Mese: Giugno 2022

Trauma post covid: il dopo pandemia

La pandemia da covid 19 a lasciato conseguenze a livello psicologico da lievi a più gravi in gran parte della popolazione, rendendo difficile per molti ritrovare il benessere e la serenità. Come psicologi a Torino sentiamo molte persone parlare di trauma post covid per descrivere  tutta una serie di sintomi psicologici e di sensazioni associate a ciò che si è vissuto in questi ultimi anni a causa della pandemia. In primo piano tra le persone maggiormente traumatizzate che si sono rivolte al Centro di psicoterapia a Torino troviamo coloro che hanno subito i danni del virus più da vicino, chi si è ammalato gravemente a causa del covid e poi è guarito, chi ha avuto tra le vittime colpite i propri familiari e gli operatori sanitari che hanno cercato di combattere il covid vedendo i danni che ha lasciato nelle persone più colpite.

Il trauma post covid riguarda anche le conseguenze provocate dalle drastiche precauzioni a seguito della pandemia, il lockdown ha lasciato segni profondi sulla psiche dei più fragili, segni che ancora fanno soffrire a distanza di tempo. Come psicoterapeuti a Torino abbiamo visto tra i più colpiti coloro che si sono ritrovati soli e senza una rete relazionale, molti anziani già a rischio sul piano della salute e che hanno visto allontanarsi gli affetti, i giovanissimi che non hanno potuto frequentare la scuola e gli amici, coloro che vivevano già prima dell’arrivo del covid situazioni conflittuali in famiglia, tutte le persone che hanno appoggi esterni al nucleo familiare di fondamentale importanza (pensiamo ai diversamente abili e alle loro famiglie). Parlando di trauma post covid vediamo che le donne sono tra le categorie che ha subito maggior pressione e stress nel tentativo di conciliare i ruoli di madre, moglie, figlia di genitori anziani e lavoratrice.

Restrizioni, chiusure e coprifuoco hanno anche significato incertezza lavorativa e preoccupazione economica, che a lungo hanno gravato in alcuni settori causando grossi problemi di occupazione e tali situazioni precarie hanno fomentato rabbia, frustrazione e incertezza, tutti sentimenti che hanno contribuito al crollo psicologico di alcune persone che soffrono di trauma post covid. Quando la paura prende il soppravvento, come vediamo nei percorsi di psicoterapia a Torino può minare a livello profondo il senso di sicurezza e la fiducia nel futuro.

La pandemia da covid 19 ha causato un trauma collettivo e presso il Centro psicologia a Torino ne vediamo gli effetti psicologici anche a lungo termine con una sintomatologia cronica, la gravità dei segni lasciati nella psiche dipende dall’impatto dell’esperienza che la persona ha subito e dalla resilienza del soggetto, cioè la sua capacità di far fronte alle avversità e di recuperare, per queste ragioni in ognuno di noi gli effetti possono essere stati differenti. I sintomi del disturbo post traumatico da stress sono ben visibili in alcuni pazienti in psicoterapia a Torino che sono stati particolarmente provati dalla malattia, chi è stato ricoverato in terapia intensiva, chi ha visto la morte in faccia subendo la ventilazione meccanica e coloro che dall’altra parte  hanno dovuto prendersi cura delle persone malate, subendo in alcuni casi dei gravi lutti. Le misure di distanziamento messe in atto per limitare il contagio hanno reso l’esperienza ancora più difficile, affrontare in solitudine la malattia durante l’ospedalizzazione o isolati in casa, senza la vicinanza dei propri cari, ha causato un vero e proprio trauma post covid. Il PTSD nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino può insorgere nei casi più gravi  con allucinazioni, ricordi ossessivi, immagini ricorrenti e intrusive, angoscia diffusa, attacchi di panico.

Dai racconti di chi si è ammalato pesantemente di covid 19 emerge il sentimento della solitudine durante il ricovero. Molti si sono sentiti soli a dover far fronte alla paura, alla confusione del momento, soli nel provare un terrore “senza nome”, difficile da raccontare anche a distanza di mesi dai momenti più drammatici, in un clima generale di ansia e sfiducia da parte di chi si occupava di loro, di fronte ad una malattia sconosciuta i cui effetti si sono visti e capiti solo nel tempo. Anche le migliori cure medice sono state per alcuni una violazione del corpo, la sensazione di essere vicini alla morte è stata tangibile per molti malati. E l’isolamento e la lontananza dai propri cari hanno reso l’esperienza ancora più intollerabile, come viene descritto a noi psicologi psicoterapeuti a Torino. Anche il dopo malattia è stato difficile da affrontare per alcuni pazienti: si sono sentiti dei soppravvissuti al covid, con un vissuto di amarezza e sensi di colpa irrazionali, come se avessero rubato l’opportunità di guarire ad altre persone, come se la loro fortuna avesse significato la disgrazia per altri che sono morti.

Il trauma post covid ha colpito anche molti operatori sanitari che si sono confrontati da vicino con la malattia per lunghi periodi continuativi nell’arco delle giornate, hanno avuto contatto con situazioni drammatiche e angoscianti, hanno subito la quarantena, l’allontanamento da familiari e amici, ritmi di lavoro serrati e rischio di bornout a causa della tensione costante. Ancora oggi alcuni di loro si trovano a combattere con elevati livelli di ansia o depressione che portano nei loro percorsi di psicoterapia a Torino. Lo stress legato al “senso di responsabilità e all’impotenza di curare” ha colpito in modo ravvicinato coloro che si sono dovuti occupare delle persone più fragili, con limitati mezzi a disposizione, coloro che hanno assistito gli anziani, oppure le persone portatrici di pregressi problemi di salute che le esponevano ad un rischio più elevato di malattia e di mortalità. Nelle case di cura in alcuni momenti è stato difficile garantire il normale livello di assistenza e gravi preoccupazioni legate al rischio di contagio hanno colpito gli operatori del settore. Anche le badanti che hanno accudito gli anziani a casa, nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, hanno riportato stress elevato, paura di non essere all’altezza del loro compito, paura di non riuscire a controllare la situazione e causare danni al proprio assistito.

I carghiver, nel tentativo di prendersi cura dei propri familiari, in alcuni casi dei genitori anziani e malati, si sono sentiti spesso soppraffatti dall’angoscia e dal senso di inadeguatezza, nel non sapere se la direzione dei propri sforzi fosse quella giusta. Come vediamo nei percorsi di psicoterapia a Torino con alcune di queste persone il senso di colpa è il sentimento prevalente quando è soppraggiunta la morte delle persone di cui ci si è occupati invano. Il senso di colpa risulta essere uno dei sentimenti più presenti nel trauma post covid che si presenta nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino declinandosi in diverse forme. Alcuni dei nostri pazienti raccontano di pensare continuamente alla possibilità di essere stati portatori del virus che ha infettato i propri cari, hanno il dubbio costante, anche di fronte alla loro assenza di sintomi, di aver causato l’infezione che ha danneggiato gravemente le persone a cui volevano bene. E questa paura continua a ripresentarsi sottoforma di pensieri intrusivi e ricorrenti, riguardanti il rischio reale o presunto di danneggiare gli altri, infettarli involontariamente, essere di nuovo causa di malattia e di morte. Queste angosce vengono espresse nei percorsi di psicoterapia a Torino, attraverso un sentimento di responsabilità esagerata verso la vita altrui, un bisogno di controllo che porta alcune persone a eseguire continui tamponi per scongiurare il rischio di essere un “untore”, ma anche di fronte all’evidenza scientifica di negatività, il senso di colpa non si placa e con esso il bisogno di tenere sottocontrollo tutti i propri contatti relazionali e talvolta con una conseguente vita sociale impoverita. Covid e senso di colpa sono diventati un connubio indivisibile per molte persone proprio perchè il rischio di infezione con un virus che si è diffuso così ampiamente nella popolazione è difficile da tenere sotto controllo e le persone più fragili, come coloro che hanno subito un trauma, non riescono a tollerare una condizione che non dia loro la totale sicurezza, ma purtroppo nella realtà la certezza assoluta di essere protetti e di riuscire a proteggere non esiste.

Il senso di colpa è un sentimento sano quando permette alla persona di mettersi in discussione e criticarsi in modo costruttivo, al fine di riparare ai propri errori e alle proprie mancanze. Si tratta di una emozione complessa che si è sviluppata nell’essere umano al fine di inibire comportamenti che possono danneggiare l’altro e in un senso più evoluto per limitare condotte immorali e salvaguardare un agire etico. Ma presso il Centro psicologia Torino aiutiamo le persone in cui il senso di colpa si manifesta in una forma disadattiva, come nei casi in cui il proprio senso di responsabilità si estende ad eventi tragici, come la morte di un caro per covid 19, eventi che sfuggono al controllo e sui quali non è stato possibile intervenire. In alcuni casi la persona si colpevolizza per aver preso delle scelte sbagliate, recrimina contro sè stessa che se si fosse comportata in modo diverso non avrebbe perso il proprio parente, spesso un genitore anziano che è morto per l’infezione. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino le crisi di rabbia verso sè stessi o nei confronti degli altri sono frequenti quando il senso di colpa è  così forte.  Ripensando alle situazioni dopo, nella mente si forma la convinzione che le cose sarebbero potute andare diversamente se la propria posizione fosse stata differente, anche se al momento dei fatti non era possibile avere un quadro diverso che permettesse di prevedere l’epilogo tragico del contagio, dell’aggravarsi della malattia fino al decesso. “Se avessi fatto”, “se avessi capito”, sono alcuni dei pensieri ossessivi che non abbandonano mai chi si sente in colpa e di cui parlano questi pazienti nei loro percorsi di psicoterapia a Torino.

Sempre legato alle situazione di lutto il trauma post covid per alcuni riguarda l’avvenuta separazione in modo tragico e improvviso dalla persona cara. Le misure di protezione e restrizione non hanno permesso ai parenti di ricongiungersi neanche quando la malattia si era aggravata: pur sapendo che i propri genitori in casa di riposo, o altri congiunti ricoverati in ospedale, stavano peggiorando, non c’era la possibilità di vederli, non era possibile sapere se stavano ricevendo le cure migliori, non si poteva stare loro accanto per fare coraggio. Essere consapevoli che il proprio caro sia morto da solo arreca un profondo dolore e sensi di colpa irrazionali come emerge dai percorsi di psicoterapia a Torino. Non aver potuto “dare l’ultimo saluto” a chi si voleva bene ha reso la separazione traumatica e anche dopo la morte per molti non è stato possibile vedere il cadavere, chiuso in sacchi che avevano la funzione di proteggere dalla diffusione del virus covid 19. Nei momenti più drammatici della pandemia sono state sospese anche le funzioni religiose, che sono un momento importante per molte persone, con una funzione anche psicologica di elaborazione della separazione e del lutto.

L’eccessivo senso di colpa si manifesta anche in persone che, risultate positive al covid, sentono di poter essere fonte di danno per la propria famiglia, per amici e colleghi (pensiamo ai luoghi di lavoro o alla scuola dove la scoperta di casi di positività fa scattare tutta una serie di misure di sicurezza, quale la chiusura di certi settori, la dad per i compagni di scuola, ecc). E’ impossibile avere un sicuro tracciamento del contagio, quindi chiunque, anche le persone asintomatiche possono essere potenzialmente un vettore del virus. Ma presso il Centro psicologia Torino vediamo che tali constatazioni razionali non aiutano chi sente di aver rovinato o poter rovinare la vita a chi venga contagiato, chi pensa che per causa propria altre persone sono costrette ad un ritiro forzato entro le mura domestiche e obbligate a cambiare stile di vita a seguito della quarantena, o peggio devono affrontare una severa sintomatologia che fa soffrire. In questi casi la persona che ha contratto il virus riporta nei percorsi di psicoterapia a Torino di sentirsi arrabbiata e in colpa per “non aver fatto abbastanza attenzione”, “di aver fatto un errore dalle conseguenze catastrofiche”. Queste esperienze emotive sono in alcuni casi travolgenti e causano l’insorgenza di diversi distrurbi psicologici, quali ansia, depressione, abuso di sostanze.

Anche la vergogna gioca un ruolo importante tra i sentimenti che caratterizzano il trauma post covid. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino la vergogna si manifesta con un senso di inutilità, sentimenti di inferiorità, l’individuo vorrebbe sparire e diventare invisibile al mondo. Esperienze drammatiche legate al covid 19 hanno prodotto stigma e vergogna in alcuni pazienti del Centro psicologia a Torino. Tra coloro che lavorano in campo sanitario c’è chi ha dovuto prendere nei momenti più drammatici della pandemia decisioni pesanti da sopportare, come scegliere a chi prestare maggior soccorso quando i mezzi e le risorse a disposizione non erano sufficienti per tutti i ricoverati. Vediamo nei percorsi di psicoterapia a Torino come tali scelte gravano sulla coscienza con vergogna e fanno sentire a chi le ha prese di aver tradito il proprio mandato, come se avesse compiuto azioni deontologicamente scorrette. La vergogna in questi pazienti si accompagna alla paura dello stigma sociale e il disprezzo da parte dei colleghi, la paura di venire rifiutati e isolati, di perdere la stima e l’affetto delle persone vicine.

Diverse sono le vicende di chi nutre la vergogna come sentimento prevalente a seguito dell’infezione da covid 19. Nei percorsi di psicoterapia a Torino questi pazienti raccontano di sentirsi inferiori, incompetenti, di poco valore, e in alcuni casi hanno la tendenza al ritiro sociale, fanno fatica ad aprirsi relazionalmente e sono angosciati quando le persone si rivolgono a loro. La vergogna di aver contratto il coronavirus è pericolosa anche da un punto di vista della salute fisica perchè può portare l’individuo a nascondere la positività per paura del giudizio degli altri, rendendo effettivo il rischio di contagio. Come se la positività al virus fosse un marchio che indica un grave difetto la persona vive sentimenti irrazionali di profonda vergogna di fronte ai quali si sente impotente.

Come Centro di psicologia a Torino speriamo che da questo articolo emerga come l’esperienza della malattia covid 19 possa segnare l’individuo non solo sul piano fisico ma anche psicologico, tale è stata la portata di questa pandemia, che ha lasciato strascichi traumatici in molti. L’attribuzione di significato sociale al virus condiziona tutti noi, a chiunque sarà capitato di sentirsi a disagio nel mostrare qualche sintomo attribuibile alla presenza di positività, come un colpo di tosse, ognuno di noi ha costruito dentro di se giudizi e pensieri legati all’uso o meno della mascherina, rispetto al vaccino, alle misure di contenimento, ecc. E’ innegabile la portata del cambiamento che il covid ha causato anche nei nostri usi e costumi, a partire dal lavoro da casa, le scelte legate alle attività da praticare anche in funzione di come vengono trattate le precauzioni legate al rischio di contagio (attività sportive al chiuso o all’aperto per fare un esempio, negozi e attività commerciali da frequentare o meno, ecc). Naturale quindi pensare che nelle persone più fragili i significati attribuiti al virus possano incidere sulla psiche a livello profondo.

Si parla ultimamente di sindrome long-covid che, come psicoterapeuti psicologi a Torino descriviamo come una resistenza a tornare alla vita normale a seguito di un decorso particolarmente lungo della malattia in alcuni pazienti. Sembra che alcune persone abbiano sviluppato una forma di timore ad esporsi a “possibili minacce esterne” anche quando il periodo di isolamento obbligato è giunto al termine. La tendenza a chiudersi in casa si era manifestata anche quando si sono allentate le restrizioni delle misure di protezione della prima fase. Molti giovani avevano chiesto in prima persona o accompagnati dai genitori di iniziare un percorso di psicoterapia a Torino, come se le chiusure avessero spento la naturale tendenza degli adolescenti e dei giovani adulti a stare in compagnia dei coetanei, a cercare aree di piacere esterne alla casa e alla famiglia. Questa sindrome post covid alterna stati d’ansia a vissuti depressivi anche nei periodi successivi alla guarigione fisica, un senso di smarrimento, talvolta insonnia e stress, come se occorresse tempo per ritrovare il proprio senso di equilibrio. Prendersi cura di sè stessi anche da un punto di vista psicologico dopo un’esperienza così forte come la malattia di covid 19, è davvero importante per tornare a sentire un senso di controllo e di serenità nella propria vita. Per chi si sente particolarmente provato a livello emotivo chiedere aiuto rivolgendosi ad un consulto professionale presso il Centro psicologia a Torino può essere il primo passo per superare completamente gli strascichi che la malattia stessa e/o tutta la situazione legata all’epidemia hanno lasciato nella propria vita.