario delle figure di attaccamento nei confronti dei figli. Dal punto di vista comunicativo c’è stato un miglioramento, è presente negli adulti una maggior sensibilità alla sfera emotiva dei figli, infatti è presente più dialogo tra le parti della famiglia. Il rischio è quello tuttavia di trasformare il rapporto genitori-figlio in una relazione con caratteristiche di tipo amicale, e presso il Centro di psicoterapia Torino riteniamo a tal proposito che le regole e i ruoli siano fondamentali per la crescita sana dei figli. Limiti chiari e stabili infatti, nella nostra esperienza come psicologi a Torino, permettono al bambino di prevedere il futuro, sentendosi così padrone della propria realtà e consentendo di acquisire maggiore sicurezza.

Anche il contesto educativo della scuola assume un ruolo importante nello sviluppo psico-sociale dei giovani alunni: il fatto di stare a contatto con i coetanei durante il periodo di crescita fornisce la possibilità di fare esperienze, e quindi conoscenze nuove. Secondo l’esperienza dello psicologo infantile, attraverso il gruppo di pari, il bambino può conoscere sempre di più sé stesso scoprendo le proprie potenzialità e i propri limiti. Psicologi a Torino sostengono che la relazione con i coetanei favorisca anche l’autonomia, elemento importante nella crescita personale, che i genitori dovrebbero incoraggiare, nel rispetto delle esigenze dei singoli, assecondando l’indole di ciascuno. Queste competenze risultano essere secondo psicoterapeuti a Torino un fattore di protezione nei riguardi della dipendenza da internet e tablet in quanto consentono di migliorare le abilità sociali, che sono una risorsa nella prevenzione dalla depressione e ansia a Torino.

Nell’analisi della psicologia del profondo, Winnicott ha esplorato ampiamente il processo creativo e quanto questo sia fondamentale per lo sviluppo, a partire dall’infanzia, dell’individuo. Un autore Winnicott che il Centro psicologia Torino prende come riferimento nel lavoro di psicoterapia con i bambini. In particolare, egli sostiene che la principale attività creativa alla base del benessere psicologico sia il giocare, evolutivamente la prima nello sviluppo umano, in quanto rappresenta la modalità che i bambini hanno per sperimentare la realtà in forma soggettiva. Nella psicoterapia infantile emerge ciò che ci ha insegnato Winnicott, il gioco è quell’area intermedia dell’esperienza che si situa a cavallo tra la realtà percepita e quella oggettiva. L’attività del giocare ha un ruolo nella ricerca del Sé, portando ad una crescita mentale sana che potrà trasformarsi, negli anni, nell’interesse culturale e artistico. Attraverso il contatto sensoriale il bambino entra in relazione con diversi materiali con cui gioca o crea opere artistiche, percepisce sensazioni, sia con una materia morbida, dura, ruvida, liscia, eccetera. I materiali plasmati nel gioco e nell’arte veicolano i significati dell’opera e il lavoro artistico permette di proiettare e di riconoscere parti di sé attraverso la realizzazione dell’opera. Nel costruire qualcosa di esterno ci si riappropria di aspetti di sè: è proprio attraverso l’esperienza sensoriale della creazione artistica che ogni soggetto può risintonizzarsi con propri vissuti ed elaborarli. Per questo il giocare in senso ampio può essere utile a vari livelli sia nei bambini che negli adulti.

E’ possibile nelle sedute di psicoterapia con i bambini modellare e giocare con vari materiali e questo permette al bambino di sperimentare il proprio effetto sull’ambiente esterno assumendo consapevolezza sul proprio potere, così come di avvicinarsi ai propri limiti, attraverso i rimandi che riceve dallo psicologo infantile. Giocare con elementi primari naturali rappresenta l’incontro con il vero Sé, con cui, quando è presente una sofferenza, è difficile venire a contatto: i traumi bloccano il processo evolutivo, con la conseguente formazione di un falso Sé, come osserviamo nei percorsi di psicoterapia a Torino. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino il gioco consente di rielaborare a livello immaginativo sensazioni corporee e permette l’espressione, tramite i materiali, di vissuti e relazioni interne: consente una trasformazione. Come psicologi a Torino osserviamo che gli stili di attaccamento relazionale traumatizzanti, quindi un ambiente familiare sfavorevole, bloccano la capacità di giocare.

In sintesi è per i motivi sopra spiegati che psicologi a Torino e il Centro di psicologia Torino pongono una certa attenzione all’inserimento del gioco in diversi contesti che siano familiari o educativi in generale: il gioco ha un ruolo basilare nello sviluppo naturale di un senso di benessere personale e nel potenziamento delle capacità relazionali che stimolano la socialità in senso ampio.

Traumi generazionali

Come è noto da molto tempo il trauma psichico se non elaborato influisce sul comportamento di chi lo ha subito, anche quando l’episodio stressante che ne è la causa si è verificato molti anni prima, ma quello che la scienza ha messo in rilievo negli ultimi decenni è l’effetto duraturo del trauma precoce, dovuto alla modificazione dell’espressione dei geni. Il Centro di psicoterapia Torino reputa di grande interesse gli studi di epigenetica, dal greco “relativo all’eredità familiare” che si occupano delle alterazioni dell’espressione genetica conseguenti ad esperienze precoci. Queste scoperte rafforzano dal punto di vista scientifico ciò che emerge nei percorsi di psicoterapia a Torino, infatti a livello inconscio alcune persone sembrano portare le cicatrici di eventi traumatici riguardanti le generazioni precedenti della propria famiglia, soffrire per un malessere, che sembra essersi trasmesso e che non riguarda fatti che hanno colpito direttamente la persona.

Le neuroscienze e gli studi di psicologia clinica hanno dimostrato che è possibile trasmettere geneticamente i vissuti traumatici: gli eventi altamente stressanti hanno degli effetti dal punto di vista cerebrale e ormonale, andando a creare così delle modificazioni fisiche che inducono cambiamenti sull’individuo anche molto tempo dopo l’evento scatenante, trasmettendosi inoltre da una generazione all’altra, se non adeguatamente elaborati.

Psicoterapeuti a Torino utilizzano il termine transgenerazionale per definire il fenomeno che riguarda la trasmissione di parti della propria vita psichica, immutate nel tempo, alle generazioni future. Con il tempo queste parti  tenute lontane dalla consapevolezza, attraverso meccanismi difensivi inconsci, hanno degli effetti sulla propria attività mentale e non trovando spazi mentali di significato, come l’elaborazione attraverso la psicoterapia, si configurano come portatori di sofferenze percepite come irrisolvibili e senza causa. Il Centro di psicologia Torino ritiene importante mettere in rilievo anche la valenza positiva dei meccanismi messi in luce in questo articolo, ovvero che il transgenerazionale per quanto possa produrre sofferenza, è un’importante modalità difensiva e consente, rimandando l’elaborazione ad un tempo adatto, che ciò che non si può dire e sentire trovi il giusto spazio di ascolto e condivisione.

Come psicoterapeuti psicologi a Torino desideriamo sottolineare che non è l’evento in sé ad essere traumatico, ma è il vissuto dell’individuo rispetto a quello specifico evento a connotarne la traumaticità, a cui si aggiunge l’impossibilità di connettere un significato all’accaduto e l’assenza di relazioni interpersonali che consentano comunicazione e contenimento di tali vissuti. Come conseguenza del trauma quindi vi è l’attivazione di processi dissociativi che mantengono separati i contenuti emotivi traumatici dalla coscienza, come emerge nei percorsi di psicoterapia a Torino. Il transgenerazionale sarebbe uno degli esiti di questi processi, come evidenziano psicoterapeuti a Torino e quindi una risposta difensiva della mente al trauma: in quello specifico momento non è possibile venire a contatto con tali emozioni. La psicologia clinica evidenzia come la conseguenza principale di questa difesa dell’apparato psichico umano è la scissione tra pensiero e azione, così come tra mente e corpo, che agiscono in maniera indipendente e separata, dando adito anche a comportamenti non consapevoli e automatici.

Come psicoterapeuti psicologi a Torino riteniamo rilevanti gli studi sul cortisolo, che hanno dimostrato come il tasso di tale ormone dello stress nel sangue dei discendenti di persone che hanno subito un trauma sia quattro volte più alto rispetto a chi l’ha vissuto in prima persona: ciò dimostra che dimenticare forzatamente o vietare il ricordo è solo un inutile tentativo di fuggire alla sofferenza che prima o poi dovrà essere affrontata, poiché, in un modo o nell’altro, si manifesterà. I traumi non elaborati dell’individuo, ancor più quando è in atto un meccanismo di negazione, generano malessere nel singolo e il disagio viene trasmesso ai figli. Le manifestazioni di sofferenza transgenerazionale possono assumere diverse forme che vanno dalle somatizzazioni, alle malattie organiche in genere, psicopatologie e malessere psicofisico generale, oppure comportamenti disfunzionali, come emerge nei percorsi di psicoterapia a Torino. In particolare quando parliamo degli agiti si evidenzia nell’esperienza del Centro psicologia Torino che in questi tipi di sofferenza vi è la tendenza alla ripetizione coatta di tali forme di malessere, come capita ad esempio negli abusi fisici e sessuali: spesso il figlio “vittima” diventa, una volta adulto, “aggressore” nei confronti della propria progenie. Si osserva che la sofferenza transgenerazionale può manifestarsi con la ripetizione di avvenimenti specifici  come incidenti, manifestarsi nei sogni, presentarsi in una forma di “coazione a ripetere” che riguarda anche i figli della persona che ha subito il trauma. Il corpo è il principale strumento che abbiamo per comunicare con il mondo esterno in quanto “contenitore” di tutto ciò che non può essere detto e pensato; ed è per questo che confermato nella nostra esperienza come psicoterapeuti psicologi a Torino, rappresenta il canale elettivo attraverso cui si trasmettono i traumi transgenerazionali.

Lo psicologo infantile pone in evidenza che il cervello dei bambini è molto sensibile all’effetto degli ormoni stressanti che il corpo produce per affrontare un evento traumatico: il cervello si “indebolisce” diventando maggiormente fragile di fronte agli ipotetici eventi stressanti futuri. Una storia di infanzia negativa lascia una traccia nei geni che regolano la produzione di cortisolo, andando così ad amplificare la sua produzione agli stress successivi. Ne consegue che patologie che si manifestano negli adulti come disturbi d’ansia o attacchi di panico a Torino, così come la depressione a Torino possono avere il loro preludio nelle dinamiche familiari vissute nell’infanzia. In linea generale i figli di persone che hanno subito forti traumi hanno la tendenza ad essere più vulnerabili e meno resilienti.

Il Centro di psicoterapia Torino riconosce come le esperienze psichiche precoci abbiano sempre degli effetti sull’organismo in formazione del bambino. Secondo la psicologia clinica, non è necessario che si verifichino eventi catastrofici affinché vi siano modifiche biologiche, anche le varie forme di trascuratezza infantile possono interferire nello sviluppo perché in un bambino maltrattato dal punto di vista psicologico si riduce il funzionamento nella corteccia prefrontale. In tali casi è facile che una volta divenuto adulto il soggetto abbia maggiori difficoltà emotive e cognitive rispetto ai pari che presentano un passato senza particolari situazioni traumatizzanti, come spesso constatiamo nei percorsi di psicoterapia a Torino. Per contro lo psicologo infantile riscontra che una relazione positiva tra madre e bambino nella prima infanzia è correlata con un buon sviluppo cognitivo ed emotivo del figlio. Nei bambini che vivono un clima sereno in famiglia vi è nello sviluppo cerebrale un aumento del volume dell’ippocampo che è coinvolto in processi di apprendimento e memoria (la ricerca scientifica riscontra una differenza di circa il 10% del volume di tale area cerebrale tra bambini con un’infanzia tendenzialmente positiva e bambini che hanno subito situazioni traumatiche). Quindi lo psicologo infantile conferma che un attaccamento sicuro nei confronti della madre consente al bambino di sviluppare al meglio i propri strumenti cognitivi e affettivi e conferisce maggiore capacità di affrontare le difficoltà.

Un’altra area cerebrale importante coinvolta nei processi emotivi è l’amigdala, che viene chiamata in causa nelle reazioni di paura e fa parte di quelle strutture che si attivano in maniera inconscia. Psicoterapeuti a Torino notano come nei disturbi post traumatici da stress vi sia una compromissione del controllo cosciente sulle reazioni emotive. L’amigdala, quindi, che mantiene i ricordi traumatici in forma sensoriale, risulta iper-attiva: una volta immagazzinato un ricordo negativo in questa area, basterà anche solo uno stimolo che ricordi vagamente il trauma per innescare reazioni di paura andando a creare una vulnerabilità negli adulti per attacchi di panico, ansia e depressione a Torino.

Anche nei colloqui di counseling psicologico emerge che in linea generale gli effetti di un ambiente negligente o violento si riflettono nelle generazioni future, e le neuroscienze ci aiutano a capire come sia possibile dal punto di vista organico. Si tratta di fenomeni epigenetici che tuttavia non vanno a modificare il codice genetico.

Al Centro di psicoterapia, tramite incontri di counseling psicologico o se lo si desidera anche terapia di coppia, familiare o di gruppo è possibile avviare dei processi di cambiamento grazie alla possibilità di cominciare ad attribuire significati al proprio vissuto, alle varie sofferenze che possono arrivare da lontano, all’interno della relazione terapeutica che permette di contenere ed elaborare i sentimenti soffocati o negati nel profondo. Solo così sarà possibile liberarsi dalle catene transgenerazionali e sentirsi liberi di essere sé stessi.

Infine, al Centro di psicologia Torino si ritiene importante mettere in rilievo anche la valenza positiva dei meccanismi messi in luce in questo articolo, ovvero che il transgenerazionale per quanto possa produrre sofferenza, è un’importante modalità difensiva e consente inoltre di far sì che, rimandando l’elaborazione ad un tempo adatto, ciò che non si può dire e sentire trovi il giusto spazio di ascolto e condivisione.