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Una vita dentro la stanza: il caso degli Hikikomori

L’enorme sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha portato a nuove prospettive sociali ed economiche che, nel caso specifico dei mezzi di telecomunicazioni, ha incentivato e strutturato in modo sempre più complesso le reti sociali e aumentato esponenzialmente le possibilità di contatto telematico. Come Centro psicoterapia Torino osserviamo come internet abbia reso possibile ampliare e complessificare la sfera relazionale delle persone anche se l’aumento esponenziale dei rapporti si è accompagnato ad un ritmo più veloce di nascita e morte delle relazioni stesse. Risultato di questo repentino aumento di rapporti è una maggiore pressione sociale, testimone del fatto che ad oggi il non avere un’adeguata rete di contatti potrebbe essere visto come fattore negativo nell’entrata in categorie socialmente accettate e condivise positivamente dalla società, questo soprattutto tra i giovani, osserva lo psicologo infantile a Torino.

Da questa prospettiva post-moderna, intrisa da ricerca di socialità e dalla pressione che da essa deriva nasce in Giappone una nuova categorie di persone, che si definisce con il termine “Hikikomori”. Come Centro psicoterapia Torino abbiamo deciso di occuparci in questo articolo del fenomeno perchè intravvediamo diverse correlazioni tra lo stile di vita degli hikikomori e quello di ragazzi adolescenti che hanno mostrato sofferenza psicologica e le cui famiglie si sono rivolte a noi per ricevere consulenza dallo psicologo infantile e dell’adolescenza e capire come intervenire a supporto del figlio.
Il significato del termine Hikikomori, derivante dal giapponese, significa letteralmente “stare a disparte o isolarsi”. Con tale terminologia si intendono quei soggetti che nella vita scelgono di ritirarsi dalla vita sociale, rintanandosi in spazi circoscritti ad un appartamento o, in altri casi, alla propria camera da letto.
Nella maggioranza dei casi si fa riferimento ad adolescenti o giovani adulti che, a causa di determinati valori sociali o culturali, scelgono deliberatamente di annullare del tutto la loro vita sociale nel mondo reale, andando in direzione di un ritiro estremo nei confronti della vita.
Componente principale del fenomeno sta nella sua completa scelta, infatti i soggetti hikikomori vogliono spontaneamente adoperare “l’auto-reclusione”, decidendo del tutto deliberatamente di non uscire da casa, isolandosi in spazi circoscritti alla propria camera per periodi superiori a sei mesi, con possibilità di permanenza anche fino ad un anno, in condizioni di dipendenza economica dalla famiglia d’origine.
Studiando il fenomeno come Centro psicologia Torino rileviamo che l’ambiente scelto per l’auto-reclusione diventa teatro della loro quotidianità e all’occorrente la propria camera svolge la funzione sia di stanza da letto che di sala da pranzo, si riducono al minimo o addirittura sono del tutto assenti  i contatti con i propri familiari e amici. Un ruolo centrale nella vita di unragazzo ikikomori è dato ai mezzi di comunicazione telematica, l’uso della tecnologia attraverso internet e i social occupa molto tempo della sua vita. Si interrompe del tutto la frequenza scolastica e sociale, creando una forte correlazione del disturbo con l’abbandono scolastico e, secondo la nostra esperienza di psicologi a Torino, questa scelta trascina con sé un’enorme solitudine. Tali soggetti con il loro stile di vita tendono, nella maggior parte dei casi, a invertire il ritmo giorno-notte.
Tra i dati raccolti sulle caratteristiche fisiologiche e culturali dei soggetti che danno vita al fenomeno Hikikomori, che riteniamo come psicologi a Torino, possa nascondere un disturbo di natura emotiva, vi è un’età anagrafica che oscilla tra i 14 e i 30 anni, andando a caratterizzare un arco di possibile incidenza che va dalla pre-adolescenza fino ad inglobare anche i cosiddetti “giovani adulti”. L’estrazione sociale viene ravvisata in quella medio-alta, specificatamente con maggior influenza rispetto al genere maschile e figli unici; tra le caratteristiche analizzate dallo psicologo infantile a Torino, più sorprendente vi è quella di essere solitamente figli di una famiglia altolocata e molto istruita.

Cause del disturbo

Analizzando il fenomeno come Centro psicologia clinica Torino emerge come gli ikikomori seppure adoperino un ritiro netto dalla società del mondo reale, riescono comunque ad essere sovra-collegati attraverso tutti i meccanismi telematici del momento. Questi ragazzi scelgono dunque di evitare i rapporti reali e fisici con le altre persone e prediligono le relazioni di natura virtuale. Si potrebbe pensare che il ritiro dalla società sia conseguenza dell’utilizzo assiduo dei terminali e di internet, come se si trattasse di una dipendenza da internet, ma come psicoterapeuti psicologi a Torino pensiamo che le ragioni profonde della chiusura precedano l’utilizzo massiccio dei social.

Dagli studi degli hikikomori presso il Centro psicoterapia a Torino sembra che in Giappone, dove il fenomeno ha avuto esordio, siano presenti delle specifiche caratteristiche sociali quali: una cultura dai tratti molto competitivi sostenuta da rigide classi sociali e un senso dell’onore che assume valore assoluto e la cui perdita mina la propria identità. Come psicoterapeuti psicologi a Torino riteniamo che tale pressione sociale, causa di forte ansia, sia alla base del ritiro nel privato di molti adolescenti, non in grado di sostenere la competizione costante data dai valori sociali della loro cultura; in molti casi questi adolescenti sono anche in conflitto con tali valori tradizionali che suscitano rabbia e rifiuto. La difficoltà a realizzarsi socialmente sembra essere all’origine della fuga-opposizione degli ikikomori, una protesta silenziosa che comporta però una masochistica rinuncia alla vita relazionale, ritiene lo psicologo infantile a Torino. Non è una casualità il fatto che il fenomeno degli ikikomori in Giappone sia nato da un periodo di pressione sociale e di precarietà inerente non solo il mondo del lavoro ma anche quello familiare e dei valori culturali. Come psicoterapeuti a Torino ipotizziamo che il disturbo potrebbe nascondere una forte ribellione verso il conformismo e l’omogeneità dei valori che vira con forte pressione verso la produttività e l’annullamento dell’individualità. Ed ecco che la via virtuale risulta l’unica possibilità di salvezza nei confronti di una società che non fa per questi giovani, troppo veloce, troppo produttiva e pressante.

Lo psicologo infantile del nostro centro, esperto in adolescenza, vede nella scelta degli ikikomori la presenza di differenti componenti psicologiche, senza che il disturbo possa completamente sovrapporsi ad una di esse. Certamente sono ravvisabili tratti depressivi nella rinuncia all’appartenenza ai gruppi di pari e agli ambienti da loro frequentati, così come elementi fobici che sostengono l’evitamento dei rapporti reali, caratteristiche queste di cui si occupa il Centro psicoterapia Torino nel lavoro di terapia familiare. Ma il fenomeno appare molto complesso e non può essere ridotto solo ad una espressione sintomatologica della depressione o dei disturbi fobici di personalità, pensiamo invece che la pulsione all’isolamento derivi soprattutto dalla pressione alla realizzazione sociale, molto presente in Giappone ma tipica delle società capitalistiche, ecco perché osserviamo un diffondersi di comportamenti di chiusura simili a quelli degli ikikomori anche nella nostra società negli ultimi anni. Lo psicologo infantile a Torino ci ricorda come l’adolescenza sia una fase di sviluppo della personalità che espone molto al desiderio di piacere all’altro e alla paura di non riuscire a realizzare le proprie e le altrui aspettative sociali.

Come psicologi a Torino pensiamo che la scelta di appartenere alla categoria degli ikikomori possa essere un modo per sentirsi parte di un gruppo e riconoscere come proprie le caratteristiche che ne definiscono i membri, si tratterebbe di un modo per rafforzare la propria identità.  Come psicologi psicoterapeuti che si occupano di adolescenza ci viene riferito dai ragazzi in psicoterapia a Torino che tramite internet riescono a ricevere  poche o nessuna pressione derivante dall’ambiente circostante, riuscendo a costruirsi identità e routine adatte a loro e riuscendo a bypassare le forti componenti sociali di pressione quotidiana. Il gruppo formato attraverso internet è un gruppo che crea identità e coesione, unito e che riesce a rassicurare i soggetti che vi appartengono rispetto alle enormi adempienze che pensano di avere verso il mondo circostante, riferisce lo psicologo infantile a Torino.

Guardando alla nostra esperienza clinica con adolescenti che si sono rivolti al Centro psicoterapia Torino con le loro famiglie a seguito di un graduale isolamento relazionale, riteniamo che i punti di contatto con il fenomeno degli ikikomori siano molti, non vogliamo però sovrapporre i casi anche perchè è necessario tenere presenti le differenze culturali tra la società giapponese e la nostra. Inoltre i ragazzi che hanno richiesto un aiuto attraverso un percorso di psicoterapia Torino, sentivano di vivere un malessere e non si riconoscevano in un gruppo di appartenenza come quello degli ikikomori. La loro chiusura è stata più una necessità che una scelta dal loro punto di vista, spiega lo psicologo infantile a Torino, un mezzo per compensare difficoltà di rapporto con il mondo esterno alla famiglia.

Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino riteniamo che non sia da tralasciare nell’ultimo periodo storico una forte componente fobico- depressiva collegata alla pandemia da Coronavirus 19, che ha contribuito a promuovere chiusure affettive e incapacità nel mantenere una sana vita relazionale per molte persone. Il lockdown, l’uso dei sistemi protettivi e le forme di limitazione collettiva hanno sicuramente sostenuto la tendenza dei soggetti con difficoltà relazionali a restare chiusi in casa, promuovendo i rapporti virtuali a discapito di quelli reali. Il mondo fuori dalla stanza, vivere cioè rinchiusi intrattenendo per lo più contatti via internet può nascondere, secondo la nostra esperienza di psicologi a Torino un disturbo di natura psicologica e rivolgendoci ai genitori di adolescenti che mostrano tendenze comportamentali di questo tipo, consigliamo di non sottovalutare la situazione. Se non si interviene tempestivamente in questi casi, il soggetto che ha la tendenza all’isolamento può consolidare problematiche di natura fobica, depressiva o di dipendenza dai mezzi tecnologici. In questo specifico momento storico le conseguenze della pandemia da Covid-19, pensiamo come psicoterapeuti a Torino, che sia peggiorata la situazione dei soggetti a rischio di questi disturbi, poiché oltre alle già citate pressioni sociali, che in passato erano tra le principali cause di evitamento dei rapporti, avvertite come insormontabili da molti adolescenti, va ad aggiungersi anche la paura del virus.

Psicoterapia e interventi terapeutici.

La presa in carico terapeutica di un soggetto affetto da sintomi di chiusura rispetto al mondo esterno non è semplice e nasconde al suo interno tante complessità e difficoltà. In primo luogo, come psicologi a Torino, riteniamo necessario in questi casi operare un’attenta valutazione del disturbo, per arrivare ad una diagnosi e comprendere quale tipo di struttura di personalità sia presente dietro alla problematica presentata, in tal modo sarà possibile decidere il tipo di intervento più idoneo per la persona. In alcuni casi sarà opportuno offrire un lavoro di sostegno alla famiglia (con gli adolescenti di sostegno alla genitorialità) per favorire l’instaurarsi di dinamiche relazionali che aiutino il soggetto e non favoriscano l’isolamento, in altri casi la psicoterapia individuale a Torino può aiutare il paziente a riacquistare il desiderio di aprirsi al mondo esterno, mentre nelle situazioni che presentano maggior complessità è necessario un invio da parte nostra a strutture più idonee a trattare la patologia.

Per esperienza lo psicologo infantile a Torino sa che in molti di questi casi i ragazzi che hanno bisogno di psicoterapia non si indirizzano autonomamente verso una richiesta di aiuto da parte di uno psicologo psicoterapeuta poiché questa possibilità non è prevista nel loro mondo, circoscritto alla propria stanza. Molti di questi adolescenti non riconoscono di avere un problema che li ha portati alla chiusura, possono soffrire di un disturbo dell’umore, ma sentirsi più sicuri rimanendo chiusi in casa che all’idea di affrontare la relazione con il mondo esterno di cui sentono la pressione sociale. Presso il Centro psicologia Torino vediamo come molti di loro vivono la reclusione come una soluzione ai loro problemi più che il problema stesso da mettere in discussione. Dalla nostra esperienza di psicoterapia a Torino emerge come un ragazzo che arriva a chiudersi in casa sta portando avanti il tentativo di sottrarsi allo sguardo dell’altro, riuscendo nell’impresa di diventare invisibile. Spesso infatti tali comportamenti nascondono paura e vergogna, che sono diventati intollerabili per il soggetto in difficoltà. Solo nel tempo, quando si riesce a creare una buona alleanza terapeutica all’interno di un percorso di psicoterapia a Torino il paziente arriva a riconoscere il disagio emotivo che lo ha portato a chiudersi e il desiderio di avere rapporti in carne ed ossa che gli permettano di riscoprire il piacere di una relazione, sentendosi sufficientemente forti da sopportare l’eventuale imbarazzo e le sue paure.

Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino chi viene allarmato dal comportamento di chiusura solitamente è il nucleo familiare del soggetto che sceglie l’isolamento. Assistendo ogni giorno alla chiusura del figlio, molti genitori cercano di indirizzarlo ad un aiuto funzionale e concreto chiedendo una consulenza presso il Centro psicoterapia Torino. L’intervento terapeutico classico prevede la presa in carico psicoterapeutica del ragazzo presso il nostro centro attraverso colloqui di persona, ma con soggetti che fanno molta fatica a recarsi in studio si possono valutare approcci differenti.  Nei casi in cui si ritenga opportuno per la cura, lo psicoterapeuta a Torino può decidere di muoversi verso il paziente attraverso delle strategie che gli consentano  di digerire poco a poco la sua presenza per poi assimilarla e finalmente accettarla. Uno dei mezzi di comunicazione utilizzati dal soggetto per rendersi invisibile agli occhi degli altri potrà essere utilizzato per trovare un contatto con lui, quello di internet, attraverso sedute via skype o videochiamate. Attraverso i mezzi di comunicazione telematica sarà possibile avere un avvicinamento in un terreno “neutrale” per il soggetto. Ma in questi casi la terapia attraverso skype viene utilizzata solo in un primo momento, per creare la relazione, l’obiettivo resta quello di aiutare il soggetto ad uscire di casa, anche per recarasi in studio a fare la psicoterapia a Torino. Lo psicologo all’interno delle sedute aiuterà la persona a riflettere sull’idea che ha di sè, sull’autostima, sul perchè sia arrivata ad operare un ritiro tanto estremo dalla società. Tale lavoro non avverrà in modo semplice e lineare, ma sarà caratterizzato da silenzi, fastidi, umore depresso che accompagneranno soprattutto inizialmente le sedute. Come psicologi a Torino sappiamo che in questi casi è necessario prendersi del tempo, perchè i cambiamenti non sono veloci e richiedono un periodo sufficiente di elaborazione per affrontare l’ansia e i pensieri depressivi che spesso hanno portato alla chiusura del soggetto.

 

 

 

 

 

 

 

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