Corona virus e panico sociale
Il fenomeno a cui si sta assistendo in queste giornate di fine inverno è sicuramente, a livello storico, di una notevole importanza e sta diffondendo una grandissima ansia a Torino, la nostra città da cui osserviamo tutti i cambiamenti in atto. L’epidemia del corona virus (COVID 19) iniziata in Cina, nella cittadina di Wuhan ha scatenato all’interno della popolazione italiana timore e ansie e in tutto il mondo si guarda con apprensione all’evolversi dell’epidemia. Le conseguenze della diffusione del corona virus (COVID 19) hanno riguardato problemi riferibili non solo alla salute fisica, con tutta la sintomatologia legata al virus stesso, bensì anche problemi economici e di salute mentale legata al panico sociale, fattori estesi che stanno “contagiando” tutta la popolazione.
Appena uscita la notizia della diffusione in territorio cinese iniziarono a nascere i primi allarmi e i primi timori per il corona virus (COVID 19), attenuati dalla grande distanza geografica che vi è tra il focolaio cinese e lo stato italiano. Il virus però è riuscito a viaggiare attraverso il continente soprattutto grazie alle infinità di collegamenti commerciali e turistici, “invadendo” in men che non si dica il territorio italiano. La reazione è stata molto intensa, causando in pochissimi giorni forme di panico e ansia che sono scaturite in atti vandalici e di razzismo verso persone che presentavano tratti asiatici. L’ansia a Torino e il panico sociale hanno portato in breve tempo alla chiusura di tutte le attività cinesi, dai negozi di oggettistica ai ristoranti e ai bar, sia perché quasi più nessuno si rivolgeva a tali attività commerciali, sia perché le persone con tratti asiatici hanno iniziato a temere ritorsioni e attacchi dal resto della popolazione.
Come psicologi a Torino vediamo nelle reazioni violente forme di razzismo additabili alla grandissima paura del diverso che la diffusione di questo virus ha risvegliato all’interno della popolazione. La fobia del diverso, presente per natura in moltissime persone, si può riportare al fatto che lo “straniero” possa in qualche modo portar via qualcosa, danneggiare, portare malattie e morte all’interno di un determinato contesto. Nel momento in cui viene scritto questo articolo il corona virus (COVID 19) viene associato nel resto dell’Europa agli Italiani, primi tra tutti ad esserne più colpiti e la paura che inizialmente era rivolta verso la Cina, con la conseguente diffidenza e rabbia, viene ora rivolta agli Italiani che in queste settimane sono a rischio di subire discriminazioni e rifiuti, conseguenze del panico sociale.
Quanto effettivamente però, tali reazioni così aggressive, sono giustificate da un punto di vista etico dai dati riguardanti il virus? Poco, molto poco. Anche se come psicoterapeuti psicologi a Torino non possiamo giustificare gli atti di razzismo, è innegabile che la popolazione stia subendo un trauma a livello sociale con la conseguenza di amplificare l’ansia delle singole persone, provocando reazioni difensive, per contenere in qualche modo il terrore di ciò che non si può vedere né controllare, in un crescendo di panico sociale.
Stiamo assistendo alla diffusione di un virus ad alto contagio che provoca sintomi legati all’apparato respiratorio che vanno dalla lieve entità fino a danni gravi ai polmoni legati alle conseguenze della polmonite che può portare, in un numero limitato di casi, alla morte. Il corona virus non è ancora conosciuto a livello scientifico, il suo funzionamento va studiato e per questo trova il sistema sanitario ancora impreparato a far fronte alle conseguenze dell’epidemia. La maggior parte dei morti sono da annoverare all’interno di categoria già dì per sé svantaggiate a livello di salute, come anziani o soggetti che soffrono di disturbi pregressi, nei quali il corona virus (COVID 19) compromettere il già debole sistema immunitario, anche se non mancano malati gravi di più giovane età. Fortunatamente la maggior parte dei malati presenta sintomi leggeri e sono presenti anche persone in cui il virus non si manifesta attraverso i sintomi. Quello che sta avvenendo è un crescendo quotidiano di timore e ansia a Torino come in tutta Italia ed Europa, legata alla paura del contagio, alle conseguenze dell’emergenza sul sistema sanitario nazionale che si ritrova a dover far fronte ad una situazione non prevista che richiede risorse ed interventi al momento insufficienti e che riducono gli ospedali delle zone più colpite in grave sofferenza.
Quella che è gradualmente cambiata è sicuramente la “percezione del rischio”: all’inizio il corona virus (COVID 19) non faceva molta più paura di una influenza ma gradualmente, anche a seguito delle necessarie misure di sicurezza attuate dallo Stato che sono andate sempre più limitando la libertà degli individui, nelle persone è aumenta la paura. Presso il Centro di psicoterapia Torino vediamo come il termometro dell’ansia sia salito al punto tale da far insorgere crisi fobiche e attacchi di panico in chi è più sensibile. La percezione del rischio è un fenomeno psicologico che coinvolge più dimensioni della mente: il piano cognitivo è legato ai pensieri sulle conseguenze di determinate azioni future e quelle che sono le loro implicazioni mentre il piano emotivo da un lato permette la percezione del rischio, necessaria all’adattamento, dall’altro coinvolge una sfera irrazionale della mente che, quando si è maggiormente sotto stress, prende il sopravvento. Quello che è avvenuto con la diffusione del corona virus (COVID 19) sembra strettamente legato alla percezione crescente del rischio che la popolazione ha avvertito nei suoi confronti che ha creato fenomeni di panico sociale.
Legato strettamente all’uso mediatico che si fa di una determinata informazione, la percezione del rischio può essere avvertita in modi e tonalità totalmente diversi nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, percezione che varia in base a chi trasmette l’informazione e in base a come viene trasmessa, oltre che alla sensibilità di chi la riceve. Un esempio di questo meccanismo è quello che è capitato in Italia, soprattutto con la trasmissione di comunicazioni affidate a organi televisivi vari che, in base al proprio punto di vista sulla questione, hanno attivato, sopprattutto all’inizio, più o meno allarme legato al caso stesso, talvolta trasmettendo informazioni utili e serie, altre disseminando panico e allarmismo in maniera indiscriminata. Presso il Centro psicologia Torino pensiamo che frutto di tale discordanza di percezione è stato lo sbilanciamento di una parte della popolazione verso la difesa totale dal “nemico” attraverso l’invasione dei supermercati e dei beni di prima necessità a causa del panico sociale e, al contrario, la presenza di altre persone totalmente tranquille e incuranti del pericolo, all’estremo della negazione del problema.
Quella che potremmo definire come psicologi a Torino “minaccia generalizzata” che viene percepita all’interno della popolazione presa da panico sociale potrebbe portare a delle conseguenze non solo a livello materiale ma anche a livello comunitario. Il pericolo è che la diffusione di notizie distorte e allarmismi possa generare un senso di sconforto nel soggetto, sopraggiungendo all’isolamento e alla solitudine, al contrario minimizzare il problema può favorire il rifiuto della realtà, ponendo a rischio sè stessi e gli altri. Tali condizioni vengono raggiunte quando ogni singolo soggetto sente di non poter fare affidamento su un determinato punto di vista oggettivo e veritiero, ma si sente completamente spaesato nel mare di informazioni e di discordanza presenti nel territorio, avvertendo un senso di impotenza e di sfiducia nei confronti di chi invece dovrebbe dargli un adeguato supporto sociale. Come cittadini in questo momento percepire o meno la presenza dell’autorità e dello Stato nel far fronte alla situazione di emergenza può far sentire al sicuro o alcontrario generare paura e senso di solitudine. Conseguenza di sfiducia, scontentezza, e poca coesione comunitaria sono atti di libertà “negativa” legata all’autodifesa verso un nemico invisibile, come spesso emerge nelle nostre osservazioni presso il Centro psicologia Torino. Ne sono esempio gli episodi razzisti nei confronti di persone dai tratti asiatici, investiti di carica negativa e visti come “gli invasori” che hanno portato il nemico più grande e che, quindi, meritano un’adeguata lezione. Ma nella nostra esperienza di psicologi a Torino sentono di sprofondare gravemente nella crisi anche tutte quelle persone con tratti ipocondriaci di personalità, che in questo periodo tremendo diventano ancora più sensimili e terrorizzati al primo segnale del proprio corpo associabile ai sintomi del corona virus (COVID 19), come un colpo di tosse. Dai dati che ci arrivano presso il Centro psicologia Torino un’altro rischio è quello che il clima di ansia che si respira a livello sociale porti all’insorgere in alcune persone di sintomi ossessivi riguardanti la pulizia, proprio perchè in un momento come questo dove l’igiene e le misure di sicurezza sono importanti, il limite tra atteggiamenti di cautela ed eccessiva paura diventa più labile. Per queste ragioni riteniamo come psicoterapeuti a Torino che il tema della salute venga trattato in questo momento in modo responsabile dai media mentre quella che è stata trasmessa da alcuni programmi divulgativi televisivi, radiofonici e tramite i social, è una vera e propria “Infodemia”, un’epidemia di informazioni distorte e confuse a cui è vulnerabile non solo chi già soffre d’ansia, ma anche chi non ha gli strumenti culturali per distinguere una notizia affidabile da una che non lo è.
Nella nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino, saper gestire l’ansia non è un lavoro facile, soprattutto nel momento in cui si viene costantemente bombardati di informazioni discordanti. Ci giungono informazioni da diverse fonti che confermano come l’ansia a Torino sia in forte aumento in questi giorni e potrebbe andare a creare casi di disturbi come quello dell’ansia/fobia sociale.
Innanzitutto è di fondamentale importanza dal nostro punto di vista di psicologi a Torino chiarire alcuni punti fondamentali: l’ansia non è sempre qualcosa di negativo. L’ansia non è altro che attivazione e predispozione all’azione, quindi fondamentale nella protezione e nella difesa da un determinato pericolo. Tale attivazione sarà importante all’interno delle modalità di comportamento da adottare per arginare l’emergenza, come emerge con le persone che riescono dopo un lavoro di psicoterapia a Torino a dare importanza all’ansia e a gestirla nel loro quotidiano in modo che non prenda il soppravvento ma si trasformi in una risorsa. Al contrario, una poca attivazione e poca predisposizione all’azione porterebbe essere legata all’incapacità di rendersi conto del reale pericolo a cui si sta andando incontro, non avendo e non azionando i giusti meccanismi che porterebbero permettere di fronteggiare la situazione in modo sano e protettivo di sè.
Con il termine Ansia o fobia sociale andiamo ad indicare un disturbo d’ansia che è caratterizzato dalla sensazione di paura indotta dall’esposizione ad una o più situazioni interpersonali o di prestazione in pubblico, nelle quali l’individuo sente di essere esposto a quello che pensa possa essere un possibile pericolo, di solito come il sentirsi sotto “esame” da parte degli altri. Tra gli aspetti fondamentali del disturbo troviamo come psicologi a Torino il forte desiderio e bisogno di dare una buona impressione agli altri ma, contemporaneamente, non sentirsi mai del raggiungimento dello scopo. Questa ambivalenza nella maggior parte dei casi porta ad una vita quotidiana condizionata da queste continue incertezze interiori, in cui il risultato definitivo in molti casi sarà la passività nel comportamento e l’isolamento, come emerge in alcuni percorsi di psicoterapia a Torino che si occupano della cura dell’ansia. L’uomo, come ben sappiamo, è un animale sociale che si nutre di relazioni nei contesti in cui vive quindi, viene da sé, che se viene intaccata la naturale propensione umana alla relazione, quello che ne può derivare sono conseguenze mentali e salutari molto negative. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti a Torino la chiusura rispetto all’esterno facilita un ripiegamento su di sè, una condizione alienante di impoverimento affettivo che può sfociare in vissuti depressivi. In altri casi la chiusura in sè stessi e la riduzione della vita relazionale può rinforzare il meccanismo dell’evitamento, tipico delle personalità fobiche, può rendere sempre più difficile l’apertura all’esterno, molte situazioni sociali vengono evitate per il timore crescente che facciano nascere dentro di sè la paura, in tal modo si diventa fragili e timorosi, non ci simette più alla prova, non si tollera il minimo disagio relazionale, il senso di vergogna aumenta. Questa escalescion di emozioni fobiche ha portato molte persone a chiedere aiuto in passato al Centro psicoterapia Torino per la cura degli attacchi di panico da cui erano affetti. Ma in questi casi l’origine dell’ansia era legata alle proprie storie di vita personali o a traumi infantili irrisolti.
Quello a cui stiamo assistendo in queste ultime settimane a Torino a causa dello scoppio dell’epidemia del corona virus (COVID 19) è un evento di eccezionale portata che rischia, come conseguenza secondaria della chiusura della maggior parte delle attività lavorative e sociali, di rinforzare atteggiamenti fobici e chiusure affettive verso gli altri in molti soggetti già predisposti a questi rischi. In questo momento di emergenza le direttive prevedono la chiusura della maggior parte delle attività lavorative, le scuole di ogni ordine e grado hanno sospeso le loro attività, è vietata ogni forma di aggregazione proprio per evitare la diffusione del virus e il consiglio che arriva a viva voce è quello di uscire il meno possibile di casa, salvo per emergenze e reali necessità. Il trauma che la nostra società sta vivendo a causa della diffusione del corona virus (COVID 19) rischia di causare sempre di più problematiche legate alla fobia sociale. Una delle possibili problematiche avvertite conseguentemente alla diffusione del virus e della paura del virus sono appunto sintomi di questo tipo, che hanno spinto i soggetti più fobici ben prima che le direttive entrassero in vigore a chiudersi in casa o, in alternativa, ad uscire, ma rendersi completamente diffidenti e sempre in allerta nei confronti del prossimo. A livello di prestazione e di omologazione viene esperita una corsa all’emergenza tramite gli “item” più convenevoli al virus quindi, di conseguenza, molte persone utilizzano mascherina e imbottiture protettive soltanto perché viene appreso che farlo è convenzione, senza capirne in realtà il vero e proprio ausilio e come dovrebbero essere realmente utilizzate. In questo momento di panico sociale la maggior parte delle persone sane hanno paura della relazione con “l’altro” potenzialmente pericoloso, a maggior ragione per chi aveva già delle insicurezze e dei tratti fobici la diffidenza raggiunge livelli tali da rendere la vita un inferno e l’ansia rischia di sfociare in attacchi di panico.
I sintomi e il disagio legati alla fobia sociale, nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, tendono a cronicizzarsi e a persistere nel tempo se non si interviene, inducendo chi ne soffre ad evitare le attività a cui vorrebbero al contrario partecipare. È importante, quando si assiste a casi del genere, prestare il proprio aiuto alla persona che sta adoperando tattiche per fronteggiare i problemi troppo tendenti all’auto esclusione dal contesto di normalità che il soggetto in realtà viveva ogni giorno. Molte iniziative di solidarietà sociale stanno nascendo in questi giorni per fronteggiare la crisi, per far sentire meno sole le persone che si ritrovano isolate dal loro contesto di appartenenza proprio perchè le direttive sanitarie impongono di restare a casa e avere meno contatti possibili con l’esterno per limitare la diffusione del corona virus (COVID 19) e combattere questa battaglia sociale. Anche il Centro di psicoterapia Torino si è attivato in questa direzione, anche sotto consiglio dell’Ordine degli psicologi del Piemonte, limitando al massimo le sedute di psicoterapia in studio e riformulando strategie e progetti per proseguire il lavoro con i pazienti in carico attraverso la terapia via skype, videochiamata, sedute psicologiche telefoniche.
Se da una parte è innegabile e giustificata l’esistenza di paure e ansia dovute al sopraggiungere di questo nemico invisibile, come Centro psicologia Torino crediamo che questa nuova grande questione metta alla prova ognuno di noi. Quello che bisogna fare è sicuramente essere cittadini responsabili, non solo per sé stessi, ma anche per il prossimo. Ogni nostro comportamento, sbilanciato in un polo di allarme piuttosto che in uno di quiete esagerata, può modificare in ogni momento il punto di vista dell’altro che abbiamo vicino. Il senso di responsabilità nasce dall’essere consapevoli dei pericoli sia dell’eccessivo allarmismo, causa principale di psicosi e panico, sia del troppo menefreghismo, che porterebbe a non operare le giuste vie di risanamento dalle percentuali di virus.
Noi del Centro di Psicoterapia e Psicologia clinica di Torino, siamo aperti a chiunque si senta in situazione di panico e ansia eccessiva nei confronti del virus poiché, attraverso il dialogo e il confronto per quanto riguarda tali problematiche, si possono evitare situazioni di grave rischio d’isolamento sociale.
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