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L’emozione del disgusto in adolescenza

Quante volte abbiamo sentito un adolescente dire che gli fa tutto schifo? Tali affermazioni possono esserci sembrate eccessive e fastidiose, un atteggiamento di supponenza da attribuire all’essere “troppo viziati”. Ma sappiamo come psicoterapeuti psicologi a Torino che ci sono delle ragioni psicologiche profonde che possono portare alcune persone e in maggior misura la categoria degli adolescenti a esperire il sentimento del disgusto con una frequenza più elevata e cercheremo in questo articolo di spiegarle.

L’ emozione del disgusto, così come le altre emozioni di base dell’essere umano ricopre un valore evolutivo per la specie ed è utile per la sopravvivenza. Il disgusto ha la funzione di proteggerci dalla contaminazione e dalle eventuali malattie, permettendoci di riconoscere quando rifiutare di assumere una sostanza che può essere nociva, se viene mangiata. Come psicoterapeuti vediamo che l’estensione del disgusto orale ad altri sensi quali la vista e il tatto può suscitare reazioni legate all’area dell’igiene, legate alla morte (la nausea nel vedere un cadavere), o legate alla paura di danni corporei (tagli e sangue possono fare molto effetto). Attraverso il disgusto l’uomo primitivo possedeva una difesa orale, come oggi nell’evoluzione dell’individuo succede al bambino piccolo, da cibo, animali e prodotti corporei di rifiuto. L’etimologia della parola si riferisce al “cattivo gusto” definendo chiaramente la reazione emotiva di difesa che si prova nel disgusto.

Nella nostra esperienza di psicologi a Torino durante la crescita mentale dell’individuo e con lo sviluppo della capacità simbolica, il disgusto passa da una sensazione esclusivamente fisica, di istintiva difesa di rifiuto del cibo, ad un sentimento più complesso che la persona può vivere nei confronti di situazioni o di persone con le quali viene in contatto. Il disgusto può associarsi alla paura, ma non sempre. Il disgusto può estendersi al campo della morale sociale, può essere innescato da comportamenti che vengono giudicati disgustosi da un punto di vista etico, legati all’influenza della propria cultura d’appartenenza.  Può essere esteso all’area interpersonale dove il contatto fisico, ma talvolta anche quello indiretto, con persone sgradevoli può generare forti reazioni legate alla paura del contagio, come vediamo in alcuni percorsi di psicoterapia a Torino. La persona sensibile al disgusto cerca in questi casi di evitare la vista o l’uso di oggetti (cibo, abiti) che sono venuti in contatto con chi viene rifiutato; non di rado si rifiuta chi è malato, oppure “diverso” come nel caso di stranieri o di persone diversamente abili.

Nella nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino il disgusto può essere legato anche alla vista o al contatto delle secrezioni corporee legate alla sessualità, creando disfunzioni sessuali in chi lo prova. Il disgusto sessuale può estendersi anche a comportamenti sessuali, vissuti come anormali o inappropriati, secondo la propria soggettiva visione, legata al proprio modello educativo, interiorizzato fin dall’infanzia.

In tutti questi casi il disgusto può essere un sentimento normale oppure trasformarsi, per intensità ed estensione nel tempo, in un segnale di malessere psicologico, come vediamo nei percorsi di psicoterapia Torino.

Il sentimento del disgusto è rintracciabile in diversi disturbi mentali quali ad esempio i disturbi alimentari, alcune fobie specifiche, il disturbo ossessivo – compulsivo, solo per citarne i principali. In queste situazioni patologiche la persona ha paura del contagio, come se si sentisse infettata dal contatto con una persona o un oggetto vissuto come impuro, sporco o dannoso.

Ma c’è un momento nella vita, l’adolescenza, in cui il sentimento del disgusto può amplificarsi molto, senza diventare necessariamente un sintomo patologico, come vediamo in alcuni ragazzi, che si rivolgono al Centro di psicoterapia a Torino per essere aiutati a gestire meglio le emozioni che vivono e da cui si sentono sopraffatti. Negli adolescenti l’emotività è amplificata, con sbalzi di umore, cambiamenti sia nell’intensità che nella connotazione emotiva, con momenti di confusione e paura di perdere il controllo. Le famiglie in questi casi possono rivolgersi al nostro Centro per essere aiutate nei rapporti all’interno del nucleo familiare o per supportare il momento di crescita e di grande cambiamento in atto.

In un’epoca delicata come la pubertà, dove il corpo cambia rapidamente, le ossessioni di contaminazione sono spesso riportate dagli adolescenti, spiega lo psicologo infantile a Torino. Il corpo dell’adolescente va incontro a menarca nella femmina, prime polluzioni nel maschio, in entrambi crescono il desiderio sessuale e la masturbazione accompagnati da fantasie legate al proprio immaginario erotico in formazione; il corpo dell’adolescente subisce uno sconvolgimento ormonale, le ghiandole secernono liquidi corporei come il sudore, in maggiore quantità, escono i brufoli sulla pelle. La paura della sporcizia o dei germi porta a provare disgusto e a lavarsi eccessivamente. Talvolta dietro a queste paure ci sono significati simbolici nell’inconscio dell’adolescente, che può vivere con fatica i cambiamenti del corpo e sentirsi in conflitto nell’accettare i desideri sessuali che inizia a provare. Il pensiero ossessivo di poter esser contaminato toccando alcuni oggetti personali o parti del corpo può causare rifiuto assoluto di entrare in contatto, come vediamo in alcuni percorsi di psicoterapia a Torino. Si potrebbe quindi osservare il rifiuto di lavarsi, per paura di toccarsi i capelli o le parti del corpo ritenute impure, il rifiuto di utilizzare saponi o asciugamani che sono già stati toccati da altri. I genitori in questi casi non devono spaventarsi perché l’adolescenza è un periodo di eccessi e anche il vissuto del disgusto può apparire in molti casi eccessivo. Naturalmente non devono neanche sottovalutare situazioni che diventano estreme. Nel disturbo ossessivo compulsivo legato alla dimensione della pulizia l’emozione del disgusto è particolarmente evidente: per proteggersi la persona deve lavarsi continuamente, si sente ossessionata da pensieri intrusivi legati all’igiene, su un piano simbolico si sente “impura e sporca”, ha bisogno di tenere sotto controllo non solo se stessa ma tutto ciò che la circonda, nei casi estremi si sente perseguitata dai germi e cerca di evitare situazioni di contagio limitando enormemente la propria vita. In questi casi va sempre chiesta una consulenza psicologica, nei casi più gravi anche psichiatrica, ed è possibile rivolgersi al Centro di psicologia a Torino.

Il principale compito evolutivo in adolescenza, dal punto di vista psicologico è quello di riuscire a definire la propria individualità, per sentirsi riconosciuto come persona, spiega lo psicologo infantile a Torino. Per scoprire chi è, quali sono le sue attitudini, desideri, valori individuali, l’adolescente è alla ricerca di stimoli esterni alla famiglia, contenuti “nuovi” da mettere dentro di sé, ma è anche impegnato nel rifiutare ciò che non è in linea con il proprio sentire, impegnato nel riuscire a dire “No, questo non mi appartiene, non sono Io”. L’adolescente ha bisogno di differenziarsi dai genitori, di riconoscersi diverso da loro sia nel pensiero, che nel temperamento e negli interessi (anche se può riconoscersi simile a loro per alcune parti di sé). L’adolescente spesso si sente confuso e fatica a distinguere i propri sentimenti da quelli degli altri, fatica a dividere ciò che è interno alla sua identità, ancora in fragile costruzione e ciò che appartiene agli altri (familiari, amici, mondo esterno). Il sentimento del disgusto sembra ricoprire un ruolo importante nell’adolescente, secondo la nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, proprio per definire la propria personalità e riuscire a proteggersi da condizionamenti sociali e familiari. Attraverso il disgusto alcuni adolescenti riescono a rifiutare ciò che non vogliono che appartenga a sé; è un modo per difendersi da influenze esterne sentite pericolose, contaminanti, che possono ostacolare la costruzione di confini psicologici interni. Il disgusto è una emozione fortemente corporea, che protegge sé, la propria dignità, il senso di appartenenza al gruppo.

Gli adolescenti si stanno costruendo, come vediamo nei percorsi di psicoterapia a Torino, devono riconoscere il loro modo di concepire il mondo, il disgusto va oltre la protezione dall’elemento tossico per la salute, assume valenze simboliche legate al significato. Il disgusto viene trasferito all’ambito ideologico, alla cultura, alla razza, alla religione. In adolescenza si costruiscono i propri valori, percepiti come assoluti, così il disgusto cresce verso chi la pensa in modo opposto al proprio o abbraccia credenze in conflitto con le proprie, come se fosse una persona indegna, che fa schifo.

L’adolescente potrebbe vivere come ripugnanti certe persone, i loro atteggiamenti (talvolta anche legati alle mode, che definiscono l’identità del ragazzo/a) e temere di essere contaminato, viverle come nocive per sé su un piano psicologico. L’adolescente sceglie il proprio ambiente di appartenenza, da cui si sente definito nella personalità e può rifiutare fino a provare nausea e schifo per ciò che è tanto diverso da sé. Il disgusto suscita il bisogno di allontanarsi per protezione da aspetti personologici, da atteggiamenti che vengono ritenuti riprovevoli. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino la contaminazione ha spesso risvolti sociali e può essere rivolta anche verso sé stessi: l’adolescente può sentirsi rifiutato dagli altri, sentirsi disprezzato, essere oggetto di disgusto perché “marcio”, “inaccettabile”.

Concludendo riteniamo che il sentimento del disgusto sia spesso rintracciabile nel vissuto adolescenziale, ma quando l’intensità di tale sentimento interferisce con il benessere psicologico è possibile richiedere una consultazione presso il Centro di psicoterapia a Torino.

 

 

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