Immaturità affettiva nei bambini e negli adolescenti
Di controtendenza rispetto all’argomento precedentemente trattato dal “Centro di Psicoterapia e Psicologia Clinica” che tratta lo stile educativo improntato all’eccessiva responsabilizzazione del figlio, vi è quello che analizza la situazione diametralmente opposta, con la tendenza ad ostacolare la maturazione psichica del minore alimentando l’immaturità affettiva.
Cosa nota risulta essere il tessuto socio-culturale in cui viviamo nell’epoca moderna, in cui stabilità e certezza hanno lasciato spazio a movimenti di precarietà e instabilità. Questa caratteristica viene riscontrata sia all’interno del sistema di valori e limiti imposti dalla società, che all’interno di un focus pragmatico, riguardante la poca stabilità economica, lavorativa ed educativa e, nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, tali cambiamenti culturali incidono anche sulle dinamiche affettive relazionali del nucleo familiare, creando nei giovani immaturità psicocomportamentale.
Uno dei fenomeni conseguenti a tale tessuto sociale è sicuramente quello del cambio della durata e della natura della fase di “adolescenza”. Lo psicologo infantile, che si occupa delle fasi dello sviluppo psicologico, tendenzialmente divide l’adolescenza in tre fasi. L’adolescenza precoce o pre-adolescenza, che va dagli 11 ai 13 anni e corrisponde al periodo della pubertà; l’adolescenza intermedia o adolescenza propriamente detta che va dai 13 ai 16/17 anni; infine l’adolescenza cosiddetta tardiva che include un periodo compreso tra i 15-17 anni e i 21 anni. Per quanto riguarda l’ultima fase descritta, presso il Centro psicoterapia Torino si è visto che negli ultimi tempi ha mantenuto un ritmo crescente, aumentando considerevolmente la sua età di chiusura, testimone del fatto che i soggetti si trovano sempre più tardi ad avere autonomia e coraggio per uscire dal proprio nido casalingo, anche a causa della componente economica, ma certamente vi è una forte correlazione con il fattore educativo che alimenta immaturità emotivo-affettiva.
Questa situazione può generare impotenza nel soggetto che, da un lato sente che dovrebbe essere pronto al salto verso l’età adulta, ma dall’altro ha paura di non poter mantenere un tenore di vita conforme alle aspettative e può nutrire timori nell’ affrontare la separazione dai genitori, come emerge in alcuni percorsi di psicoterapia a Torino. L’instabilità crea impotenza che a sua volta crea incertezza verso il futuro, che viene sperimentata con intensa paura, tale da immobilizzare nelle scelte il giovane adulto, incastrato in una condizione di immaturità psicocomportamentale. Situazioni di questo tipo possono arrivare alla consultazione (counseling psicologico) del Centro di psicoterapia e psicologia a Torino, con l’aumentare di casi di famiglie in cui, la percezione di instabilità sociale, causa delle modifiche degli assetti relazionali e rispetto alle generazioni precedenti si assiste ad un profondo modificarsi del modello educativo nella direzione del favorire immaturità affettiva nei giovani. La poca chiarezza dei confini di un futuro, che non risulta essere delineato, fa sì che la famiglia possa avere una struttura educativa tendente all’iper protezione del figlio che, come conseguenza diretta, avrà quella di limitarne l’esposizione alle prove della vita, per contrastare l’eventualità di fallimenti e ridurre i rischi degli stessi, come emerge nel lavoro di sostegno alla genitorialità (terapia di coppia genitoriale). Ma tale attitudine può rendere il ragazzo più fragile, come se venisse a mancare una palestra emotiva che permette di diventare più forti e imparare attraverso prove ed errori che, di volta in volta crescendo, si impara ad affrontare. Come vediamo in alcuni percorsi di psicoterapia a Torino si rischia di rendere troppo dipendente il bambino dai genitori anziché aiutarlo a raggiugere gradualmente l’autonomia favorendo sempre più l’immaturità emotivo-affettiva.
All’interno del sano iter educativo del minore vi sono delle fasi indispensabili in cui il bambino, tramite dei piccoli movimenti di abbandono della base sicura, rappresentata dai caregiver, cerca di esplorare il mondo avendo sempre in mente la possibilità di ritornare tra le cure del caregiver, come spiega lo psicologo infantile a Torino. Questa possibilità fa fronte alle normali tappe evolutive dell’attaccamento, in cui sono fondamentali per la buona riuscita sia i successi del bambino nell’adattamento all’ambiente, sia i fallimenti che, se sperimentati nel modo giusto, porteranno ad una crescita psichica e motoria e favoriranno l’uscita da una condizione di immaturità affettiva, che risulta essere normale nei bambini. Nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino, il ruolo fondamentale, in questa maturazione, è da attribuirsi al genitore stesso che, quando offre disponibilità mentale al bambino, “permette” a lui di poter esplorare l’ambiente, sentendosi sicuro di conoscerlo e interagire con esso. Lo psicologo infantile a Torino spiega come in questo processo di graduale distacco il bambino se sente che l’adulto è presente e pronto ad accoglierlo ma anche disponibile a “lasciarlo andare” sperimenta un senso di libertà e graduale autonomia che rafforza il proprio senso di identità.
Tale processo venne chiamato dalla studiosa Margaret Mahler “Separazione – individuazione”, e consiste in un vero e proprio percorso evolutivo di maturità affettiva che il neonato affronta per differenziarsi dal caregiver primario e trovare un posto nel mondo esterno. Con il termine “separazione” si indica il distacco, naturale e sano, dal rapporto simbiotico con la madre, mentre con “individuazione” si indica il riconoscimento di sé e delle proprie caratteristiche, tappe fondamentali queste per uscire dall’immaturità psicocomportamentale. Adulti oppressivi nei confronti del figlio, iper-controllanti, capaci da far sperimentare poco il calore umano e molto più le relazioni conflittuali possono, inconsciamente, dare un taglio netto al percorso evolutivo del bambino, che lo porterebbe in maniera del tutto naturale a superare l’immaturità emotivo-affettiva. Tale taglio non permette al processo di giungere al termine con conseguenti blocchi di crescita e crea immaturità emotiva nei bambini, anche se in molti casi sembra andare tutto bene all’apparenza perchè il bambino è adattato all’ambiente che lo circonda, quindi i problemi emergeranno solo con il trascorrere del tempo e nel rapporto con il mondo esterno alla famiglia.
Come psicoterapeuti psicologi a Torino riteniamo elemento importante nell’educazione il dar voce alle emozioni e trasmettere il calore affettivo, che risulta essere una componente squisitamente umana e fondamentale per un buon sviluppo intellettivo ed emotivo. Non si tratta dunque solo di quello che si fa ma soprattutto di come lo si fa, la relazione è composta sia di elementi verbali che non verbali, ed è proprio a questi ultimi che il bambino è più sensibile.
L’attaccamento di base, in molti dei casi elencati, diventa di natura puramente simbiotica, in cui il genitore si sostituisce nella risoluzione dei problemi del figlio nella quasi totalità degli eventi, con la normale conseguenza che il bambino non avrà sperimentato adeguatamente le tappe di sviluppo della maturazione, fatte non solo di successi, ma soprattutto di fallimenti e rischi, come spiega lo psicologo infantile a Torino. Nelle situazioni non funzionali alla crescita l’elemento di insuccesso viene eliminato dall’influenza genitoriale e il bambino viene costantemente ovattato dal nido genitoriale, causando gravi disfunzioni a livello relazionale e emozionale e portando a immaturità psicocomportamentale. Come vediamo nei percorsi di psicoterapia a Torino molte dinamiche che favoriscono l’immaturità emotiva dei bambini dipendono dalle insicurezze dei genitori, a volte dalla ripetizione di un’educazione disfunzionale ricevuta e inconsciamente riprodotta nella relazione con il bambino, in molte situazioni dalla difficoltà dell’adulto, spesso la madre, a separarsi dal bambino permettendogli di crescere. Importante riteniamo come psicologi a Torino sottolineare che c’è una fase nella prima infanzia dove la simbiosi madre bambino è elemento fondamentale allo sviluppo psichico, ma gradualmente il genitore deve riuscire ad adattarsi alle esigenze evolutive del bambino, permettere il distacco e sostenere il suo autonomizzarsi, sempre in linea con i bisogni che il figlio è naturalmente in grado di trasmettere e il genitore di comprendere nella relazione con lui. Purtroppo nella nostra esperienza di psicoterapeuti psicologi a Torino alcuni genitori non riescono a sintonizzarsi con i bisogni affettivi del figlio e il loro comportamento nei suoi riguardi appare più legato ad un’idea di ciò che è giusto per il bambino più che ad un effettivo ascolto dei segnali che giungono dalla relazione con lui. I problemi di coppia di alcuni genitori incidono molto nel rapporto con i figli, capita infatti che l’adulto sentendosi fragile e solo crei alleanze con il bambino per sostituire la carenza del partner nei propri confronti, vengono però a crearsi dinamiche improprie alla crescita psicologica del minore.
Quando la simbiosi che genera immaturità affettiva continua a persistere tra genitore e bambino ben oltre il tempo fisiologico, il minore può pensare che tutto gli sia dovuto, tutto gli sia dato, restando in una fase della crescita che viene spesso paragonata all’onnipotenza. L’onnipotenza infantile che è normale nella prima infanzia, dovrebbe essere superata nella crescita che si prolunga fino all’adolescenza, fino a che, idealmente, essere abbandonata nell’età adulta. Come psicoterapeuti psicologi a Torino, usiamo il termine “idealmente” proprio perché tutte le persone, anche da adulte, possono mantenere zone della propria mente legate al funzionamento dell’immaturità emotivo-affettiva.
Ma il giovane adulto in cui prevale un funzionamento onnipotente può percepirsi invincibile proprio perché la continua protezione genitoriale non lo mette mai in contatto con la fragilità dei propri limiti, ma al primo fallimento potrà cadere in un’infelicità pervasiva, come vediamo in alcuni percorsi di psicoterapia a Torino, conseguenza del fatto di non essere stato abituato al possibile rischio e al possibile fallimento, in cui nel mondo esterno è facile incorrere.
Questo non significa, come vediamo talvolta nel lavoro di sostegno alla genitorialità (terapia di coppia genitoriale) che l’adulto debba mettere i figli sempre di fronte ai rischi che la vita può presentare loro, palesando un atteggiamento costantemente ansioso, permettendo nei fatti al minore di fare delle esperienze lontano da casa ma terrorizzandolo affinchè “faccia attenzione” ad ogni passo, per la paura che possa incorrere in pericoli difficili da affrontare. Nell’adolescenza è importante, spiega lo psicologo infantile a Torino, che il genitore abbia fiducia nel figlio, che ha interiorizzato tutti gli insegnamenti che dovrebbe aver ricevuto nell’infanzia e, con questo bagaglio di conoscenze, si appresta ad affrontare la vita. L’obiettivo dell’educazione è che non venga a mancare l’amore per la vita e la fiducia nel futuro, che il bambino non venga mai oppresso dalla paura di vivere, attitudine alla sfiducia questa, che purtroppo emerge in alcuni percorsi di psicoterapia a Torino con minori in difficoltà ed è spesso legata ad un atteggiamento di “terrorismo psicologico” da parte dei genitori.
L’apporto che il Centro di Psicoterapia e Psicologia Clinica a Torino si prefigge di dare alle persone consiste proprio nel lavorare tenendo conto di tutti gli aspetti finora considerati, per favorire una buona uscita dall’immaturità affettiva. Attraverso i colloqui familiari, la terapia di coppia, di sostegno genitoriale e, infine, con il minore nella terapia infantile, gli psicologi a Torino del nostro Centro si prefiggono l’obiettivo di dar voce ai bisogni e desideri di ogni componente della famiglia, favorendo la crescita e l’evoluzione verso modalità di funzionamento più funzionali.
Sostenendo le speranze e dando ascolto ai bisogni psicologici si cerca un nuovo incontro e un nuovo assetto che la famiglia potrebbe utilizzare per ristabilirsi nel migliore dei modi, soprattutto nei confronti del figlio che, sentendosi più libero e sereno, potrà cercare nuovi stimoli per aprirsi al mondo e abbandonare gradualmente l’immaturità psico-comportamentale legata all’eccessiva dipendenza dai genitori.
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